Dramma a Foligno, dove all’alba di giovedì – i fatti sarebbero accaduti fra le ore 6 e le 6.30 – un uomo di 56 anni originario di Napoli, Salvatore Postiglione, capo operaio in ambito edile, dipendente di una ditta folignate e residente da anni nella città della Quintana, è stato accoltellato a morte: sarebbero oltre una decina i colpi inferti con violenza e che non gli hanno lasciato scampo.
Il terribile fatto di sangue è avvenuto in un parcheggio della zona artigianale della Paciana, tra via Lagio Maggiore e via La Louvière, a pochi passi dalla superstrada. Lì Salvatore Postiglione ci era arrivato a bordo di un’auto aziendale, una Citroen Xsara, per incontrare i colleghi di lavoro con cui avrebbe dovuto raggiungere un cantiere.
Il 56enne di origini campane, umbro d’adozione, potrebbe essere stato aggredito al culmine di una lite con una persona – l’omicida – che conosceva già e che forse lo stava aspettando nel parcheggio, in un contesto coperto da una coltre di nebbia che potrebbe aver favorito l’azione e ridotto al minimo eventuali testimoni. Trasportato all’ospedale ‘San Giovanni Battista’ dagli operatori del 118, l’operaio è morto poco dopo e nonostante i tentativi dei medici di salvargli la vita.
Subito sono scattata le indagini, senza sosta, da parte del personale del commissariato di pubblica sicurezza di Foligno, della squadra Mobile e della polizia Scientifica di Perugia, con il coordinamento della procura della Repubblica di Spoleto nella persona del pm Vincenzo Ferrigno, portatosi sul posto per esaminare la scena del delitto.
Ad accorgersi per prime del 56enne, a terra in una pozza di sangue e agonizzante – una delle ipotesi è che sia stato colpito in auto e poi abbia cercato inutilmente di fuggire – sarebbero state due addette alle pulizie che hanno subito lanciato l’allarme: la vettura utilizzata dal Postiglione era ancora accesa, e ci resterà a lungo, con il finestrino lato conducente abbassato a metà e lo sportello lato passeggero aperto.
Al vaglio testimonianze, le immagini delle telecamere presenti in zona, il telefono della vittima e i contatti avuti. E anche – ovviamente – ogni possibile traccia che, sul luogo dei fatti, è stata repertata dalla polizia di Stato. Probabilmente gli inquirenti hanno già un’idea piuttosto chiara ma è necessario ‘cristallizzarla’, prima che il lavoro investigativo possa sfociare in qualcosa di più concreto. L’arma utilizzata, al momento, non è stata ancora ritrovata.
Nel passato della vittima, privo di precedenti significativi, non ci sarebbero tracce di situazioni tali da poter essere ricollegate alla tragica e brutale aggressione di mercoledì mattina. Salvatore Postiglione lascia la moglie ed il figlio e tanti amici e colleghi che gli volevano bene e lo stimavano, come persona seria, affidabile e di grande umanità. Uccisa con tanta rabbia ma – ancora – senza un perché.