«Io a Miss Italia Umbria. Oltre i tacchi, un viaggio interiore»

Il racconto della perugina Ardita Cuni, tra le concorrenti dell’ultimo concorso. «Mi ha insegnato molto»

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Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Ardita Cuni, giovane di Perugia che recentemente ha partecipato al concorso di Miss Italia Umbria. Attraverso la sua testimonianza, vuole raccontare il suo percorso, che va oltre la competizione stessa, e come ha affrontato e superato le difficoltà personali e professionali.


Mi trovavo in un momento cruciale della mia vita, intrappolata in una routine che non faceva altro che accrescere il mio stress e i dubbi su me stessa. Un lavoro che non mi stimolava più e un percorso universitario scelto più per soddisfare le aspettative altrui che per seguire i miei veri desideri, stavano lentamente soffocando le mie passioni. Era chiaro che avevo bisogno di un cambiamento radicale, qualcosa che mi permettesse di mettere da parte le preoccupazioni e di concentrarmi su me stessa. Così, quando ho visto che stavano per iniziare le selezioni per Miss Italia per la regione Umbria, ho deciso di non esitare: ho inviato subito la mia candidatura.

Ardita Cuni

Non mi aspettavo nulla di particolare, ma quando, mentre ero al lavoro, ho ricevuto la notifica di essere stata aggiunta al gruppo WhatsApp per le preselezioni, l’emozione è stata travolgente. Avrei voluto gridarlo a tutti, ma ho deciso di mantenere il segreto. Un nuovo capitolo stava per cominciare. Prima ancora di immaginarmi davanti ai giudici, mi sono trovata a dover affrontare una sfida concreta: camminare sui tacchi. Non avrei mai pensato che un dettaglio apparentemente ‘banale’ potesse mettermi così in crisi. Tra prove in casa e tacchi che non sembravano darmi sicurezza, mi sentivo impacciata e fuori posto. In una competizione come Miss Italia, dove l’eleganza è fondamentale, questa difficoltà era inaccettabile. Alla fine, ho deciso di acquistare un nuovo paio di scarpe che mi facessero sentire sicura e all’altezza, letteralmente.

Ma oltre alla sfida pratica, c’era una preoccupazione più profonda: la concorrenza. Mi aspettavo rivalità e tensioni, dato che tutte avevamo lo stesso obiettivo. Eppure, con mia grande sorpresa, ho trovato un mondo di solidarietà femminile. Ho incontrato ragazze meravigliose, alcune più grandi, altre più giovani, e con loro ho condiviso ansie, momenti di sconforto, risate e gioie. L’atmosfera era tutt’altro che competitiva: ci incoraggiavamo a vicenda e abbiamo creato legami autentici.

Ardita Cuni

Un aspetto che ci ha unite tutte è stata la sfida comune di camminare sui tacchi a spillo su superfici che sembravano più percorsi a ostacoli che passerelle. Mettersi in gioco fa sempre paura, soprattutto quando ciò che facciamo ci sta davvero a cuore. Ci rende vulnerabili e l’opinione degli altri diventa inevitabilmente rilevante. Sono felice di poter dire che abbiamo avuto la fortuna di avere un pubblico straordinario in ogni serata: dai genitori calorosi, agli spettatori curiosi e alle piccole fan che facevano il tifo per noi. Un sentito ringraziamento a tutti loro, che mi hanno fatta sentire orgogliosa del messaggio che cercavo di trasmettere: credete in voi stesse. Questa esperienza non è stata solo una sfida esteriore, ma anche un viaggio interiore: mi ha insegnato che, a volte, per brillare davvero, basta sentirsi a proprio agio nei propri panni (o nei propri tacchi!).

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