‘Green New Deal’ a Terni: «È il futuro»

Conversione del tessuto produttivo con gli strumenti messi a disposizione dall’Europa: Patalocco (Pd) invita tutti ad agire

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di Leonardo Patalocco
del coordinamento comunale Pd Terni

Leonardo Patalocco

Sarebbe un delitto lasciar cadere nel dimenticatoio l’appello fatto dal responsabile Cisl di Terni, Riccardo Marcelli (intervenuto su Il Messaggero, ndr), in merito alla possibilità di fare della nostra città un ‘laboratorio green’ che veda nello sviluppo sostenibile, nell’innovazione tecnologica e nella riqualificazione urbana i volani della crescita del territorio nel prossimo futuro.

L’Italia e le sue realtà locali, dalle regioni ai complessi urbani minori, potranno ora beneficiare di uno strumento fornito dall’UE che prende il nome di ‘Green New Deal’, il piano messo a punto dalla presidente della commissione Ursula Von Der Leyen e che, tra le altre misure, mette a disposizione un fondo di 100 miliardi di euro rivolto a regioni e settori locali in grado di realizzare progetti di riconversione energetica efficiente. Un provvedimento questo in grado di portare benefici enormi in termini di posti di lavoro e di riduzione dell’inquinamento.

Nell’area Terni-Narni il mondo dell’imprenditoria si è già mosso in questa direzione: lo scorso anno Ast ha annunciato il suo primo bilancio di sostenibilità aziendale, mentre è di qualche mese fa la nascita del primo ‘Distretto italiano della sostenibilità’ attraverso un protocollo d’intesa firmato tra Confindustria Umbria e Fondazione Carit al quale hanno già aderito otto aziende del territorio.

La seconda fase del piano di sviluppo del Distretto prevede poi il coinvolgimento, oltre che di altre realtà imprenditoriali, anche delle istituzioni che vanno chiamate a fare la loro parte al fine di creare un clima attrattivo per favorire la riconversione dell’economia ternana. Dopo il mondo imprenditoriale e il mondo sindacale, quindi, adesso a spingere nella direzione ‘green’ devono essere i soggetti politici e positivo è il richiamo al Comune di Terni affinché aderisca al progetto ‘Urban Rigeneration’.

Cogliere questa opportunità, però, è preciso dovere anche delle forze di opposizione della città che devono contribuire nel supportare i soggetti privati che hanno deciso di intraprendere questa strada e devono sostenerli nel fare rete e nello sviluppare sinergie, aiutando a mettere in campo tutti i provvedimenti atti a creare un clima attrattivo in termini di regolamenti e in termini economici e culturali e fornendo contributi con idee e proposte.

Quello ternano è un territorio che, come giustamente ricordato, vede la forte presenza di multinazionali; ciò comporta che la gestione dei processi europei sia particolarmente importante per la ricaduta che questi ultimi hanno sulla nostra città. Il ‘Green New Deal’ può essere la visione che Terni può sviluppare nei prossimi anni, Terni può essere frontiera. La politica tutta può e deve cogliere immediatamente la sfida e fare la sua parte.

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