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Home » Inchiesta in Comune: «Pagano i lavoratori»

Inchiesta in Comune: «Pagano i lavoratori»

di Francesca Torricelli
16 Marzo 2017
in Altre notizie, Cronaca, Economia, Imprese, Lavoro, Politica
Tempo di lettura: 5 minuti di lettura
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di A.V.

«Questi ragazzi vogliono continuare a lavorare», dice Tonino Sabatini della cooperativa UltraServizi. È questa la questione che sta più a cuore alle ‘cooperative sociali di tipo B’ e ai sindacati che si sono riuniti mercoledì mattina in Comune. «Abbiamo organizzato – continua – questo incontro per ristabilire le norme contenute nel regolamento per l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate e con disabilità perché tutti i servizi che sono nel documento oggi sono venuti meno, tranne quello cimiteriale, con una grave conseguenza dell’occupazione di queste persone».

LA VOCE DI COOPERATIVE E SINDACATI – IL VIDEO

Il regolamento Il documento di cui parla Sabatini è stato approvato quasi all’unanimità, ci fu un’astensione, nel 2013. Con questo sono stati stabiliti tutti i settori in cui le ‘cooperative di tipo B’ avrebbero operato: il verde pubblico, il decoro urbano, i servizi cimiteriali, gli impianti sportivi e il ripristino delle buche. «Grazie a questo regolamento – spiegano i rappresentanti – sono stati reintrodotte nel settore lavorativo molte persone con uno svantaggio o disabili. Ora di fronte a questa situazione di immobilismo molti di questi lavoratori da gennaio a oggi, stanno a zero ore. Dalla scadenza dei contratti non sono state applicate le norme del regolamento che era stato approvato soprattutto per garantire loro la continuità dei progetti di inserimento. Se questo percorso viene interrotto così bruscamente queste persone torneranno nella situazione tragica in cui erano prima si essere reinseriti nella ‘società’».

I sindacati Giorgio Lucci, Fp Cgil, spiega i terrori dei sindacati: «Non vorremo che in questa situazione di rapporti difficili tra amministrazione comunale e procura della Repubblica le spese le facciano i lavoratori. Nessuno chiede all’amministrazione di fare atti o procedure al limite della legalità, non deve essere regalato niente a nessuno, ma questi signori devono avere la sensibilità di capire cosa produrranno nel tempo gli atti che portano avanti. C’è un doppio problema: la continuità del progetto e il problema del reddito. L’appello che vogliamo fare all’amministrazione comunale è di fare un rinnovo ai lavoratori in questa fase di interregno tra un bando e un altro, sempre ovviamente dentro la legalità. La nostra richiesta è fatta anche perché in altri settori, come nelle ristorazione, questa proroga è stata fatta. Non vorremmo che questa situazione si trasformi in una ‘lotta fra poveri’. Questo sarebbe un enorme errore perché questi sono tutti lavoratori con difficoltà che vanno reinseriti, sono stati avviati i progetti e vanno portati a termine. Chiediamo quindi all’amministrazione di fare un atto di coraggio e di grande sensibilità è portarli avanti». 

Tavolo di confronto Dai sindacati arriva anche un’altra richiesta. «Il sindaco – dicono – deve convocare le parti e risolvere questa situazione indecorosa. Anche perché dare continuità è possibile grazie al nuovo decreto sugli appalti che permette che ci siano dei rinnovi; ci sono norme per gestire questo periodo transitorio in modo legale, senza forzature. La dignità di queste persone deve essere rispettata per questo è auspicabile un tavolo di confronto, è una questione di buon senso. Adesso dall’amministrazione comunale hanno detto che del verde pubblico di occuperà l’Agenzia forestale, ma lo spazio è abbastanza vasto, potrebbe esserci una collaborazione tra i lavoratori delle ‘cooperative di tipo B’ e Afor; in questo modo sarebbe garantita la continuità».

Riscatto sociale Dalle cooperative ci tengono a far capire quanto sia importante per queste persone: «Questi sono lavoratori di ‘serie A’, hanno ridato un volto nuovo alla città. Loro hanno imparato a fare questi lavori, sanno di cosa c’è bisogno, è un capitale umano indispensabile. Sono tutte persone che hanno avuto dei problemi, quindi per loro avere questi lavori equivale a un riscatto sociale, hanno raggiunto una professionalità che li ha resi di serie a».

La storia Intanto i lavoratori presenti alla conferenza scalpitano, finché, alla fine, qualcuno inizia a dare il suo punto di vista per testimoniare quanto il lavoro sia importante per loro. «Sono anni che curo il verde, io so perfettamente dove vengono buttate le siringhe e ogni volta prima di tagliare l’erba le toglievo. Ora invece la situazione è totalmente abbandonata e i bambini rischiano di pungersi».

L’indagine Va però ricordato che anche le cooperative sono finite nell’attività di indagine – sfociata poi nello spettacolare blitz del 17 novembre – per la quale la questura di Terni ha chiesto alla procura della Repubblica di poter indagare su un buon numero di persone. Tutto, infatti, avrebbe avuto inizio dalla manutenzione del verde pubblico a Terni e, dalle «voci che mettevano in dubbio la genuinità della gestione della stessa e facevano risaltare qualche irregolarità in merito all’affidamento del lavori». È proprio nei documenti con i quali a marzo si chiedeva alla procura di indagare che si legge: «Appare evidente che l’amministrazione comunale abbia favorito indubbiamente alcune cooperative piuttosto che altre». Tanto che la Procura diede l’autorizzazione a proseguire.

La ricostruzione Polizia e Guardia di finanza hanno lavorato quindi a pieno regime, mettendo in fila le gare di appalto e le modalità con le quali sono stati assegnati i lavori, concentrando l’attenzione sul fatto che, a loro giudizio, «il Comune di Terni, nell’anno 2015 procedeva ad affidare il servizio di manutenzione del verde pubblico mediante lo spacchettamento dell’appalto in tre lotti per importi inferiori alla soglia comunitaria prevista in 207 mila euro, in modo quindi da eludere la normativa comunitaria». Ma puntando i riflettori anche sulle altre vicende su cui l’indagine è incentrata: dal verde pubblico alla gestione della cascata delle Marmore, dall’appalto per le mense scolastiche ai lavori di realizzazione dell’impianto antincendio del Caos, dal ‘contact center’ passato dalla società Usi a Terni Reti all’appalto per la gestione dei cimiteri, fino al ‘project financing’ al vaglio del Comune per una parte della pubblica illuminazione. 

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