Covid-19, chiusura delle attività produttive e inevitabili conseguenze sul piano lavorativo. Una drastica diminuzione certificata dalla rilevazione del Sistema informativo excelsior nel confronto tra il luglio del 2019 e l’attuale: c’è un decremento del 40,4% sul piano delle assunzioni – ne sono previste 2.830 – da parte delle imprese.
Solo in sei peggio
Le regioni che hanno un dato più elevato sono Lombardia, Piemonte, Liguria, Marche, Toscana e Valle d’Aosta, territori dove il covid-19 ha colpito in maggior misura. «Facile era prevedere un arretramento – il commento del presidente della Camera di commercio di Perugia, Giorgio Mencaroni – della domanda di lavoro in gran parte dei settori produttivi, ma il dato di luglio peggiora le aspettative». L’Umbria è sotto la media nazionale del 38,6%.
La differenza
Resta elevato la differenza tra domanda ed offerta di lavoro: «In Umbria nel 34,3% – le parole di Mencaroni – dei casi i profili professionali richiesti sono di difficile reperimento. A livello nazionale il mismatch si ferma al 26,8%, otto punti al di sotto di quello umbro. Restiamo indietro anche rispetto al centro Italia, che contiene la flessione dei posti di lavoro al 37,2% (oltre 3 punti in meno dell’Umbria) e il mismatch al 25,8% contro il nostro 34,3%».