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Home » «Il Santa Maria torni subito competitivo»

«Il Santa Maria torni subito competitivo»

di Fabio Toni
10 Maggio 2020
in Ambiente e salute, Coronavirus, In evidenza, Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Il ‘Santa Maria’ di Terni

Il ‘Santa Maria’ di Terni

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Il consigliere regionale del Partito Democratico, Fabio Paparelli invita la giunta ad aprire rapidamente «una nuova fase di politica sanitaria volta al ripristino totale e strutturale dei servizi per i cittadini, in particolare nell’ospedale di Terni, da sempre eccellenza e punto di riferimento per l’extra regione, che sta perdendo competitività – afferma Paparelli – in virtù della incapacità della giunta di fissare protocolli e percorsi separati per i malati Covid-19».

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

«Il ‘Santa Maria’ torni subito competitivo»

Il consigliere Dem chiede alla giunta Tesei «di mettere in campo immediatamente misure tese al ripristino di tutte le attività sanitarie, dalle operazioni chirurgiche, alla riattivazione dell’intramoenia ed al conseguente smaltimento delle liste d’attesa. Tenuto conto della curva dei contagi ancora presenti a Terni, tutti di natura ospedaliera, dell’andamento epidemiologico e delle previsioni per il futuro – osserva il consigliere Dem -, è giunto il momento di programmare per l’ospedale di Terni la fine vera dell’emergenza sanitaria ed il ritorno alla normalità, con interventi di riorganizzazione della stessa azienda per il futuro».

«Ecco cosa si deve fare»

«Occorre – questa la proposta del consigliere regionale del Pd – inglobare gli ospedali di Narni e Amelia nell’azienda ospedaliera di Terni per farne un unico polo ospedaliero (come previsto dal piano sanitario pre adottato lo scorso anno) allo scopo di consentire una gestione di eventuali casi futuri di coronavirus, senza una nuova interruzione dei servizi sanitari alle persone. Le risorse del Mes, che l’Europa offre a zero condizioni, se la giunta ne facesse richiesta al Governo, unitamente ai 3 milioni per il fantomatico ospedale da campo, possono e debbono servire a ridefinire la rete ospedaliera nel ternano all’insegna di una netta separazione tra presìdi ‘Covid free’ e strutture dedicate al Covid, in modo tale da assicurare una progressiva ripresa della normale attività delle strutture pubbliche di cura e assistenza. Dopo tre mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria è incredibile che la giunta regionale non abbia ancora delineato con chiarezza quali sono le strutture sanitarie ‘Covid free’ e quali i ‘Covid hospital’, così come non abbia definito protocolli omogenei in tutti i territori e messo in campo percorsi completamente differenziati nei servizi sanitari per la gestione dei pazienti positivi al coronavirus. Tale situazione – conclude Paparelli – merita di essere affrontata e risolta quanto prima, per escludere l’utilizzo ulteriore di strutture miste che, come rilevato unanimemente dalla comunità scientifica, aumentano i rischi di contagio. Un polo ospedaliero ternano unico affiancato da una struttura già attrezzata all’uso biomedico e di proprietà pubblica come il centro di ricerca sulle cellule staminali nell’ex-Milizia di Terni, che può essere destinato in via esclusiva alla gestione delle emergenze sanitarie, non solo è utile ma indispensabile per l’Umbria sud e per la provincia di Terni. Tanto più dopo il disastro combinato all’ospedale di Orvieto non ancora restituito alla comunità locale e totalmente inidoneo ad ospitare malati Covid».

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