Farmacia Terni, M5S: «C’è nuovo debito»

Thomas De Luca: «Altri 700.000 euro in più nel piano di predissesto. Mentre il Partito Democratico gioca all’ingegneria contabile, c’è una città in ginocchio»

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«Debiti fuori bilancio come se piovesse. Altri 700.000 euro in più non dichiarati dall’amministrazione comunale nel piano di predissesto, ma è solo l’inizio». La stilettata arriva dal capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale a Terni, Thomas De Luca.

Thomas De Luca

Il Ministero «A seguito della ricognizione, imposta dal Ministero, sul rapporto debiti-crediti tra l’amministrazione e le sue società partecipate – dice De Luca – per ciò che concerne la società Farmacie Terni srl sono emersi nuovi debiti fuori bilancio per 53.159,94 euro. Presenteremo richiesta di accesso agli atti sulle singole fatture, ma è leggittimo chiedersi se tali fatture riguardino la gestione dei canili comunali».

I lavori A questa modesta cifra, prosegue il capogruppo del M5S, «vanno però aggiunti ulteriori debiti non dichiarati, ovvero quelli relativi ai lavori svolti sugli immobili che sarebbero dovuti entrare a far parte del patrimonio della società, ma che in realtà sono rimasti in possesso dell’ente. Dopo 23 anni infatti emerge come il perfezionamento del passagio degli immobili di vico Politeama non sia mai avvenuto creando, de facto, un debito fuori bilancio di circa 650.000 euro. Debiti su debiti ma c’è il coniglio dentro al cilindro dell’assessore: vendere le quote delle farmacie comunali, pagare i loro debiti con il patrimonio comune. Fin qui nulla di nuovo rispetto a ciò che vediamo ogni giorno, se non fosse che a copertura dei “buffi” c’è solo fuffa».

Una farmacia comunale

Le licenze Farmacia Terni srl, argomenta De Luca, «è una società in-house, ovvero una azienda strumentale a totale proprietà dell’amministrazione a cui sono affidate direttamente le licenze delle farmacie. L’alienazione delle quote ad un soggetto privato avrebbe come diretta conseguenza la perdita dell’affidamento con impossibilità del comune di svolgere una gara a doppio oggetto per licenze che sono in capo alla Regione Umbria. Meno sette milioni, quindi, più settecentomila. Mentre il Partito Democratico gioca all’ingegneria contabile, c’è una città in ginocchio e decine di lavoratori, famiglie lasciate nella totale incertezza sul loro futuro. Il punto di non ritorno».

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