Firmato il nuovo Dpcm: tutte le misure previste fino al 6 aprile

Il premier Draghi ha firmato il nuovo decreto in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. La chiusura delle scuole scatterà in tre casi

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Il presidente del consiglio Mario Draghi ha firmato il nuovo Dpcm in vigore dal 6 marzo al 6 aprile prossimo. «Si tratta di un decreto frutto di un confronto importante con il Parlamento – ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza -, con le Regioni e con il nostro Comitato tecnico scientifico. Il principio guida è la tutela della salute. Siamo convinti, come Governo, che per far ripartire il Paese serva vincere la battaglia sanitaria, prima mattonella per la ricostruzione di una fase espansiva. In questo momento la curva dei contagi sta dando segnali di chiara risalita e stiamo facendo i conti con alcune varianti temibili, come quella inglese, oggi prevalente, ed anche con le varianti brasiliana e sudafricana. Di fatto il Dpcm mantiene le misure essenziali vigenti, conferma la divisione del Paese in aree che corrispondono a colori sulla base del quadro epidemiologico di ciascun territorio: zone rosse, arancioni, gialle, bianche. Accanto a ciò, ci sono interventi mirati da parte dei presidenti di Regione su aree specifiche, sub regionali. L’innovazione più rilevante di questo decreto riguarda le scuole: la variante inglese ha una forte capacità di penetrazione fra le fasce più giovani. Ciò ci ha fatto decidere che in zona rossa le scuole di ogni ordine e grado saranno con didattica a distanza; lo stesso vale per i territori dove l’incidenza (casi ogni 100 mila abitanti, ndR) calcolata su 7 giorni, sarà uguale o superiore a 250. Siamo ancora in una fase epidemiologica delicata e serve il contributo di tutti. L’epidemia non si vince con un Dpcm o un’ordinanza – ha detto Speranza -, ma con l’impegno di ciascuno di noi».

IL PRIMO DPCM DI DRAGHI – DOCUMENTI (.PDF)
LE SCHEDE RIEPILOGATIVE DEL NUOVO DPCM
SPECIALE COVID – UMBRIAON

«200 milioni di euro per i congedi parentali»

Mariastella Gelmini, ministro degli affari regionali, ha spiegato che «il decreto non è ‘last minute’ e disegna un cambio di passo nei tempi e nel metodo, cercando di minimizzare i disagi per cittadini e imprese. Oggi abbiamo definito un aspetto relativo alla scuola ed ora il Dpcm è completo, definitivo. C’è stato scambio e confronto con le regioni, i comuni ed i loro rappresentanti. Abbiamo provato a recepire le indicazioni, acquisendo il punto di vista degli amministratori, di chi sul territorio deve rispondere alle esigenze dei cittadini. E alcune proposte sono state accolte, come l’entrata in vigore di eventuali nuove misure dal lunedì. Dal 27 marzo, prenotando online, si potranno poi tornare a frequentare alcuni luoghi della cultura. Non possiamo già annunciare l’apertura di attività economiche chiuse da tempo, siamo ancora in un regime di restrizione che non ci consente voli pindarici. Ma sul piano governativo, crediamo siano stati dati segnali di discontinuità importanti, come le nomine del nuovo commissario per l’emergenza Covid e del capo della Protezione civile. Venerdì si svolgerà la prima riunione sul tema dei vaccini con la conferenza delle regioni, dei comuni e delle province: sarà un momento importante per accelerare sull’obiettivo principe. Infine con il ‘Decreto sostegno’ stanzeremo oltre 200 milioni di euro per affrontare il tema dei congedi parentali».

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La presenza delle varianti in Italia

Il presidente dell’ISS SIlvio Brusaferro ha spiegato che «al 18 febbraio la variante inglese ha una prevalenza stimata al 54% ed è dominante nel quadro epidemiologico italiano. Abbiamo una stima di prevalenza del 4,3% per la variante brasiliana che risulta presente soprattutto in Umbria, Toscana, Lazio e Marche. Ci sono poi segnali della variante sudafricana, con stima attorno allo 0,4%. La variante inglese è maggioritaria e lo diventerà sempre di più: ha un’elevata trasmissibilità e per questo vanno ridotte le opportunità di trasmissione. Per la variante brasiliana la sfida è il contenimento: individuarla subito e intervenire in maniera quasi chirurgica per scongiurarne la diffusione. Si tratta di una doppia strategia che deve accompagnarci nelle prossime settimane con un monitoraggio stretto ed un forte supporto alle vaccinazioni. La minore incidenza di casi sulle fasce vaccinate si inizia a vedere ed è questa la strada verso una prospettiva di riapertura e convivenza con questo tipo di epidemia». Franco Locatelli, presidente del CSS, ha aggiunto che «la variante inglese ha una maggiore incidenza in età pediatrica rispetto al virus originario. C’è un aumento di numero dei casi fra i bambini ma va ribadito chiaramente che questo maggiore potere infettante non si associa ad una patologia più grave. In età pediatrica, il numero di soggetti che necessitano di ospedalizzazione non differisce da quanto osservato nei primi mesi della pandemia: i bambini rimangono fortunatamente risparmiati dalle conseguenze più gravi. Circa il rapporto vaccini-varianti, sappiamo da tempo che la variante inglese non mostra resistenza all’effetto protettivo indotto dalla vaccinazione con tutti e tre i prodotti oggi disponibili nel Paese. Per quel che riguarda la variante brasiliana, va sottolineato che da un lato ci sono segnalazioni da parte di colleghi brasiliani di soggetti reinfettati, tuttavia non c’è alcuna pubblicazione scientifica ad oggi che abbia messo nero su bianco tale aspetto e il dato andrà verificato con studi programmati anche in Italia. È importante sottolineare che le eventuali reinfezioni non dovrebbero connotarsi con forme di particolare gravità. Al massimo ci si può aspettare una reinfezione con modeste conseguenze».

Focus variante nigeriana

Circa la variante nigeriana, individuata nel Bresciano e temuta anche per la presunta capacità di aggirare i vaccini, Brusaferro ha detto che «nei prossimi mesi dovremo convivere con l’emergenza continua delle varianti e alcune mutazioni sono più ‘competitive’ perché permettono al virus di replicarsi. Abbiamo segnalazioni continue di varianti ma il sequenziamento è decisivo. Non mi sento di esprimermi sulla variante nigeriana, al momento. Dobbiamo prepararci comunque a vivere con tale tipo di struttura: servono monitoraggio continuo dell’andamento dell’epidemia, una capacità sempre più potente di sequenziamento e vaccinazioni a tappeto». Locatelli ha spiegato che «il virus, con un meccanismo di pressione selettiva, tende a mutare con l’emersione di alcune varianti con maggiore capacità contagiante. Da qui a dire che tale variante nigeriana possa sfuggire all’effetto dei vaccini, andrei straordinariamente cauto. Servono sobrietà, anche comunicativa, e senso di responsabilità».

In vista della Pasqua

Festività pasquali e ricongiungimenti familiari: il ministro Speranza ha spiegato che «il Governo valuterà l’evoluzione della curva epidemiologica e come adeguare le misure rispetto ad un obiettivo che per ora è distante sul piano temporale. Al momento le misure sono queste e coprono anche le festività pasquali».

La sintesi del nuovo Dpcm

Zone bianche

Nelle zone bianche si prevede la cessazione delle misure restrittive previste per la zona gialla, pur continuando ad applicarsi le misure anti-contagio generali (come, per esempio, l’obbligo di indossare la mascherina e quello di mantenere le distanze interpersonali) e i protocolli di settore. Restano sospesi gli eventi che comportano assembramenti (fiere, congressi, discoteche e pubblico negli stadi). Si istituisce un ‘tavolo permanente’ presso il ministero della Salute, con i rappresentanti delle regioni interessate, del Comitato tecnico scientifico e dell’Istituto superiore di sanità, per monitorare gli effetti dell’allentamento delle misure e verificare la necessità di adottarne eventualmente ulteriori.

Scuola

Zone rosse – Dal 6 marzo, si prevede nelle zone rosse la sospensione dell’attività in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia ed elementari. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

Zone arancioni e gialle – I presidenti delle Regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica: nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti; nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100 mila abitanti nell’arco di 7 giorni; nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.

Musei, teatri, cinema e impianti sportivi

Nelle zone gialle si conferma la possibilità per i musei di aprire nei giorni infrasettimanali, garantendo un afflusso controllato. Dal 27 marzo, sempre nelle zone gialle, è prevista l’apertura anche il sabato e nei giorni festivi. Dal 27 marzo, nelle zone gialle si prevede la possibilità di riaprire teatri e cinema, con posti a sedere preassegnati, nel rispetto delle norme di distanziamento. La capienza non potrà superare il 25% di quella massima, fino a 400 spettatori all’aperto e 200 al chiuso per ogni sala. Restano chiusi palestre, piscine e impianti sciistici.

Attività commerciali

In tutte le zone è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto.

Servizi alla persona

Nelle zone rosse, saranno chiusi i servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici.

Spostamenti da e per l’estero

Si amplia il novero dei Paesi interessati della sperimentazione dei voli cosiddetti ‘Covid tested’. A chi è stato in Brasile nei 14 giorni precedenti, è consentito l’ingresso in Italia anche per raggiungere domicilio, abitazione o residenza dei figli minori.

Tavolo di confronto con le Regioni

È istituito un tavolo di confronto presso il ministero della Salute, con componenti in rappresentanza dell’Istituto superiore di sanità, delle Regioni e delle Province autonome, del ministro per gli affari regionali e le autonomie e del Comitato tecnico-scientifico, con il compito di procedere all’eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico, in considerazione anche delle nuove varianti.

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