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Home » Esuberi alla Colussi: «Confronto prosegue»

Esuberi alla Colussi: «Confronto prosegue»

di Lucina Paternesi
19 Luglio 2017
in Altre notizie, Economia, Imprese, Lavoro, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Lo stabilimento Colussi

Lo stabilimento Colussi

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Il ‘caso’ Colussi arriva a palazzo Cesaroni. Durante la seduta del consiglio regionale di martedì grazie a un’interrogazione presentata da Giacomo Leonelli.

SINDACATI ALL’ATTACCO

La vicenda, già nota, vede circa una settantina di lavoratori, su 540, a rischio esubero legato allo spostamento della produzione delle fette biscottate dallo tabilimento umbro a quello di Fossano Cunnese, come ha deciso la proprietà ormai qualche settimana fa. «L’azienda è da sempre una eccellenza regionale nel settore della produzione industriale di prodotti del settore dolciario ed alimentare lavorati sia nello stabilimento di Petrignano sia in altri, tra i quali quello rinnovato di Fossano. I contratti di solidarietà – ha spiegato Leonelli – sono attivabili solamente fino a gennaio 2018 e si è in attesa che l’azienda presenti un piano industriale di rilancio e diversificazione della produzione nella sede di Assisi. Ulteriori ipotesi di licenziamenti – ha concluso – non sarebbero sostenibili in termini di tenuta del tessuto economico e sociale della regione e in particolare del perugino». 

Giacomo Leonelli

Piano di rilancio Negli ultimi cinque anni la Colussi ha evidenziato delle criticità riconducibili a una riduzione della domanda nel mercato di riferimento, con inevitabili ricadute in termini industriali e produttivi, situazione che ha penalizzato i fatturati e ha messo in crisi la tenuta occupazionale del gruppo. «Per fare fronte a questa situazione – ha spiegato nella sua risposta il vicepresidente Paparelli – l’azienda, d’intesa con le organizzazioni sindacali, ha nel 2014 predisposto un piano industriale di rilancio e attivato gli ammortizzatori sociali, prima la Cig e poi, dal 2015, i contratti di solidarietà ancora oggi vigenti.  Nel frattempo, nel 2016, come da accordi, l’azienda ha predisposto il primo piano di rilancio industriale, che in qualche modo invertiva la tendenza di valorizzare i prodotti ‘private label’ a scapito dei prodotti a marchio proprio, si è passati cioè alla valorizzazione e rafforzamento del marchio Colussi e dei prodotti propri e di qualità, vedi la campagna ‘no olio di palma’ e l’utilizzo di materiale di qualità, con un investimento di 40milioni di euro».

Le fette biscottate Nonostante gli investimenti, sia in termini impiantistici che di marketing, la situazione progressiva del gruppo ha continuato a presentare criticità anche nelle rilevazioni del 2017, l’azienda quindi ha annunciato che una parte delle produzioni di fette biscottate prodotte a Petrignano verrà trasferita a un altro stabilimento del gruppo, con inevitabili ricadute in termini di tenuta occupazionale nel sito umbro. «Va ricordato che nel corso dell’anno le previsioni di utilizzo della solidarietà si attestano a 155 mila euro. A fronte di questo, l’azienda ha predisposto un nuovo piano industriale che ha presentato alle organizzazioni sindacali alcuni giorni fa. Si tratta di un piano di interventi triennale che prevede investimenti complessivi per circa 80 milioni di euro, nello specifico 50 sarebbero investiti per un intervento massiccio sul marketing e sul riposizionamento dei marchi Colussi e Misura, gli altri 30 milioni sarebbero destinati al miglioramento e potenziamento impiantistico e di stoccaggio, nonché alla formazione e riconversione delle professionalità all’interno dell’organico di Petrignano. In questo contesto desta ovviamente preoccupazione la questione occupazionale, riconvertendo il dato ultimo di utilizzo della solidarietà a situazioni produttiva invariata».

Fabio Paparelli (Foto Mirimao)

Gli esuberi Ad oggi, dunque, risulterebbe un esubero di 95 unità mentre nel piano presentato dall’azienda gli esuberi previsti sono di 50-60 unità, l’obiettivo delle organizzazioni sindacali nel corso del confronto che è in atto è quello di ridurre al minimo gli esuberi dichiarati e eventualmente poter utilizzare tutta la strumentazione disponibile, prepensionamenti e uscite anticipate, in grado di ridurre al minimo l’impatto sociale e occupazionale conseguente alla riorganizzazione necessaria per rilanciare l’azienda. «In questa fase quindi è attivo il confronto tra l’azienda e le organizzazioni sindacali utile al raggiungimento di un accordo. Il prossimo incontro tra le parti è previsto il 25 luglio. In questo quadro la Regione – pur non avendo avuto richiesta di attivazione di tavoli, in quanto il confronto è produttivo e costante e va avanti, con incontri separati – sta monitorando la situazione mettendoci a disposizione anche noi con tutta la strumentazione necessaria e disponibile per poter salvaguardare al massimo i livelli occupazionali. In questo confronto noi non possiamo prendere parte ma mettere a disposizione ogni strumento utile a supportare il rilancio dell’azienda e a difendere i livelli occupazionali». 

Più attenzione Il consigliere Leonelli ha detto che la risposta dell’assessore è stata «esaustiva, ma purtroppo lascia campanelli d’allarme accesi, la trattativa è aperta e mi sembra congruo l’approccio della Regione che monitora e dà il suo contributo, dopo di che quello che dice l’assessore deve far sì che non si sottovaluti il tema. I numeri sono consistenti, nel territorio avrebbero un impatto forte. Quindi accanto all’auspicio di una soluzione soddisfacente, la Regione continui il suo impegno. Rilevo che il marchio Colussi Perugia è visibile nelle pubblicità, occorre mettere tutto l’impegno. Invito la Giunta a proseguire nell’attività di monitoraggio e interlocuzione, senza sottovalutare il tema. La storia – ha concluso – di questa realtà merita grande attenzione».

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