Mosaici della Fontana, a Terni iniziati i test

Martedì è stato allestito il cantiere per permettere all’impresa di iniziare le operazioni per la prova di distacco

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di Francesca Torricelli

Forse, forse ci siamo. O meglio, siamo a un nuovo inizio. Martedì mattina, all’interno della fontana di piazza Tacito a Terni, è stato allestito il cantiere per permettere all’impresa Coo.Be.C. di Spoleto di iniziare le operazioni per la prova di distacco del mosaico.

IL CANTIERE ALLESTITO ALL’INTERNO DELLA FONTANA – LE FOTO

Terni fontana piazza tacito (3)Il cantiere «Questo è un cantiere pilota – spiega a umbriaOn un tecnico restauratore al lavoro nel cantiere – in cui cercheremo di staccare 2 metri quadri circa di mosaico, in questo caso la parte in cui è raffigurato il segno zodiacale del cancro, al fine di studiare le problematiche che possiamo incontrare nelle varie operazioni. L’obiettivo è quello di trovare una metodologia che poi potrà essere applicata su tutto il mosaico».

Terni fontana piazza tacito (9)La pulizia Prima del distacco, ovviamente, c’è bisogno di effettuare una serie di operazioni propedeutiche. «La prima cosa da fare è una pulizia superficiale per togliere il calcare formato sulle tessere negli anni e ritrovare la tessitura del mosaico. Il grado di degrado è diffuso, ma la parte vicino al catino è quella che risente più delle incrostazioni. Inoltre, grazie a un biocida riusciremo anche a rimuovere le varie piante nate tra le tessere».

Terni fontana piazza tacito (12)Il preconsolidamento Una volta individuate le tessere, aggiunge il tecnico, «procederemo alla scansione laser per avere un rilievo preciso di tutte le tessere che compongono la parte in cui abbiamo iniziato a lavorare. Individuate le tessere inizieremo con l’opera di preconsolidamento, perché le tessere sono molto instabili e risentono dei trattamenti utilizzati per la pulizia in passato. Il preconsolidamento aiuterà a tenere il più possibile unita l’opera, perché il distacco può essere comunque un trauma per il manufatto. L’obiettivo è quello di dare maggiore coesione superficiale, per le singole tessere che nel loro insieme».

Il distacco Una volta eseguite queste procedure «si può procedere con il distacco. L’idea è quella di rivestire la superficie con una garza, una stoffa a trama ampia, che attaccheremo con una resina acrilica sulla quale verrà poi applicata una stoffa un po’ più fitta. Una volta resa compatta la parte da staccare dovremo valutare come realizzare la controforma che servirà a mantenere fermo il pezzo perché per quanto la stoffa irrigidisce superficialmente non evita il movimento tridimensionale in altezza. Quindi sarà necessario applicare un pannello che eviti le flessioni che potrebbe subire la superficie. Il distacco avverrà da sotto, quindi probabilmente verranno rimosse due cornici di marmo che ricoprono il catino in modo da poter rimuovere il massetto sottostante dal basso avendo la superficie sopra bloccata».

I tempi «La Coo.Be.C ha venti giorni di tempo a disposizione per completare il test», aveva spiegato qualche giorno fa il funzionario del Comune e responsabile unico del procedimento, Federico Nannurelli. «Al termine verrà redatta una relazione specialistica utile per procedere al restauro vero e proprio e per capire se l’operazione di distacco è fattibile. A quel punto si deciderà come andare avanti». La speranza di Nannurelli è che «si possa partire con il cantiere entro fine anno, sarebbe un obiettivo importante».

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