Inquinamento giù, ma meteo più incisivo del covid

Umbria: l’Arpa analizza gli effetti del blocco di mobilità e attività sulla qualità dell’aria, lo farà per tutta l’emergenza

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Da molte parti si mette in evidenza la riduzione dell’inquinamento in conseguenza dell’emergenza covid-19, l’Arpa ha avviato uno studio per analizzare i dati di qualità dell’aria in Umbria in concomitanza dell’emergenza e le relative chiusure introdotte dai provvedimenti del governo in alcune postazioni di rilevamento dell’Umbria, prendendo in considerazione i parametri particolato Pm10 e biossido di azoto. L’analisi di questi dati continuerà per tutto il periodo di blocco della mobilità e di chiusura delle attività. Oltre alle polveri sottili si analizzeranno le componenti chimiche presenti nell’aria, al fine di caratterizzarne le fonti. Dalle prime rilevazioni, che prendono in considerazione il periodo compreso tra il 5 e il 24 marzo, emerge che i provvedimenti dell’emergenza coronavirus hanno influenzato in parte la riduzione degli inquinanti (più per il biossido di azoto che per il Pm10), ma che le condizioni meteo sono state più determinanti.

QUALITÀ ARIA ED EMERGENZA COVID: LA RELAZIONE

CORONAVIRUS – UMBRIAON

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