Lunghi spostamenti per i vaccini ma il Cva è pronto e inutilizzato

Proteste Ponte San Giovanni dove i residenti devono rinunciare al Cva, allestito per i vaccini ma ancora inutilizzato

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All’interno del Cva di Ponte San Giovanni, immediata periferia di Perugia, sono state allestite postazioni per le vaccinazioni anticovid da quasi un mese. Ma al momento la struttura non viene utilizzata. E i residenti del popoloso quartiere – oltre 20 mila abitanti – protestano perché costretti a lunghe trasferte per vaccinarsi.

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Il centro è pronto da oltre un mese

Le postazioni di somministrazione nel CVA di Ponte San Giovanni

Il Cva (centro di vita associativa è l’acronimo) è gestito dalla consulta dei rioni e delle associazioni, che ne calendarizza l’uso per le associazioni iscritte che svolgono attività al suo interno. Alla fine di gennaio al direttivo della consulta venne comunicato di sospendere tutte le attività delle associazioni in quanto la struttura era stata scelta come sede per le vaccinazioni anticovid degli ultraottantenni e sarebbe dovuta essere allestita per lo svolgimento della sua nuova funzione, con decorrenza primo marzo. «Ma siamo al 7 di aprile, a distanza di due mesi dal fermo del Cva, e la struttura non è ancora in uso per le vaccinazioni né è finita di allestire – denunciano dalla consulta – e oggi crediamo sia legittimo chiedere all’assessore alla Sanità dell’Umbria se ha programmato e quando l’inizio delle vaccinazioni nel Cva di Ponte San Giovanni»

L’Asl: «Cambiato indirizzo, presto una soluzione»

«Dopo le segnalazioni, l’Asl ha comunicato che la data e le modalità di apertura saranno definite nei prossimi giorni. Attualmente si è deciso di far slittare l’avvio delle vaccinazioni a Ponte San Giovanni perché la Asl, nel distretto del perugino, ha puntato ad aprire una sede per comune per avere una distribuzione omogenea sul territorio, dunque a Perugia, Corciano e Torgiano.

Le proteste dei cittadini

Il problema è che, di fatto, Ponte San Giovanni è un vero e proprio paesone, che andrebbe gestito come centro abitato a se stante e potrebbe essere un punto di riferimento anche per gli abitanti dei ponti (Felcino, Valleceppi, Pattoli etc.). «É vergognoso che con ventimila abitanti non ci sia un centro vaccinale a Ponte San Giovanni: noi siamo dirottati a Ponte D’Oddi (l’altro lato di Perugia) e Torgiano», si lamentano i residenti. C’è poi chi chiede che vengano utilizzati per i vaccini anche i poliambulatori privati, dotati di ampi spazi e personale, che pure hanno dato la loro disponibilità.

Intanto i medici di base sono sul piede di guerra

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