Il virus mette bimbi e famiglie in standby

Terni: viaggio fra alcuni asili del territorio in un momento di forte incertezza per strutture e famiglie. In attesa del Governo c’è chi si dice pronto a ripartire garantendo sicurezza

Condividi questo articolo su

di Alice Tombesi

‘Gli Stati parti convengono che l’educazione del fanciullo deve avere come finalità: a) favorire lo sviluppo della personalità del fanciullo nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità; b) sviluppare nel fanciullo il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e dei principi consacrati nella Carta delle Nazioni Unite; c) sviluppare nel fanciullo il rispetto dei suoi genitori, della sua identità, della sua lingua e dei suoi valori culturali, nonché il rispetto dei valori nazionali del paese nel quale vive, del paese di cui può essere originario e delle civiltà 15 diverse dalla sua; d) preparare il fanciullo ad assumere le responsabilità della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi e delle persone di origine autoctona; e) sviluppare nel fanciullo il rispetto dell’ambiente naturale’.

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

Bambini sullo sfondo della crisi

Quello appena citato è l’articolo 28 della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la legge 176. Il fulcro dell’articolo è il diritto del fanciullo all’educazione come vettore di sviluppo della personalità, delle sue attitudini mentali e fisiche e di diversi altri aspetti. Nei giorni del Covid-19, questo diritto sembra apparire sfocato sullo sfondo di una crisi che sta mettendo sul tavolo del governo una gerarchia di priorità indiscutibili: la salute e l’economia.

Il ritorno al lavoro, grande incognita

Fino ad oggi, poche volte è stata affrontata la questione degli asili, della fascia di bambini compresi tra 0-6 anni che non rientrando in quel settore scolastico trasformatosi in lezioni a distanza (dalle elementari all’università), è stato temporaneamente bloccato fino a data da destinarsi. Sul finire di questa prima fase d’emergenza e all’alba della ‘fase 2’, inizia a farsi sentire la voce di alcuni asili del ternano che chiedono risposte e linee guida da seguire nei mesi che verranno, per farsi trovare pronti ad una futura riapertura. Una soluzione che prenda in considerazione il benessere del bambino, privato da un giorno all’altro della libertà di poter giocare al parco o con i compagni di scuola ma fortunato di poter avere i genitori tutti per sé: una considerazione che muterà non appena i genitori dovranno tornare a lavorare e allora, a chi verranno affidati i bambini? La necessità di tornare ad avere uno spazio tutto loro, dove poter esprimere quelle facoltà riportate nell’articolo 28, appare come un’altra discussione che ha bisogno dell’attenzione del Governo.

Intanto ci si muove. Nell’incertezza

«La Regione sta ancora verificando qual è l’andamento dei tamponi – afferma Cinzia Fabrizi, assessore alla scuola del Comune di Terni -. Se ci saranno le possibilità a livello nazionale e regionale, si riapriranno sia quelle pubbliche che quelle private purchè siano in grado di rispettare le prescrizioni date». Nel frattempo gli asili si stanno muovendo per far trovare le strutture pronte, a livello logistico e di igiene, ad accogliere i bambini: «Abbiamo predisposto un programma di giochi all’aperto in modo che non percepiscano il distanziamento come qualcosa di negativo – spiega Mariarosaria Basco, una delle titolari del Midondolo scuole d’infanzia di Terni -. L’accesso alla struttura sarà consentito attraverso entrate diversificate, ad ampie fasce orarie così da accogliere i bambini in piccoli gruppi durante tutto il giorno e con più insegnanti disponibili, i locali verranno sanificati due volte al giorno nonostante già prima le norme fossero con alti standard, ci sarà monitoraggio sanitario (verrà misurata la temperatura), cambio quotidiano del vestiario e igienizzazione delle calzature».

«I bambini stanno soffrendo»

Anche l’asilo Semidimela di Terni metterà in campo ulteriori misure di igiene rispetto a quelle che già venivano applicate: «Negli asili, tendenzialmente, le norme richiedevano standard di sanificazione alti quindi una riapertura sarà vincolata ad adeguamenti ancora più esigenti – afferma la titolare, Claudia Monti -. Siamo in attesa di capire, non è stato ancora avviato alcun tavolo di discussione. C’è la voglia di riaprire per l’estate perché, da madre, so quanto stanno soffrendo i bambini. Non è giusto che i genitori tornino alla normalità e i bambini vengano privati della loro».

Spiegare il virus

In aggiunta all’opinione di Claudia c’è anche quella di Giorgia Giorgi, presidente dell’associazione Bimbo più: «Quando potremo riaprire è giusto che il bambino sappia, perché è una persona intelligentissima, quindi dovremo impostare un discorso di conoscenza del virus e di quello che è successo. Per il resto, la struttura è già igienicamente predisposta. Siamo pronte a ripartire». Probabili già dalla prossima settimana risposte più concrete e linee guida da parte del Governo (e quindi della Regione e dei Comuni), per portare al centro del dibattito il diritto dei bambini a riavere indietro la loro normalità, per quanto diversa possa apparire.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli