Crisi Briccialdi, rsu: «Agire in fretta»

La procedura di statizzazione del Miur è imminente: «Chiediamo di essere coinvolti nelle scelte, intanto da lunedì occupiamo»

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In stato di agitazione dallo scorso 13 febbraio, quattro stipendi arretrati – quello di gennaio verrà pagato entro il 20 maggio, ha assicurato l’assessore comunale alla cultura Andrea Giuli durante l’ultimo question time – e tanti nodi ancora irrisolti per l’istituto musicale ‘Briccialdi’ di Terni. Così le rsu, di concerto con il personale, hanno deciso di attuare una clamorosa protesta: l’occupazione del ‘gioiello’ culturale ternano. «Ma non ci saranno conseguenze per la didattica», chiarisce Marco Lena della rsu.

L’INTERVISTA A MARCO LENA DELLA RSU – IL VIDEO

L’occupazione

«È un momento decisivo per la storia dell’Istituto», hanno spiegato le rsu in una conferenza stampa. «La procedura di statizzazione del Miur è imminente, il tempo è poco e serve un’accelerazione da parte delle istituzioni coinvolte per non perdere il treno. La situazione di Terni presenta dei lati mai chiariti, delle zone d’ombra che preoccupano il corpo docente. Vorremmo capire in che modo si possono risolvere concretamente e in tempi brevi i problemi dell’Istituto, soprattutto per quanto riguarda la situazione debitoria. Perciò l’assemblea dei docenti ha deliberato all’unanimità l’occupazione, perché il tempo dei dubbi è ormai finito. Occorre agire, bene e in fretta». L’occupazione partirà da lunedì 13 maggio. «I docenti non vogliono creare alcun disagio agli allievi: loro sono il vero valore dell’Istituto e anche il motivo per cui noi siamo qui. Le lezioni, gli esami, le tesi, le masterclass, i concerti verranno garantiti. Anzi l’attività didattica e concertistica grazie all’occupazione verrà ampliata con altre iniziative fatte a titolo gratuito dal corpo docente. Ne verrà data notizia anche attraverso i social network. Ci sarà un’apertura alla città, desideriamo che tutti sentano l’Istituto come un bene che i cittadini ternani devono proteggere».

La tempistica per la statizzazione

Il decreto interministeriale che disciplina la statizzazione degli ex Istituti pareggiati, fanno chiarezza le rsu, «ha fissato il crono-programma. Gli Istituti hanno 90 giorni di tempo per produrre l’istanza di statizzazione a partire dall’apertura della procedura telematica. Le domande di statizzazione verranno valutate da una commissione ministeriale che può accogliere o respingere l’istanza. In caso di esito negativo gli Istituti hanno 180 giorni di tempo per integrare la domanda con ciò che serve. In caso di ulteriore esito negativo la commissione propone al Miur il definitivo diniego. E sappiamo tutti che l’Istituto Briccialdi non potrebbe più reggere sulle sole forze che in questi anni hanno garantito gli enti locali, in particolare il Comune di Terni». La situazione debitoria, costituita anche da stipendi non corrisposi al personale, è la cosa che più preoccupa la rsu. «Peraltro la causa del debito deriva dal costante e progressivo taglio delle risorse. Lo Stato non si fa carico dei debiti pregressi, quindi l’amministrazione locale e lo Stato devono trovare un accordo entro i termini disposti dal decreto, in modo che non ci siano pareri ostativi. Il personale dell’Istituto è in stato di agitazione dal 13 febbraio, in questi mesi con l’appoggio delle organizzazioni sindacali siamo stati presenti su molti tavoli sia con le istituzioni che con i vertici dell’Istituto, ma sul debito non abbiamo mai avuto né risposte certe, né possiamo dire di conoscere la reale situazione. Registriamo impegno e buona volontà da parte di tutti, ma non possiamo restare tranquilli e chiusi nelle aule aspettando novità. Lo dobbiamo per senso di responsabilità e per gratitudine nei confronti di un Istituto che ha dato tanto anche a noi docenti, come esperienza e come valori».

Le richieste delle rsu

Le rsu chiedono quindi «di conoscere la reale situazione. Di essere coinvolti nelle scelte. La commissione ministeriale valuterà le domande secondo quattro criteri: l’adeguatezza dell’immobile, la sostenibilità economico-finanziaria, il livello dei corsi e la loro specificità nel panorama regionale e nazionale, eventuali progetti di federazione o fusione con altri istituti. Ad ogni criterio verrà assegnato un punteggio. Il corpo docente chiede di conoscere qual è l’orientamento dell’Istituto. L’articolo 6 parla anche di accorpamento con altri istituti o addirittura della soppressione in casi particolarmente gravi; in tale eventualità il posto di lavoro dei docenti è garantito – verrebbero redistribuiti nel sistema dei conservatori italiani – ma la città di Terni perderebbe un Istituto dall’alto valore culturale nel quale ha investito tante energie e tante risorse per molti anni. Un danno incalcolabile». Le rsu non sanno prevedere fino a quando durerà l’occupazione, «speriamo di avere presto risposte concrete dall’amministrazione comunale, dalla Regione Umbria, dal Miur, dai vertici dell’istituto, perché si possa finalmente ragionare sulla soluzione dei problemi. Il Miur deve procedere con l’erogazione del fondo speciale 2018 per gli istituti in difficoltà, già stanziato ma non pervenuto, inoltre aspettiamo il contributo 2019 che ci dicono imminente. Con questo si risolverebbe il problema immediato che è costituito dall’emergenza salariale del personale, problema che dura ormai da diversi mesi. Chiediamo che l’amministrazione comunale di Terni, in quanto primo attore nel processo di statizzazione, mantenga il contributo economico stanziato durante la precedente convenzione, e ad oggi dimezzato, almeno fino a obiettivo raggiunto, per evitare di arrivare a un punto di non ritorno durante il passaggio allo Stato. Inoltre riteniamo che la Regione Umbria non debba chiamarsi fuori proprio in questo momento e debba garantire almeno per il 2019/20 un ulteriore contributo per concorrere al raggiungimento dell’obiettivo. Sarebbe un grande segnale per tutti, studenti, personale e docenti che si vuole salvare l’Istituto una volta per tutte». L’assemblea valuterà se intraprendere altre azioni di protesta, come lo sciopero.

Francesco Filipponi, capogruppo del Pd

«L’occupazione dell’Istituto Briccialdi segna un punto di svolta drammatico per gli studenti, i docenti, ma anche e sopratutto per la città di Terni», commenta il capogruppo del Pd in consiglio comunale Francesco Filipponi. «Nonostante le roboanti promesse a mezzo stampa della segreteria politica di chi detiene la maggioranza relativa a palazzo Spada, il quadro ha avuto una evoluzione molto negativa, non solo per gli stipendi arretrati. La statalizzazione seppur graduale è stata garantita dal precedente Governo con un apposito Decreto per tutti gli Istituti interessati tra cui il Briccialdi. A quel percorso si è arrivati a Terni grazie al sostegno forte e concreto della precedente amministrazione, che ha garantito fino al 2018 un contributo sulla base di una convenzione triennale di 700 mila euro l’anno. Tale contributo era in precedenza addirittura superiore al milione di euro. Oggi quel contributo è ridotto a 700 mila euro per due annualità. Quello sforzo fatto all’epoca lo rivendichiamo con forza, grazie anche a quanto ha contribuito per la sua parte la Regione Umbria. Chi governa oggi si prenda altrettanto le proprie responsabilità. Abbiamo già portato la nostra vicinanza a tutti coloro che risultano interessati da questa drammatica evoluzione. Con senso di responsabilità faremo di tutto anche in questi giorni per aiutare l’Istituto a superare questa fase drammatica per il bene di Terni».

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