Fere, mercato al via: sfoltire e rinforzare

Confermato e ‘limitato’ Pochesci, mercoledì parte una fase da non fallire per la Ternana: serve ‘tagliare’ e soprattutto aggiungere forza a una rosa che non può farne a meno

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di S.F.

Luca Evangelisti, direttore sportivo della Ternana

La ripartenza dalla zona retrocessione, la presenza di Sandro Pochesci al ‘Castellani’ di Empoli – salvo improbabili accadimenti – per la sfida alla squadra di Andreazzoli e l’esigenza di muoversi per bene sul fronte acquisizioni. Il 2018 della Ternana inizia da queste certezze dopo il burrascoso mese di dicembre e l’epilogo negativo di Avellino: mercoledì via libera alla sessione invernale del mercato con discreto lavoro in arrivo per il ds Luca Evangelisti. E non solo in entrata.

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Rosa da sfoltire… Le difficoltà nel cedere giocatori in esubero nella scorsa estate dovranno essere risolti in questa fase. Perché se da un lato il tecnico romano ha impiegato quasi la totalità della rosa – venticinque giocatori – a disposizione, dall’altro ben sette di loro hanno avuto un minutaggio inferiore ai cento minuti: Gigli, Capitani e Franchini hanno chiuso senza presenze, Sala protagonista solo a Frosinone (ma questo rientra nella normalità considerando che è il terzo portiere), Bombagi e Taurino sono stati impiegati in una circostanza e, infine, Candellone ha all’attivo tre spezzoni per complessivi quarantasette minuti. Ci si poteva attendere inoltre un utilizzo diverso di Bordin, uno dei rossoverdi considerati di maggior talento dal direttore sportivo delle Fere: per lui l’esperienza a Terni potrebbe essere già terminata. Tra gli ‘Over’ c’è a rischio anche Daniele Marino, più che altro per liberare una casella per i nuovi arrivi.

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… e rinforzare Le cessioni giocoforza sono collegate agli acquisti che dovranno essere perfezionati per aggiustare il tiro. Visti i risultati del girone d’andata e i limiti dimostrati, la società sarà costretta – a meno che non si voglia rischiare fino in fondo –  a correre ai ripari rinforzando in special modo il settore difensivo: a livello individuale i deficit più evidenti, al di là della tipologia di gioco di Pochesci, si sono ‘ammirati’ proprio nella retroguardia rossoverde. D’altronde i trentotto gol incassati – peggior rendimento dal 1949 – sono tutt’altro che casuali, seppur dal post Frosinone la Ternana abbia di fatto dimezzato il numero di marcature subite. In mediana non c’è abbastanza qualità, mentre davanti è servita l’esplosione di Montalto per garantire alle Fere il miglior score offensivo dal 2003; per quel che concerne gli altri è chiaro che in fase di finalizzazione – Carretta in testa – i rossoverdi abbiano evidenziato più di qualche affanno.

Mattia Finotto

Le delusioni Attacco e difesa, da questi reparti sono arrivate le più grandi delusione del girone d’andata. Daniele Gasparetto e Mattia Finotto, entrambi provenienti dalla trionfale stagione di Ferrara con la Spal, sono stati protagonisti – spesso – di prestazioni negative per errori individuali (il centrale veneto) o per mancanza d’incisività (la punta). Rendimento costante e sufficiente per l’altro giocatore con una buona esperienza in categoria alle spalle, Paolucci.   

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Stefano Bandecchi

In un contesto simile nello scorso inverno – un punto di meno, penultimo posto e tre punti di gap dalla zona salvezza, in questa stagione i rossoverdi sono a due lunghezze di distanza – la famiglia Longarini decise di operare in maniera massiccia prelevando Rossi, Pettinari, Monachello, Acquafresca, Ledesma, Diakité e Sissoko (quest’ultimo rescisse dopo nemmeno un mese, andando a finire in Indonesia nelle fila del Mitra Kukar). Tra il buon lavoro dell’ex ds Pagni, l’arrivo di Liverani – post parentesi nefasta di Gautieri – e il fondamentale aiuto dei neo acquisti nella parte finale della stagione i rossoverdi riuscirono a salvare la categoria. Una permanenza in B che costò cara – nel vero senso della parola – alla proprietà. Ora la ‘prova’ mercato è per Stefano Bandecchi. Partito il tourbillon di nomi, con il 21enne della Roma – in prestito allo Spezia – Arturo Calabresi  e Marco Firenze (elogiato anche di recente da Pochesci, in uscita da Vercelli) in testa.

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La procura in questione

Bandecchi, Longarini e la procura E a proposito del manager romano e dell’imprenditore livornese a capo della Niccolò Cusano, a dicembre tra i due c’è stato un contatto per una sorta di ‘riorganizzazione’ delle questioni aperte pre 30 giugno. Come già scritto, il 29 novembre Longarini è stato nominato – la proprietà chiarì subito che quella fase era già stata superata, seppur per ora l’atto risulti ancora attivo, si ribadisce che si tratta di un ruolo che non incide in alcun modo sulla gestione ordinaria e straordinaria della società – procuratore ‘speciale’ per, in sostanza, proseguire la gestione delle pendenze aperte (passive e attive) riguardante il periodo con il 33enne al vertice gestionale: in estrema sintesi, come già previsto dall’accordo di giugno per il post secondo ‘closing’, Longarini aveva in carico una ‘cassa’ sia per le posizioni attive (contributi Lega 2016-2017, cessione Palumbo ecc., per fare degli esempi) che per le passive (debiti ma, soprattutto, i contenziosi in essere con l’ex presidente Deodati, l’ex amministratore unico Zadotti, l’ex ds Cozzella e il Comune). Un’operazione pianificata in estate in vista dell’ascesa di Ranucci nel ruolo di amministratore unico e del conseguente ‘decadimento’ di Longarini: le motivazioni risalgono nella mancanza di tempo per effettuare una due diligence – nella valutazione, ovviamente, sarebbero dovuti entrare i vari contenziosi – completa a giugno e nell’evitare problemi di qualsiasi tipo alla nuova proprietà. Questo in origine. Poi il confronto tra le parti – da non dimenticare, in particolar modo, il tema ‘Liberati’ e conti in sospeso con il Comune – e la decisione di far controllare la situazione in toto alla Unicusano. Ragione? Conviene a tutti.

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