Dimissioni assessori: la Lega ha mal di pancia

Non convince pezzi del partito l’ipotesi che i consiglieri nominati in giunta debbano dimettersi dall’assemblea. Per i costi, l’autonomia in discussione e la mancanza di un ‘paracadute’

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«Chissà se i parlamentari farebbero lo stesso, cioè dimettersi con la nomina in tasca, senza più alcun ‘paracadute’». La domanda è posta da un noto esponente leghista umbro e rivela come il dibattito attorno alla necessità, o meno, che i consiglieri regionali eletti nella lista della Lega Umbria, una volta nominati nella giunta Tesei, debbano dimettersi o meno dalla carica assembleare. Questione che la Lega, attraverso Matteo Salvini, sembra voler affrontare imponendo le dimissioni agli eventuali assessori, come accade – ma per legge – nei Comuni. Decisamente più ‘tiepidi’, per non dire contrari a questa opzione, gli alleati di Fratelli d’Italia, Forza Italia e pure della civica della stessa Tesei che in consiglio ha portato Paola Agabiti. Insomma, il tema è aperto, le opposizioni – è di oggi un attacco social del consigliere Fabio Paparelli (Pd) – puntano il dito contro l’eventuale maxi-esborso economico che le dimissioni (creando ‘doppie figure’ con doppie aspettative, rimborsi e indennità) imporrebbero: «Fino a 5 milioni di euro in più, altro che contenimento della spesa» tuona l’ex assessore/presidente regionale Dem. Ma non è tutto: perché ammettere per forza al ‘palazzo’ anche chi è stato bocciato dalle urne? Ma il principale nodo politico sta forse nel rapporto fiduciario con la presidente della giunta regionale: assessori senza più la garanzia di tornare in consiglio, una volta usciti dalla giunta, potrebbero essere sin troppo vicini alla – e quindi meno autonomi dalla – linea della numero uno di palazzo Donini, da cui in qualche modo dipenderebbero i loro destini. Certo, un potere legislativo – quello del consiglio – non separato da quello esecutivo della giunta, non esalta come concetto. E allora il ‘paracadute’ – ma si va di fantasia, visto il tempo che servirebbe per una riforma del genere – sarebbe quella ‘incompatibilità alla francese’ che obbliga gli assessori a non essere più consiglieri, ma che garantirebbe loro di nuovo il posto in assemblea se dovessero uscire dal ‘governo’ regionale. Temi anche istituzionali, alti se vogliamo, rispetto a chi insinua che le dimissioni degli assessori della Lega in Umbria consentirebbero di fare posto in consiglio anche a segretari/e di autorevoli esponenti leghisti nazionali. Certamente basse illazioni.

Bori (Pd): «Ecco la tassa sui ‘trombati’»

Sempre via social, il recordman del Pd in termini di preferenze, Tommaso Bori, attacca a spron battuto e parla di ‘tassa sui trombati’: «In questo momento ci si dovrebbe occupare delle priorità degli umbri come lavoro, sanità, ambiente, infrastrutture e diritto allo studio, solo per citarne alcune. Invece la neo-presidente della Lega, Donatella Tesei, insieme alla coalizione di poco centro e molta destra si occupa di altro: della moltiplicazione delle poltrone. Si stanno per bruciare 5 milioni di euro per garantire degli strapuntini a chi è stato bocciato nelle urne: infatti per la prima volta nella storia si vorrebbero far dimettere i nominati in giunta con il solo fine di far entrare altri consiglieri e aumentare il numero di eletti dei partiti di maggioranza. C’è però un piccolo effetto collaterale, il cui costo ricade tutto nelle tasche degli umbri: così si raddoppieranno pure gli stipendi. Gli unici a festeggiare saranno quei candidati che gli elettori non hanno voluto e i loro conti in banca. Da una parte ci siamo noi che rilanciamo la nostra proposta: contare di più, costare di meno dimezzando gli stipendi presi fino ad oggi e parametrandoli su quelli dei sindaci. Dall’altra parte – conclude Bori – ci sono loro che non hanno ancora iniziato e già istituiscono una nuova tassa che dovremo pagare tutti: la tassa sui trombati alle elezioni».

«Daremo all’Umbria le migliori professionalità»

Sulla composizione dell’esecutivo di palazzo Donini, giunge in serata una nota della Lega Umbria che, si legge, «sta lavorando per dare all’Umbria le migliori professionalità, senza ricorrere ad improbabili contest nazionali che vadano a pescare gli assessori esternamente alla nostra regione, come invece propagandato dalla sinistra. L’impegno preso con i cittadini, elettori e non della Lega, deve essere onorato con dedizione totale».

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