Japan Tobacco, Cia Umbria: «Solo parziale risposta a difficoltà»

Il presidente Cia regionale Bartolini: «Disagio estremo per aumento prezzo materie prime ed incertezza». Si parla del rinnovo del contratto con i produttori umbri

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«L’annuncio della Japan Tobacco International Italia di rinnovare il contratto con i produttori dell’Umbria e di acquistare per il prossimo anno, 8.000 tonnellate di prodotto proveniente dalla nostra regione e dal Veneto, vale a dire 1.000 tonnellate in più rispetto alla quota acquistata l’anno precedente, è solo una parziale risposta alle enormi difficoltà che negli ultimi tempi stanno vivendo le nostre aziende agricole produttrici di tabacco». L’sos è di Matteo Bartolini, numero uno della Cia Umbria. L’input è sulla richiesta di contratti pluriennali e soluzioni per l’aumento dei costi di produzione.

Il problema ed i punti mancanti

Per Bartolini «una più attenta analisi dei problemi del settore non può sottovalutare il disagio estremo vissuto dai nostri imprenditori del tabacco causato dall’aumento del prezzo delle materie prime, nello specifico dal raddoppio del costo del carburante per la fase di essiccazione e asciugatura del prodotto; e ancor di più dall’incertezza totale sul futuro di questa coltura anche in vista della futura Pac. L’annuncio – continua Bartolini – rassicura i nostri produttori solo per un altro anno, ma mancano nell’accordo due punti fondamentali: contratti pluriennali, che noi di Cia Umbria chiediamo da sempre, in quanto sono l’unica base concreta su cui pianificare investimenti da parte delle aziende agricole in tranquillità; e soluzioni per affrontare la questione costi. Sotto questo aspetto, siamo favorevoli a ripartire dal tavolo regionale sul tabacco istituito dall’assessorato di Roberto Morroni e dall’analisi dei prezzi di Ismea, ma non basta. Una volta certificato un dato costo, occorre che anche la politica, in questo caso il Mipaaf e Mef, trovino il modo assieme ai produttori, al comparto della trasformazione e delle manifatture, di dare la risposta economica che le aziende si aspettano. Attualmente, infatti – chiude il presidente Cia – il prezzo del prodotto finito non copre minimamente il costo di produzione». La Cia chiede infine di riunirsi per parlare di una programmazione pluriennale e poter offrire così un contratto «che rispetti la dignità di nostri produttori umbri, sia in termini di durata che di valore economico».

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