Disabilità a Terni: «Non complicate vita»

Confronto in II° commissione consiliare tra le associazioni e l’assessore Ceccotti: «Spingere sui progetti individuali. Perché per noi non si trovano mai risorse?»

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di S.F.

Diversi gridi di allarme su varie tematiche. In primis i progetti personalizzati di Vita Indipendente per poi proseguire con il trasporto nei centri socio-educativi, la mobilità in generale, l’appalto dei servizi socio-sanitari, gli over 65, l’assistenza domiciliare e la riabilitazione in acqua: tanti, annosi problemi legati al mondo della disabilità a Terni e che le associazioni hanno di nuovo esposto – negli ultimi quindici mesi le lamentele non sono mancate – in una lunga II° commissione consiliare lunedì mattina a palazzo Spada. «Definire e favorire la piena partecipazione nei processi decisionali, spingere sui progetti personal e istruire un gruppo di lavoro che coinvolga tutti in tempi celeri. Non ci complicate la vita, già abbiamo mille difficoltà». A rispondere punto per punto è stato l’assessore Cristiano Ceccotti.

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La commissione

L’incipit: regole, libertà di scelta e partecipazione

L’incontro con associazioni e familiari delle persone con disabilità fa seguito al tête-à-tête in conferenza dei capigruppo (fine ottobre) e alle richieste in merito ad alcune criticità già sollevate nel corso del 2018 e dell’anno che sta finendo. Molto partecipati i lavori in commissione (tanti coloro che avevano da dire qualcosa) con l’input iniziale – con tanto di documento preparato e letto – di Daniela Mercorelli della Fish Umbria e l’auspicio di Rita Pepegna: «Che sia un confronto costruttivo». Non ci saranno particolari momenti di tensione, fatto sta che i guai ci sono: focus sui processi di partecipazione per la tutela dei diritti della disabilità e la programmazione degli interventi, regole condivise, i progetti individuali, l’inclusione sociale e la libertà di scelta. «Il progetto personale passa necessariamente attraverso la presa in carica globale del progetto di vita della persona. Non sia più solo una semplice somma di prestazioni».

INVALIDA AL 100%: «MI TAGLIANO TUTTI GLI AIUTI»

Pierluigi Pacifici

Pacifici e l’appello alla politica 

A palazzo Spada c’è anche Pierluigi Pacifici, dipendente della Usl con a carico due ragazzi che frequentano i centri disabili: «La burocrazia spesso uccide si dice e occorre istruire un gruppo di lavoro per elaborare ciò che dice il documento letto. Ogni situazione merita degli approfondimenti, non è facile: la situazione fa acqua e io stesso sono vittima del fatto che i ragazzi non usufruiscono del servizio perché la cooperativa mi ha detto che sono stato cancellato dalla lista. Questo non fa parte di un Paese civile: spero che sia rivista la situazione legata ai trasporti. Un’altra cosa fondamentale è il contesto riguardante il trasporto degli over 65: ok che c’è un buco legislativo e nessuno è costretto a fare nulla, però queste persone non possono essere abbandonate. Spero che si trovi una soluzione a tutto ciò: la disabilità non sta a sinistra, centro o destra, non servono scontri per cose secondarie e non è corretto. Già viviamo una vita piena di mille difficoltà, per noi non c’è né Natale né Pasqua: un’assistenza continua e i politici non ci complichino la vita. Ci sono dei momenti che ti prende lo sconforto».

LO SCONTRO SUL WELFARE A TERNI

Daniela Mercorelli

Il quadro che non cambia: «Servono soldi per la disabilità»

A parlare per Aladino è Morena Fiorani, la presidente: «Ritorno qui per almeno la 10° volta e molte delle cose che chiedevamo 10-15-30 anni fa sono rimaste aperte, assessore, spero ci dia una mano. Di certo per il progetto personalizzato, lo chiediamo da quando è uscita la legge 328 e noi ci siamo illusi: sappiamo che non è stata applicata in gran parte delle Regioni e Comuni, ma è sicuramente una mancanza. Per i minori c’è la neuropsichiatria infantile, per gli adulti non c’è alcuna equipe che sia dotata di un minimo di personale specializzato. Lo abbiamo urlato in tutte le lingue: vogliamo che i nostri figli, compiuti i 18 anni, non siano seguiti solo dall’assistente sociale del distretto. Da soli non possono rispondere alle esigenze: non ci sono psichiatri, pedagogisti e altre figure, tutto ciò ci porta alla disperazione. Non si possono costringere le famiglie a questo sviluppo. Il progetto individuale non è più rinviabile», ha spiegato. «La mobilità? C’è un vizio di fondo per i centri diurni e riguarda non i voucher, ma l’entità della spesa. Si è risparmiato troppo e oggi ci sono tre pulmini, nessuno per i disabili in carrozzella. Il Cmt si può utilizzare solo a chiamata e credo abbia solo un mezzo adeguato. Da qui a dicembre va tutto rivisto perché non si può dare un servizio con le ‘pezze al sedere’. Un giorno funziona e l’altro no. I fondi ministeriali? Avete deliberato un milione e mezzo, l’emergenza non credo fossero le farmacie comunali. I soldi erano per la disabilità e per quello dovevano essere impiegati. Perché per i disabili non si trovano mai risorse?». Tirata in ballo anche la Regione per la Vita Indipendente.

LUGLIO 2019: «DATECI SUGGERIMENTI»

Gianfranco Colasanti

Risposte, sofferenze e solitudine. Ceccotti replica

Più breve e conciso l’intervento di Gianfranco Colasanti, numero uno regionale dell’Unmil: «Cari politici, la sanità ha fatti passi da gigante negli ultimi anni e va detto grazie per questo. Il fallimento è il fatto che ci lasciate soli, in questo modo non c’è un domani né strutture per aiutare le famiglie con Vita Indipendente. Mentre voi parlate da quest’altro lato si soffre, le persone sono nella massima disperazione e non è più possibile. O date risposte oppure ci possiamo anche incazzare». A questo punto – ci sarà un secondo passaggio – prende la parola Ceccotti che, in primis, ribadisce che è a capo dell’assessorato da 98 giorni: «Sul trasporto per i centri diurni non serve buttare tutto. Sì, ammetto che ci sono difficoltà e ne ho già discusso con i quattro operatori iscritti per la risoluzione dei problemi; il servizio a chiamata dovrebbe essere implementato perché il disabile deve avere la possibilità di non andare solo ai centri diurni, ma anche tirocini ed attività extra curriculari. In generale il guaio riguarda tutta la città. Dovremo interagire con la Regione Umbria perché il bando è loro ed è stato prorogato per diversi anni». Si passa ai progetti Por-Fse: «Nel bando 2014-2020 questa amministrazione aveva a disposizione oltre 3 milioni 300 mila euro. Il 5 e 6 novembre abbiamo avviato due procedure per l’accompagnamento al lavoro dei disabili adulti e giovani; ora proseguirò in maniera diretta con l’ispettorato del lavoro ed il centro per l’impiego perché nessun attore della filiera deve essere scompaginato per dare delle risposte a questi servizi. Inoltre ho verificato che 1 milioni 572 mila euro, fondi del 2015-2016-2017 e 2018, a seguito della modifica della legge finanziaria sono confluiti nell’avanzo vincolato: si poteva utilizzare massimo 1 milione di euro perché siamo in dissesto. Farò tutto il possibile affinché la cifra 2019 sia impiegata il più possibile, è un dovere».

TRASPORTO DISABILI: «STANCHI E DISPERATI»

Delfina Dati e Patricia Turilli

Progetto individuale e Uvm

Si arriva ad uno dei nodi principali: «I progetti individuali? Ci dobbiamo chiedere perché non funzionano. Forse in questa provincia è l’Uvm (Unità di valutazione multidisciplinare per disabili adulti e minori) che non va e non basta. Va strutturato. C’è bisogno di costruire un tavolo immediato che ci porterà a parlare in conferenza dei sindaci: non come quella fatta il 10 giugno, ma più estesa. Prima di tutti devono esserci i Comuni capofila dell’Ambito. L’amministrazione non sarà mai sorda a queste tematiche». Si riprende con le associazioni e tocca all’Afad con Delfina Dati: «Il tema della libertà di scelta è importante. Vero che le risorse sono poche e occorre il coinvolgimento della Regione, ma bisogna garantirla con i fondi esistenti: mi riferisco alla gara di appalto che a breve scadrà perché ci sono persone che non trovano risposte. I diritti dei disabili sono tutte uguali, nel corso degli anni ci sono state troppo eccezioni. Il progetto di vita non è solo il centro diurno, alcuni ragazzi non vogliono andarci ma non c’è alcuna alternativa. Servono altre possibilità».

PERENNE BAGARRE SUL TEMA

Al centro Cristiano Ceccotti

L’impatto della scuola

A questo punto è la Pepegna che ci tiene a dire una cosa: «La scuola ha un grosso compito – lei è docente – sul tema, sarebbe interessante fare questo incontro con il provveditorato. Non sono solo i servizi sociali che possono intervenire». Poi spazio ad Andrea Tonucci del direttivo Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap Onlus) Umbria: «Il mondo della scuola, ad oggi,l è quello che più di altri usa visioni e linguaggi alle aspettative delle persone con disabilità. Ha più dimestichezza. Sottolineo che le associazioni hanno dimostrato di sapersi unire in questo caso. Importante definire le regole perché l’amministrazione comunale da sola non può risolvere il problema».  A chiudere Annalisa Marrone, presidente dell’Unasam Terni (si occupa di salute mentale): «Ci sono delle grandi difficoltà al momento perché i servizi non hanno il numero idoneo per poter seguire bene. Le famiglie hanno bisogno di essere ascoltate: mio papà purtroppo è stato colpito da una malattia molto significativa e le comunità sul territorio mi sono state di grande aiuto. Mi piace l’idea dell’indipendenza della scelta perché è bene sapere dove potersi indirizzare». Non resta che attendere la creazione del tavolo di lavoro.

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