Ex Fcu e Pnrr: scatta la rimodulazione. Tre milioni per le stazioni nel Ternano

Via libera alla riorganizzazione dopo le ultime novità nell’ambito del PinQua. Coinvolte anche Cesi, Acquasparte e San Gemini

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di S.F.

Una riorganizzazione dell’iter con contestuale approvazione del nuovo cronoprogramma imposto dal Piano nazionale ripresa resilienza, il Pnrr. Il via libera è arrivato mercoledì in Regione e riguarda gli interventi legati al Programma innovativo per la qualità dell’abitare – PinQua – denominato ‘Vivere l’Umbria’ in merito, in particolar modo, alla riattivazione della linea ferroviaria ex Fcu: di mezzo ci sono anche le ristrutturazioni e le rifunzionalizzazioni delle stazioni ormai ‘abbandonate’ da tempo come quelle di Cesi, San Gemini e Acquasparta. Solo per queste l’importo complessivo sfiora i 3 milioni di euro e, come noto, tutto deve essere concluso e rendicontato entro il 31 marzo 2026.

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La stazione di Cesi

La riorganizzazione e la fase interlocutoria

In estrema sintesi è un atto necessario per la riorganizzazione del piano. Per un motivo semplice: le iniziali tempistiche del PinQua prevedevano il termine ultimo per la realizzazione fissato al 2033, poi c’è stato l’inserimento nell’ambito del Pnrr e, di conseguenza, c’è stato un ‘taglio’ sulle tempistiche di sette anni. Risultato? Modifiche per la procedura e soprattutto per il cronoprogramma da aggiornare onde evitare il rischio di perdere il finanziamento assegnato con il decreto ministeriale dello scorso 7 ottobre. «La fase attuale di accettazione del finanziamento – si legge nell’atto firmato dall’assessore alle infrastrutture Enrico Melasecche, dal direttore Stefano Nodessi Proietti e dal dirigente Paolo Gattini – è considerare interlocutoria, in quanto al momento non sono state ancora completamente definite ed emanate da parte del governo ed in particolare del ministero per l’economia e la finanza, le norme che regolano l’utilizzo dei fondi del Pnrr e quindi le specifiche procedure di gestione finanziaria, fisica e procedurale degli interventi finanziabili nel PinQua». Nel discorso rientrano anche Umbria Mobilità, Sviluppumbria e soprattutto l’Ater, vale a dire il soggetto attuatore del progetto per conto di palazzo Donini. In generale la proposta in questione prevede lavoro per ventiquattro unità abitative – costruzione o riqualificazione – ed il sostegno a spazi pubblici per 7.520 metri quadrati.

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La stazione di San Gemini

Le stazioni del territorio ternano

L’importo totale della proposta regionale è di poco inferiore ai 15 milioni di euro e coinvolge le stazioni di San Giustino, Città di Castello, Umbertide, Ramazzano (Perugia), Deruta, Marsciano, Todi, Massa Martana, Acquasparta, San Gemini e Cesi. Focalizzando il discorso sul territorio ternano – sulla metropolitana di superficie meglio stendere un velo pietoso tra sprechi, contesto ambientale e siringhe, al netto delle ultime vicissitudini – si parla di 1 milione e 65 mila euro per la rifunzionalizzazione della struttura di Acquasparta (633 metri quadrati di spazi pubblici che necessitano di un sostegno), 1 milione 194 mila euro per quella di San Gemini (640 mq di spazi pubblici) e 784 mila per Cesi (566 mq). Le attività dovranno essere segnalate per ogni trimestre e riguardano la progettazione, l’acquisizione/esproprio di immobili, appalto, affidamento, inizio lavori, ultimazione e collaudo. C’è una certezza: tra degrado, abbandono e situazione desolante c’è un bel po’ da fare.

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