Melasecche: «Trappola preparata» e attacca il servizio di ‘Fuori dal Coro’ sui treni elettrici

Martedì sera la trasmissione di Mario Giordano ha parlato delle condizioni della linea ferroviaria umbra

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di G.R.

«Noi siamo gli angeli dell’innovazione e della riqualificazione». Con queste parole dell’assessore regionale ai trasporti Enrico Melasecche comincia il servizio mandato in onda in chiusura della puntata di Fuori dal Coro (Rete4) di martedì 4 ottobre. Il tema approfondito dal giornalista è l’elettrificazione dei treni in Umbria. Dallo studio Mario Giordano spiega che i ‘Pinturicchio’ furono acquistati per 18 milioni di euro nel 2006, quando la linea non era ancora elettrificata e ora che il processo di elettrificazione dopo 16 anni è stato completato vanno ancora i treni diesel. Il conduttore si chiede: c’è qualcuno che si guadagna?

La situazione

Nelle immagini viene anche fatta vedere la tratta ferroviaria Sant’Anna-Ponte San Giovanni, che un mese fa è stata inaugurata alla presenza anche del sindaco di Perugia Andrea Romizi e della presidente della Regione Donatella Tesei. Vengono poi inquadrati i treni elettrici che, viene spiegato, sono fermi in abbandono dal 2008 e servirebbero altri 4 milioni per farli ripartire.

Melasecche risponde

L’assessore umbro alle infrastrutture viene registrato davanti ai microfoni e poi a microfono teoricamente spento. «L’intera dorsale ferroviaria ha la linea elettrica – risponde Melasecche – sono dieci anni che non ha mai funzionato e sono sempre andati treni a gasolio». Michele Guaitini della Federazione Italiana Ambiente critica: «I tempi di percorrenza sono pari a 100 anni fa e ci sono dei problemi alle infrastrutture che necessiteranno altri lavori». Ecco la parte a microfoni spenti: «Le cavolate meglio che le dica qualcun altro in campagna elettorale. Gli orari sono quelli di qualche anno fa? Ma è ovvio che siano quelli. Si parla ancora di treni a diesel? Ma che vuol dire». Infine un po’ di vox populi. «Il treno diesel ci ha affumicato tutti», «sta anche un’ora e mezza fermo sotto le case», «noi respiriamo gasolio dalla mattina alle 4.50 fino a tardo pomeriggio» sono alcuni dei commenti di chi abita nei pressi della stazione. Melasecche che aveva usato l’espressione «campioni di ambientalismo» perde la pazienza: «Ma a me che c. me ne frega! Ancora non l’ha capito? Io bado all’interesse generale».

La replica dell’assessore: «Una trappola in piena regola»

Dopo la trasmissione, è arrivata la presa di posizione di Melasecche, che riportiamo: «Tre giorni fa ho ricevuto una telefonata da un non meglio conosciuto giornalista di Mediaset che mi ha chiesto un’intervista sulla riapertura della Stazione di Sant’Anna. La mia disponibilità, per cultura personale, è massima con tutti perchè credo che i cittadini vadano informati in modo corretto. Si sono presentate tre persone, domande e risposte chiare ed esaustive. Alla fine la telecamera è stata riposta su un tavolo ma ho notato che l’operatore continuava di soppiatto a riprendermi mentre venivano reiterate domande incalzanti e provocatorie e, senza consentirmi alcuna risposta, il giornalista – spiega l’assessore – evidenziava una chiara volontà di colpire per partito preso. Una sorta di fucilazione sommaria senza processo. Ho cercato di rispondere punto per punto spiegando quanto la giunta Tesei ha ereditato e quanto ha prodotto in soli due anni di eventi negativi eccezionali quali il Covid, l’aumento abnorme dei prezzi dei materiali, infine la rarefazione dei materiali da costruzione come il ferro ed il cemento, essenziali per la ricostruzione di una ferrovia, come siamo riusciti a fare con la tratta Ponte san Giovanni-Sant’Anna. Era una trappola preparata in piena regola. Ho visto il promo del servizio e poi il servizio. Credo che qualsiasi umbro di destra, di centro, di sinistra, ne possa dare un giudizio obiettivo rispetto al lavoro enorme che da due anni in qua si sta svolgendo. Un servizio giornalistico che ritengo lesivo non tanto della mia persona (ho sufficiente esperienza di querele politiche ed agguati del genere…), ma dell’immagine dell’Umbria e della verità storica. Tutte o quasi le mie risposte sono state scientemente tagliate con un unico chiarissimo obiettivo: la denigrazione. Credo che il giornalista che ha svolto il servizio non abbia fatto una bella figura, perchè il giornalismo di inchiesta è ben altra cosa. Tuttavia per amore di verità ho chiesto alla redazione di quella trasmissione il diritto di replica, altrimenti dovrò esperire altre strade che la legge mi consente. Attendo in queste ore la risposta».


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