In tre sono già usciti dal processo dopo aver liquidato – tecnicamente ‘oblazione’ – la sanzione prevista. Altrettanti – tre ternani di 57, 46 e 32 anni – sono a giudizio davanti al tribunale monocratico, giudice Massimo Zanetti, con l’accusa di ‘accensioni ed esplosioni pericolose’.
L’evento La vicenda trae origine dall’evento ‘Liberi Festeggiamo’ organizzato dall’associazione Primi della Strada allo stadio Liberati di Terni, il 19 maggio del 2012, per celebrare la promozione della Ternana, al tempo guidata da Domenico Toscano, in serie B.
Festa Una festa incentrata sulla partita amichevole fra la Ternana e una selezione di ‘vecchie glorie’ rossoverdi, che aveva fra i suoi scopi la raccolta di fondi in favore del reparto di terapia intensiva neonatale del Santa Maria. Una serata che aveva riportato tanta gente allo stadio – circa 4 mila presenti – e quindi decisamente ben riuscita.
I fuochi d’artificio Fra gli eventi di contorno, ce n’era anche uno fatto di fuochi di artificio ‘sparati’ dall’anello superiore della Est. Lo spettacolo pirotecnico, non previsto dalle autorizzazioni rilasciate dal Comune per la serata, era finito sotto la lente della Digos che, oltre ad individuare gli autori, aveva documentato e segnalato il tutto all’autorità giudiziaria, evidenziando una situazione di «grave rischio per gli spettatori presenti».
Rinvio Da qui il processo con sei imputati, diventati poi tre e difesi dagli avvocati Massimo Carignani e Francesco Mattiangeli. L’udienza di venerdì mattina, in cui era prevista la presenza dell’ex bomber rossoverde Riccardo Zampagna come testimone citato dal pm, si è conclusa con un rinvio ‘secco’ dovuto ad un difetto di notifica degli atti.
«Nessun pericolo» L’avvocato Carignani, difensore di due dei tre imputati, confida in una conclusione positiva del procedimento: «Riteniamo che lo spettacolo pirotecnico, nel contesto di una serata di festa, non abbia causato alcun pericolo ai presenti. Peraltro l’evento ha realizzato lo scopo benefico che era alla base della sua importante finalità sociale».