Strazio a San Feliciano: palloncini bianchi e lacrime per Giorgia

Abbiamo seguito il funerale della 19enne morta mercoledì in un incidente stradale. Il racconto del nostro inviato, con parole e immagini

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Mentre l’opinione pubblica si interroga sulla lunga serie di tragedie stradali che ha colpito il perugino, la comunità di San Feliciano, frazione di Magione, ha salutato Giorgia Panciarola, la ragazza morta mercoledì mattina in un incidente stradale lungo la strada per Torricella. Siamo stati ai funerali.

Servizio di Pietro Cuccaro

C’è un fiume di persone nella chiesa a ridosso del lago: tutta la comunità di San Feliciano e tanti altri ragazzi arrivati da Perugia e dai paesi vicini. Fiori bianchi in mano e lacrime agli occhi, che finiscono nelle mascherine.

Si danno conforto l’un l’altro, all’interno e all’esterno della chiesetta, dove – sotto il sole cocente, in piedi – in tanti seguono la funzione, solo intuendo le parole del parroco don Vincenzo, che arrivano fuori come un’eco lontana, non essendoci altoparlanti. Eppure stanno tutti zitti, attoniti di fronte a questa morte ingiusta. L’ennesima lungo le strade del perugino.

Le immagini dei funerali di Giorgia (gallery)

«Era una ragazza solare, sempre buona – dice il parroco don Vincenzo nel confortare i genitori – ma dovete sapere che chi amiamo non ci lascia mai». Arrivano i messaggi dei compagni di classe: «Il tuo piccolo cuore batte ancora per noi». Poi la migliore amica: «Ti conoscevo per ciò che eri veramente, una piccola coccinella pronta a spiccare il volo». Poi la sua voce si rompe in un pianto dirotto che porta con sé anche gli altri presenti.

Dopo la funzione religiosa tutti vengono invitati ad uscire. Resta ancora quel silenzio, rotto da  singhiozzo e qualche commento sottovoce sulla possibile dinamica. Straziante – nel silenzio – il passaggio del nonno, che esce dalla porta laterale e cammina a fatica. Quando arriva dinanzi alla folla, in corrispondenza del registro delle presenze, dice: «Grazie, grazie a tutti». E singhiozza. E con lui tutti.

La bara non è ancora uscita. I genitori e i parenti stretti vogliono rimanere per l’ultima volta soli con la loro Giorgia. Entrano diversi ragazzi, vorrebbero portarla a braccia. Alla fine se ne occupano gli addetti dell’agenzia mentre loro seguono l’amica a pochi passi. I genitori accompagnano la bara, quasi come se tenessero per mano la loro piccola. Al primo scalino, scatta l’applauso e volano i palloncini. Poi il feretro scivola via veloce.

Alla fine, sembra che nessuno voglia andar via. Il parroco, chiudendo la messa, aveva detto che non si poteva seguire l’auto funebre a piedi, come da tradizione. Quindi tutti i partecipanti, dopo che la bara è andata via, restano all’esterno della chiesa. Immobili. Come a voler respirare ancora un po’ l’odore di quel fiore strappato troppo presto alla vita. In silenzio.

Passano minuti infiniti prima che il vociare salga di volume, prima che ci si ridesti da questi attimi sospesi. Nessuno ha nemmeno il coraggio di compiere il rito delle condoglianze, non per il Covid ma per non rompere l’incantesimo, per coltivare l’illusione che così Giorgia resti ancora un po’ lì, in mezzo a loro. Ma la coccinella, purtroppo, è volata via.
Mischiata ai palloncini bianchi.

Addio Giorgia, morta in un incidente stradale: aveva solo 19 anni

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