Ex Novelli, lunedì incontro con il giudice

Terni, la protesta dei lavoratori di Alimentitaliani – che sono in sciopero – è arrivata fin sotto il tribunale. La visita del sindaco Di Girolamo

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I lavoratori sotto il tribunale

La protesta dei lavoratori di Alimentitaliani – la ormai ex Novelli – che sono in sciopero dopo la rottura delle trattative con la nuova proprietà, arriva nel centro di Terni ed in particolare sotto il tribunale.

La manifestazione ‘Indigesti’ non solo i 79 esuberi stimati dalla proprietà – contenuti nella bozza di accordo elaborata dal ministero – ma anche la sostanziale indisponibilità ad accedere agli ammortizzatori sociali. Anche se qualcosa, e l’impressione è che al tavolo prima o poi ci si tornerà, si è mosso. 

Lunedì dal giudice Un primo risultato i lavoratori lo hanno intanto raggiunto: lunedì prossimo, alle 15.30, una loro delegazione sarà ricevuta dal giudice fallimentare Luciana Nicolì, lo stesso magistrato che lo scorso 8 febbraio aveva respinto la richiesta di chiusura del concordato avanzata dall’ex cda ‘tecnico’ del Gruppo.

Il sindaco tra i lavoratori

Al Mise In attesa di un nuovo tavolo ‘ufficiale’, quello che vede la presenza anche delle istituzioni e della proprietà di Alimentitaliani, per la giornata di venerdì a Roma è stato fissato un incontro tecnico al Mise che vedrà presenti i sindacati nazionali (Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil) e i dirigenti del ministero dello sviluppo economico. Obiettivo: uscire dallo stallo e definire la ‘road map’ che dovrebbe condurre al nuovo incontro con l’azienda, con l’elaborazione di un’ulteriore bozza di accordo che potrebbe anche includere degli incentivi all’esodo.

Il sindaco Sotto il tribunale, giovedì mattina, è arrivato anche il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, che ha voluto ascoltare dalla viva voce dei lavoratori quelle che sono le loro preoccupazioni e rivendicazioni. «Non una visita formale – ha spiegato il sindaco – ma la semplice volontà di dimostrare la vicinanza delle istituzioni a chi, come queste persone, sta difendendo il proprio diritto al lavoro».

IL SINDACO TRA I LAVORATORI – IL VIDEO

L’assemblea di mercoledì mattina

La cassa integrazione Accanto agli esuberi, alle esternalizzazioni, all’azzeramento degli scatti di anzianità ed agli investimenti – tutti argomenti già illustrati nella proposta bocciata dai sindacati al Mise – è infatti emersa la disponibilità, a parole, dell’azienda ad avviare le procedure per la cassa integrazione straordinaria per ‘area di crisi complessa’ e a ‘limare’ i 79 esuberi stimati fra i siti di Terni, Amelia, Spoleto e Cisterna di Latina.

La Cgil Presenti insieme ai lavoratori, fuori dal palazzo di giustizia, anche il segretario della Camera del lavoro di Terni, Attilio Romanelli, e Alessandro Rampiconi della Cgil. Per quest’ultimo «la battaglia sindacale riguarda tutte le aziende del gruppo e noi la porteremo avanti, insieme ai lavoratori, per far sì che la proprietà torni a ragionare nel merito, valutando con buonsenso le soluzioni che possono essere attuate».

LE PAROLE DEL NUOVO PADRONE – IL VIDEO 

Saverio Greco, AD Alimentitaliani

La proprietà È stato l’amministratore delegato di Alimentitaliani, Saverio Greco, a chiarire il punto di vista della proprietà, dopo aver chiuso il confronto ‘locale’ – visto che il tavolo è e rimane quello del Mise – con sindacati e rsa: «Abbiamo accettato, anche per dovere istituzionale, la proposta emersa martedì al ministero ma i sindacati hanno fatto saltare il tavolo. Noi abbiamo proposto di attivare per il sito di Terni la cassa di integrazione per ‘area di crisi complessa’, l’unica possibile, con un progetto condiviso da Regione e Mise per la ricollocazione dei dipendenti che in parte potrebbero rientrare nella new-co che intendiamo creare per gestire tutta la parte amministrativa dell’ex Novelli e anche di altre aziende del gruppo I Greco. Stranamente, però, i sindacati hanno posto altre questioni che sembravano superate e l’accordo non è stato possibile».

Gli esuberi «Non abbiamo aumentato il numero degli esuberi – ha detto Saverio Greco – che erano 68 al netto dei 16 operai di Latina. Oggi sono 79 compresi quest’ultimi. In realtà gli esuberi amministrativi sono passati da 68 a 63 e potrebbero scendere anche di qualche altra unità perché vogliamo razionalizzare ma creando il minor danno possibile ai dipendenti. Il nostro obiettivo resta quello di salvare questa azienda ma se l’atteggiamento resta questo e se i sindacati non accettano l’accordo entro mercoledì sera, ci sentiremo liberi nei confronti di tutti di prendere qualsiasi decisione, compreso il ritiro della domanda di concordato con conseguente fallimento. Non siamo venuti qui per fare la guerra a nessuno e per uscire da questa situazione serve l’aiuto di tutti. Ai lavoratori che abbiamo convocato mercoledì mattina abbiamo semplicemente detto: fate quello che volete, scioperate pure, ma sappiate e riflettete sul fatto che stiamo correndo dei rischi perché sospendendo le forniture anche per un solo giorno, c’è il rischio che fallisca e chiuda l’intero Gruppo. Vogliamo risolvere i problemi strutturali di questa azienda per dedicarci esclusivamente alle attività imprenditoriali che significa andare a trovare i clienti e vendere i nostri prodotti».

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