Giornale dell’Umbria, è ancora scontro

Stipendi pagati, ma non a tutti: nuova offerta agli ex dipendenti. Prosegue la battaglia legale tra vecchi e nuovi soci

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L.P.

Stipendi pagati, ma non proprio a tutti. Con una raccomandata, con ricevuta di ritorno, gli ex giornalisti – ormai di ex si deve parlare – sono stati avvisati dall’attuale proprietà del Giornale dell’Umbria che sono stati disposti i pagamenti della mensilità di dicembre 2015.

Collaboratori senza stipendio Dopo numerosi solleciti, dunque, la Gifer, sotto la direzione di Giuseppe Incarnato, ha quindi dato avvio al pagamento delle mensilità arretrate ma solo relative ai dipendenti. Nulla è ancora arrivato sui conti correnti dei collaboratori. «Si tratta di colleghi che hanno lavorato fino all’ultimo giorno di uscita del quotidiano e che, in maniera del tutto arbitraria, vengono praticamente ignorati dal liquidatore», spiegano dal Cdr.

Nuova cooperativa? Ironia della sorte, nella stessa lettera che porta la firma dell’ex direttore Luigi Camilloni, nonché liquidatore della società, si rivolge un’imperdibile offerta a tutti i dipendenti. «Vi comunichiamo – si legge nella lettera – che abbiamo dato disponibilità a fittare la testata del quotidiano ‘Il Giornale dell’Umbria’ a favore di ex dipendenti, in qualunque forma costituiti ed anche se in numero parziale minimo di 5 ex dipendenti della scrivente società, al canone mensile di euro 10 mila prevedendo un periodo di gratuità di 6 mesi».Una proposta, questa, che il Cdr dichiara inammissibile. Come si può, è la domanda, «continuare ad editare un quotidiano senza struttura pubblicitaria, senza contributo pubblico e senza una sede. Una proposta che il Cdr ha già respinto un mese fa ritenendo che si tratti di un altro tentativo di far ricadere colpe per la mancata prosecuzione dell’attività editoriale e costi sul personale giornalistico e poligrafico di Geu1819 per continuare un’avventura illusoria».

‘Ricomprarmi il posto di lavoro’ E’ questo lo sfogo su facebook di una delle firme storiche del Giornale, Massimo Sbardella: «Riassumo i termini: non ti pago l’ultimo mese di lavoro, gli 8 mesi del mancato preavviso, le ferie ed i permessi non goduti, il tfr. Stiamo sui 40mila euro, nel mio caso. In cambio, pago, con gli altri colleghi-imprenditori, 10mila euro al mese a Incarnato e soci per avere una testata demolita in 4 mesi e che ha rinunciato al contributo pubblico. Un prezzone da amico, grazie».

Arretrati «Sette mesi fa – prosegue Sbardella – la precedente proprietà ci aveva fatto – allora ero nel cdr – un’altra offertona: rinunciate a Tfr e 8 mensilità e vi ‘regaliamo’ la testata beneficiaria del contributo. A questa, dopo un primo intervento delle allibite istituzioni, veniva aggiunta l’offerta di 200 mila euro una tantum (meno di due mesi di costo di un quotidiano). Ora vi faccio io un’offerta per voi, vecchi e nuovi proprietari, molto vantaggiosa: mi date entro una settimana i miei soldi ed io non vi denuncio a tutti quanti, chiedendovi anche i danni. Perché sono un amico, ovvio».

Tavolo E mentre il 12 febbraio si riunirà il tavolo di crisi aperto in Regione, gli ex dipendenti lanciano un nuovo allarme. «È di questi giorni, infatti, una missiva firmata dall’avvocato Luciano Ghirga – che assiste la vecchia proprietà – con cui, nei fatti, viene destituito di fondamento quanto finora affermato dal dottor Incarnato circa i debiti della società Geu1819 soprattutto in relazione al versamento delle quote relative al Tfr del corpo giornalistico e poligrafico» spiegano dal Cdr ricordando, tanto alla vecchia quanto alla nuova proprietà, «che il trattamento di fine rapporto è un diritto inalienabile dei lavoratori e deve essere corrisposto nei tempi previsti dalla legge».

Nessun buco In una perenne guerra fatta con scambi di lettere tra avvocati, intanto la vecchia proprietà, per bocca dei difensori di Francesca Colaiacovo. Ernesto Cesaretti, Giampiero Bianconi e Giambaldo Traversini, diffida la nuova proprietà e invita a smentire il paventato buco di bilancio. «L’obbligo di legge è stato pienamente assolto», si legge nella missiva e il saldo finale delle poste di bilancio, con una perdita di esercizio che al 31 dicembre 2014 era di 636,621 euro è stato integralmente ripianato dai soci cedenti. Una storia di cui, secondo la vecchia proprietà, lo stesso Incarnato era pienamente al corrente. Così come, secondo l’avvocato Ghirga che difende gli ex soci, è infondato e pretestuoso parlare di un patto parasociale attraverso il quale la vecchia proprietà avrebbe dovuto supportare le esigenze del Giornale dell’Umbria, quei 320 mila euro che, per Incarnato, non sono mai stati versati.

Tfr La speranza, ormai unica, è che al tavolo regionale possano finalmente arrivare risposte adeguate in merito al versamento del Tfr, al pagamento del mancato preavviso per i licenziamenti di gennaio, compresa la mensilità di gennaio e di tutte le spettanze che devono essere ancora corrisposte al personale del Gdu, siano essi giornalisti, poligrafici che collaboratori ai quali non risulta ancora versato l’ultimo pagamento per le collaborazioni. Nel frattempo, tutti i giornalisti sono stati invitati da Camilloni a restituire l’equipaggiamento mobile in dotazione, da pc a portatili, smartphone, tablet e quant’altro ancora in uso presso la sede aziendale e previo appuntamento da concordare con lo stesso ex direttore.

Nuova mobilitazione Per tenere alta l’attenzione sulla vicenda del Giornale dell’Umbria, tutt’altro che conclusa, il personale annuncia inoltre che sta preparando una mobilitazione che prevede una protesta dei lavoratori sia sotto le sedi istituzionali umbre sia presso le sedi eugubine della vecchia proprietà.

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