L’incidente risale all’11 ottobre del 2017 quando, in una scuola elementare di Narni, un bambino che all’epoca dei fatti aveva 9 anni, si era ferito seriamente al volto. Era l’ora di ricreazione e l’alunno, insieme ai suoi compagni di classe, stava giocando all’esterno, quando era scivolato sull’erba bagnata, finendo con il viso contro il muretto di recinzione dell’istituto. Di lì a poco lo aveva raggiunto la madre, allertata dal personale della scuola, che lo aveva poi trasportato in ospedale dove gli erano stati applicati diversi punti di sutura in ragione delle ferite riportate. Per la guarigione, fra medicazioni e terapie, sarebbero serviti circa 20 giorni, anche se i segni e le conseguenze di quella brutta caduta, sarebbero rimasti.

La causa civile
In seguito all’accaduto, la scuola aveva attivato la propria assicurazione ma nessun accordo è mai stato trovato fra la stessa e i genitori del bimbo – oggi ragazzo – con quest’ultimi che, attraverso l’avvocato Luca Leonardi del foro di Terni, hanno poi fatto causa al Ministero dell’istruzione e all’Istituto comprensivo Narni Centro. Perchè, secondo loro, le lesioni riportate dal figlio – un danno estetico e da inabilità del 7% secondo le tabelle Inail – erano legate a carenze strutturali ma anche di vigilanza della stessa scuola. A sei anni di distanza dai fatti, il tribunale civile di Perugia – giudice Giulio Berti – gli ha dato ragione, riconoscendo ai genitori un risarcimento di poco meno di 7.200 euro – ovvero quanto richiesto – oltre alle spese di giudizio e legali. La somma dovrà essere liquidata in solido da Ministero e Istituto comprensivo.
Perché
Il tribunale ha motivato la decisione, fra le altre cose, sostenendo che «la giovanissima età degli alunni imponeva di adottare le opportune cautele preventive, soprattutto in considerazione del fatto che l’evento dannoso si è verificato durante la ricreazione, periodo nel quale si richiede una vigilanza più accurata, vista la prevedibile vivacità degli alunni nelle ore di svago, che aumenta la possibilità che si verifichi un evento dannoso: durante la ricreazione la responsabilità dell’insegante è inversamente proporzionale all’età ed alla maturità degli alunni. Nel caso di specie – si legge nella sentenza – risulta che l’inadeguatezza e pericolosità del muretto di recinzione della scuola erano già state segnalate in precedenza dai genitori degli alunni».