Esplosione Marghera, un operaio proveniva da Terni

Si tratta di un 33enne di origine indiana che lavora per una ditta ternana e stava eseguendo un intervento di elettrosaldatura

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Risiede a Terni con la sua famiglia – lui è un cittadino indiano di 33 anni, sposato e padre di una bimba di 4 anni – uno due operai di nazionalità straniera rimasti gravemente feriti venerdì a seguito dell’esplosione e conseguente incendio verificatisi all’interno dell’azienda chimica 3V Sigma di Porto Marghera (Venezia). Il giovane lavora per una ditta ternana che si occupa di elettrosaldature. Il suo collega invece, di nazionalità romena, risiede a Correzzola (Padova) co la compagna, dove si è trasferito dopo aver vissuto e lavorato per anni a Terni. Entrambi ustionati, sono stati elitrasportati uno all’ospedale di Verona e l’altro in quello di Dolo (Venezia) e successivamente a Padova. Avrebbero riportato ustioni su oltre il 30% del corpo e si trovano ora ricoverati in terapia intensiva con riserva di prognosi.

La vicinanza della Fim Cisl

La Fim Cisl Umbria esprime «solidarietà e vicinanza alle famiglie dei lavoratori che sono stati coinvolti nell’incidente alla fabbrica 3V Sigma di Marghera. L’incidente ci lascia ancora una volta sgomenti ed addolora tutta la comunità ternana – dichiara la segreteria della Fim Cisl Umbria -. Nella consapevolezza che non basta solo indignarsi, come Fim siamo consapevoli che serve una cultura diffusa che garantisca la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro di tutte le persone. Il diritto alla sicurezza di un lavoratore è un bene assoluto che nessuno può cancellare».

Fiom Cgil: «Dolore e sgomento»

Anche la Fiom Cgil di Terni si unisce «al dolore e allo sgomento dei famigliari dei lavoratori feriti nell’esplosione in un’azienda a Porto Marghera, tra i quali anche due nostri concittadini. La sicurezza e la salute dei lavoratori devono essere sempre centrali nel rapporto di lavoro, è intollerabile che gli infortuni, a Terni e nel paese, siano direttamente proporzionati all’andamento del Pil. Quando succedono fatti come quelli di Porto Marghera – afferma la Fiom di Terni – siamo tuti sconfitti: imprese, sindacati e istituzioni, perché significa che c’è ancora da fare per tutelare i lavoratori e le lavoratrici indipendentemente dalla loro cittadinanza e residenza».

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