Morte Falcioni, ci sarà la camera ardente

Terni: la data del rito funebre – che probabilmente sarà privato – deve essere ancora stabilita. Ma in tanti potranno salutare il ‘maestro’

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Un dolore profondo, quello dei familiari, degli amici, dei collaboratori e degli allievi – davvero tanti nel tempo – per la scomparsa del musicista e insegnante Francesco Falcioni, morto venerdì mattina lungo la strada statale 675 all’altezza di Orte (Viterbo) a causa dell’incidente stradale autonomo in cui è rimasto coinvolto con la sua moto Bmw 1200. Il professionista 66enne, titolare della scuola di musica ‘Rolando Falcioni’ attualmente operativa in via D’Annunzio a Terni, nel palazzo del provveditorato agli studi, lascia la compagna Paola e davvero tante persone che gli volevano bene.

In attesa

Tutte loro sono in attesa di sapere quando si celebreranno i funerali, e la data verrà fissata a breve. Ma finché la salma – già ‘liberata’ dalla procura di Viterbo, in ragione di una dinamica sin troppo chiara del sinistro mortale – non verrà portata a Terni, non sarà possibile avere certezze in tal senso. Di contro si sa già che il rito funebre, probabilmente in forma privata dopo o prima di una camera ardente pubblica, si terrà nella chiesa di Santa Maria Regina dove il maestro era davvero di ‘casa’.

L’ultimo saluto

Sempre presso la parrocchia di via Vico, ma all’interno dell’oratorio, verrà aperta la camera ardente dove sarà possibile salutare Francesco Falcioni per l’ultima volta. E c’è da giurare che in tanti lo faranno, visto che l’artista era conosciuto e apprezzato non solo a Terni, ma anche fuori provincia per le sue qualità umane, personali, infine musicali maturate non solo attraverso gli studi a Perugia e L’Aquila, ma anche con tanti concerti, lezioni, esibizioni che lo avevano consacrato come uno dei più raffinati pianisti ed organisti del territorio. Davvero tanti i messaggi di cordoglio apparsi in queste ore sulla pagina Facebook della sua associazione, fra cui una toccante poesia – ‘Genio fragile’ il titolo – dell’attore Riccardo Leonelli che riportiamo qui di seguito:

frasi fatte non ne conoscevi
ma stravaganti schegge di follia
sempre oltre la mediocrità
aldilà del ragionevole
giochi di suoni e meraviglia di parole
doppi sensi e sgrammaticature
del cervello
mirabili volteggi con la lingua
e con le mani
di frase in frase fantasticando
sugli accordi di un pensiero
e le riflessioni di un piano

vai piano maestro
ché non ti stiamo dietro
vai piano ché se corri così poi
chi ti raggiunge più
sei troppo svelto per noi comuni
mortali
sei troppo oltre la nostra comune
prevedibilità

nessuna apparente connessione
fra te e il mondo
nessuna facile catalogazione per il tuo
genio fragile
incollocabile nel tempo
e nello spazio
troppo umile per la fama
troppo grande per la miseria
dello show business
troppo frammentato per essere
riconoscibile
tu fenomeno scomposto
attraversi con un balzo il tunnel
che collega te e l’infinito
senza salutare
senza frasi di circostanza
che alla fine poi un ciao
a che sarebbe servito

a farci preparare sì ma tu
non sei mica come noi
fanculo ai convenevoli
ci becchi di sorpresa e te ne vai
cogli effetti speciali
un colpo di scena che ci frana
sopra il cuore
e che ci lascia tutti
senza fiato

fa freddo qui france’
suona ancora per noi ti prego
scaldaci l’anima
con un requiem jazz che non esiste
se non nel gran finale
della tua vita
unica
vera
inimitabile
troppo avanti per un mondo così povero
di geni
e che rimane ancora lì
fermo
al semaforo

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