Il bosco della droga stava fra Terni e Rieti: scatta l’arresto per sei

Rifornimenti ad Avezzano per il gruppo smantellato dai carabinieri del nucleo investigativo. Coinvolta anche una badante

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Gli arresti – sei, di cui quattro eseguiti e due in corso di esecuzione – sono scattati all’alba di venerdì. In campo i carabinieri del nucleo investigativo di Terni che – coordinati dal maggiore Elisabetta Spoti ed insieme ad unità cinofile proveienti da Santa Maria di Galeria (Roma) – hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il tribunale di Terni, Barbara Di Giovannantonio, su richiesta del pm Marco Stramaglia. Gli arresti sono esito dell’indagine antidroga ribattezzata ‘Silva’, condotta dai militari dell’Arma, che ha consentito di smantellare un sodalizio dedito allo spaccio di stupefacenti nel Ternano, in particolar modo cocaina.

Chi sono

Le misure cautelari – custodia in carcere – sono scattate per il 30enne marocchino Jawad El Hasbi – già coinvolto nell’operazione ‘Mastro birraio’ -, il 50 enne ternano Daniele Barbanera, il 60enne avezzanese Stefano Luciani e la 48enne romena – domiciliata a Terni – Viorica Daniela Ionita. In corso le ricerche degli atri due destinatari dell’ordinanza del gip Barbara Di Giovannantonio, un 27enne del Marocco – anche lui già coinvolto in ‘Mastro birraio’ – e una 31enne di origini slovacche residente in Abruzzo, compagna del 30enne arrestato.

Asse Terni-Avezzano

Il maggiore Spoti ha spiegato che «l’indagine è partita dal monitoraggio del 30enne marocchino (El Hasbi, ndR) che la scorsa primavera, in fase di lockdown, aveva messo in piedi una fiorente attività di spaccio a Terni, soprattutto di cocaina, con solidi canali di rifornimento in Abruzzo ed in particolare nella città di Avezzano (L’Aquila). Per rischiare il meno possibile, si era organizzato con due corrieri, dapprima il 60enne avezzanese (Luciani, ndR) e quindi, dopo che quest’ultimo era stato arrestato perché trovato con 300 grammi di cocaina, la badante 50enne romena (Ionita, ndR), residente in Italia da anni. Due insospettabili, anche se il primo era già noto per altri reati».

Il nascondiglio

Gli incontri fra i corrieri, il 30enne marocchino e talvolta i suoi ‘sodali’, avvenivano lungo la statale 79 (vecchia Terni-Rieti) all’altezza del chilometro 20. «Dopo aver preso la droga – ha spiegato Elisabetta Spoti -, il 30enne la nascondeva in un bosco adiacente la strada, all’interno di barattoli di vetro poi interrati. Ciò gli consentiva di risultare ‘pulito’ nel caso di eventuali controlli. Di volta in volta, quando aveva bisogno di stupefacente da spacciare, si recava nel bosco, prendeva la quantità necessaria, pesandola, e la portava a Terni per il confezionamento delle dosi». In un’occasione, quando le indagini erano già in itinere, i carabinieri avevano provveduto a portare via lo stupefacente e la reazione del giovane marocchino – immortalato dalle telecamere piazzate dagli investigatori nel bosco – era stata di assoluto stupore.

I ruoli

Nomi e ruoli degli altri arrestati sono emersi durante l’inchiesta (‘Silva’ dal nome latino del bosco, il nascondiglio della droga, ndR) e rappresentano coloro che partecipavano all’attività con ruoli diversi, ma sempre in relazione al 30enne marocchino: il Barbanera «che spacciava a Terni e lo accompagnava a raccogliere lo stupefacente nel bosco», il 27enne connazionale «che aveva un ruolo centrale nell’organizzazione» e la 31enne slovacca «compagna e convivente del 30enne, pienamente al corrente dell’attività».

30 mila euro di cocaina a settimana

Il modus operandi per lo smercio della droga a Terni era quello classico, fatto di contatti telefonici, ‘cavallini’, cessioni repentine. Episodi che non sono sfuggiti ai militari del nucleo investigativo che, fra il maggio e il luglio del 2020, hanno documentato numerose situazioni definite «inequivocabili». Punto di vista condiviso dal pm Stramaglia e quindi dal gip Di Giovannantonio. Sul piano degli affari, molto redditizi, si stima che il gruppo fosse in grado di immettere sul mercato circa 300 grammi di cocaina ogni settimana, per un valore di circa 30 mila euro. Venerdì mattina, all’atto dell’ultima perquisizione presso il bosco-nascondiglio, sono stati trovati altri due bilancini di precisione.

Il plauso

Il pm Marco Stramaglia ha lodato l’attività investigativa dei militari ternani: «Questa indagine ha, fra le altre cose, il pregio di aver scoperto canali secondari, lontani dai centri urbani, per la gestione dell’attività. Ciò sta a significare che, in un periodo segnato da misure come quelle attuali, anche il mondo dello spaccio si riorganizza per soddisfare una domanda che resta molto forte. Quindi incontri in zone nascoste e defilate, droga celata in un bosco, sotto terra. Ci sono tutti gli elementi per dire che il lavoro di chi ha indagato è stato affatto semplice ma decisamente ben riuscito. In questo senso l’Arma ha dimostrato capacità di adattamento al nuovo contesto socio-economico, con l’utilizzo di tecniche investigative efficaci contro queste nuove forme di spaccio».

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