La proprietà di Electroterni è disponibile ad un’eventuale partnership o vendita, di tutta o parte dell’azienda, qualora arriveranno proposte «serie e condivisibili»: è l’ultima novità emersa nel corso del nuovo incontro, andato in scena martedì mattina, tra azienda e sindacati per discutere del futuro del sito di viale Centurini, a rischio chiusura, e di quello di via Flagiello, anche questo in forte dubbio. Il confronto si è svolto nella sede ternana della Regione, alla presenza oltre dei tecnici regionali, delle organizzazioni sindacali, delle rsu, e dei rappresentanti di Confindustria (assente invece il Comune).
ELECTROTERNI CONFERMA CHIUSURA, PALLA ALLA REGIONE
I temi sul piatto
Per cercare di convincere l’azienda a desistere dalle intenzioni peggiori, la Regione ha illustrato tutti gli strumenti messi a disposizione dall’area di crisi complessa Terni-Narni, non solo sul fronte degli ammortizzatori sociali per i lavoratori, ma anche nel campo delle agevolazioni energivore e di possibili finanziamenti. Sulla scorta di questo ventaglio di ipotesi i sindacati, ribadendo la loro «contrarietà ad ogni ipotesi di chiusura», hanno sottolineato la possibilità di mantenere le produzioni a Terni, salvaguardando di fatto i livelli occupazionali. Da qui l’apertura da parte aziendale a valutare possibili proposte interessate all’acquisizione di parte o di tutto il sito, per il quale non mancherebbe il mercato, ma che – secondo la stessa azienda – è penalizzato da questioni infrastrutturali e logistiche oltre che da vincoli produttivi imposti dai clienti. Spiegazioni, queste, contestate più volte dai sindacati. Per ora, comunque, si continuerà con la cassa integrazione ordinaria in atto, poi il confronto verrà riaggiornato alla loro scadenza, cioè entro i primi 10 giorni di luglio. Intanto le vari parti si sono impegnate a valutare quanto emerso dall’incontro di martedì. In vista c’è anche un’importante commessa da parte di un cliente polacco che potrebbe permettere una boccata d’ossigeno.