Ndrangheta in Umbria: «Romizi riferisca»

Richiesta del Pd al primo cittadino: «Subito una commissione speciale sul tema». Parla anche Giubilei. Tutte le reazioni all’inchiesta calabrese che ha gettato nuova luce sulle infiltrazioni mafiose nell’economia locale

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Vero che nel 2014 si era candidato con una lista a supporto del candidato Pd Boccali, ma è pur vero che poi è passato in maggioranza, diventando prima vicesindaco e poi, dopo le ultime elezioni (nelle quali è stato candidato in una lista collegata a Romizi), presidente del consiglio comunale: per questo motivo il Partito Democratico chiede al sindaco di riferire in aula sulla posizione di Nilo Arcudi, tirato in ballo da alcune intercettazioni emerse nell’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta in Umbria. Chiariamo che il presidente Arcudi non è indagato e ha già smentito qualsiasi coinvolgimento con una nota stampa.

SI PARLA DEI CANDIDATI NELLE INTERCETTAZIONI

Arcudi ai tempi del gruppo Pd

La nota del gruppo Dem in consiglio comunale

«Le indagini e gli arresti delle ultime ore evidenziano come la rete criminale della Ndrangheta e delle mafie, con le sue tentacolari infiltrazioni, cerca di penetrare e radicarsi anche in Umbria e a Perugia. Il contrasto ai fenomeni mafiosi non può essere delegato alla sola attività investigativa, di indagine e alla giustizia penale. Serve – scrivono in una nota i consiglieri comunali Dem – da parte di tutte le istituzioni politiche, economiche, sociali e della formazione una reazione chiara, ferma e decisa e un impegno quotidiano serio e rigoroso, non di sola facciata. Insieme ai tanti cittadini e alle tante associazioni che si impegnano da anni per questi obiettivi, il Pd di Perugia da sempre combatte col massimo impegno per tenere alta la guardia contro ogni opacità, illegalità e malaffare. È per questo che il gruppo del Partito Democratico presenterà in consiglio comunale la richiesta di istituzione di una Commissione Consiliare Speciale sul tema delle infiltrazioni mafiose e delle azioni politiche per il loro contrasto. Infine chiediamo al sindaco di informare il consiglio, alla prima seduta utile, circa i fatti e le circostanze riportate sui quotidiani locali e nazionali».

Intanto in Regione istituita la commissione

«L’immediata istituzione della commissione speciale sulla criminalità organizzata e le mafie per dare un forte contributo politico-istituzionale alle attività di contrasto e prevenzione del fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata e mafiosa nel tessuto socio-economico umbro»: il presidente dell’assemblea legislativa umbra, Marco Squarta, ha reso noto che la conferenza dei capigruppo ha condiviso la necessità di istituire l’organismo di indagine anche nella legislatura appena partita. Lo ha fatto nel giorno in cui era in corso l’operazione – con arresti e sequestri della polizia – contro la ‘ndrangheta che avrebbe messo le mani sull’Umbria. «L’organismo – secondo il presidente Squarta – è una prima risposta a chi vuol mettere a rischio la civile convivenza della nostra comunità regionale: quello delle infiltrazioni della criminalità organizzata e mafiosa in Umbria è un grave problema che ormai da anni si manifesta con una elevato livello di gravità, come purtroppo confermato dai recenti fatti di cronaca che rivelano la preoccupante presenza in Umbria delle mafie».

M5S: «Perché la Tesei non parla?»

«A seguito della gravissima narrazione comparsa stamane sulle prime pagine dei più importanti quotidiani locali e nazionali in merito all’inchiesta antimafia ‘Infectio’ condotta nella giornata di ieri, il Movimento Cinque Stelle intende esprimere una posizione inequivocabile, di estremo rigore e fermezza. Dopo aver prontamente informato e coinvolto il presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, i portavoce umbri di ogni livello istituzionale hanno inviato una richiesta al Prefetto di Perugia per l’attivazione delle procedure ispettive d’indagine per accertare ogni possibile infiltrazione della criminalità organizzata. È dovere delle istituzioni tutte reagire in maniera compatta e avversa creando un clima di ostilità sociale alla criminalità organizzata e promuovendo la cultura dell’antimafia, con fatti e azioni concrete. Rimaniamo basiti di fronte al silenzio della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e della timida presa di posizione del Sindaco Andrea Romizi. Ad un giorno di distanza dall’operazione, auspichiamo che con urgenza e celerità in rappresentanza della comunità tutta le più importanti istituzioni della nostra regione prendano una posizione forte, decisa, chiara e inequivocabile sui fatti di ieri».

Pastorelli (Lega): «Bene così»

«Nel rimarcare l’importanza dell’operazione – dice Stefano Pastorelli, capogruppo Lega in consiglio regionale – accogliamo con soddisfazione la decisione presa nella conferenza dei capigruppo di attivare la commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni criminali nella nostra regione e auspichiamo che tale organo venga rapidamente istituito, come emerso dalla volontà di tutti i gruppi politici dell’assemblea legislativa. Con questo organismo la Lega assicurerà il massimo impegno nel proporre iniziative tali da rendere più efficace il contrasto alla criminalità organizzata».

M5S: «Perché la Tesei non parla?»

«A seguito della gravissima narrazione comparsa stamane sulle prime pagine dei più importanti quotidiani locali e nazionali in merito all’inchiesta antimafia ‘Infectio’ condotta nella giornata di ieri, il Movimento Cinque Stelle intende esprimere una posizione inequivocabile, di estremo rigore e fermezza. Dopo aver prontamente informato e coinvolto il presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, i portavoce umbri di ogni livello istituzionale hanno inviato una richiesta al Prefetto di Perugia per l’attivazione delle procedure ispettive d’indagine per accertare ogni possibile infiltrazione della criminalità organizzata. È dovere delle istituzioni tutte reagire in maniera compatta e avversa creando un clima di ostilità sociale alla criminalità organizzata e promuovendo la cultura dell’antimafia, con fatti e azioni concrete. Rimaniamo basiti di fronte al silenzio della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e della timida presa di posizione del Sindaco Andrea Romizi. Ad un giorno di distanza dall’operazione, auspichiamo che con urgenza e celerità in rappresentanza della comunità tutta le più importanti istituzioni della nostra regione prendano una posizione forte, decisa, chiara e inequivocabile sui fatti di ieri».

TUTTI I DETTAGLI SULL’OPERAZIONE

Intercettazioni che fanno rabbrividire

LE DICHIARAZIONI DI GRATTERI E DELL’EX QUESTORE MESSINA (VIDEO)

Le altre reazioni dal mondo politico e sociale

Raccogliamo le principali reazioni
arrivate nella giornata di giovedì.

Romizi: «Stato ha anticorpi per proteggere Umbria»

«Le indagini della polizia dimostrano ancora una volta che lo Stato ha gli anticorpi necessari per difendere con grande professionalità l’Umbria dai tentativi di infiltrazione mafiosa. Oggi, come già è accaduto negli anni scorsi con altre importanti inchieste giudiziarie, le forze dell’ordine hanno saputo arginare il tentativo di fare business da parte della criminalità organizzata nella nostra regione. L’amministrazione continuerà a seguire in maniera attenta gli sviluppi della vicenda che riguarda il nostro territorio e ad assicurare il massimo impegno rispetto al fenomeno, grazie anche alla proficua collaborazione con le altre istituzioni. Rivolgo, infine, un sentito ringraziamento agli organi inquirenti e alle forze dell’ordine per l’impegno profuso ancora una volta a difesa della legalità e per il lavoro che ogni giorno svolgono per rendere più sicure le città in cui viviamo».

Giubilei: «Non immaginavo si arrivasse a tanto»

«Ero pronto a tutto – scrive Giuliano Giubilei in un post – anche a tener conto del fatto che sulle elezioni di Perugia alle quali ero candidato sindaco, i famigerati ‘poteri forti’ avrebbero tentato di giocare la consueta partita dei propri interessi. Ma non credevo che tra i ‘poteri forti’ da tempo radicati in Umbria ci fosse la criminalità organizzata, con radici così profonde da puntare al terreno della politica. La ‘ndrangheta, che il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha definito «sistematica in Umbria», al pari di un anti-Stato che si occupava di problemi e controversie di cittadini e imprese, generando un sistema che con i suoi agenti patogeni ha pesantemente inquinato il tessuto economico e la vita democratica nella nostra regione. Il lato più inquietante delle inchieste, che hanno già portato ad una grossa tornata di arresti e sequestri, è il fatto che «alcuni degli indagati si interessavano alle vicende politiche e amministrative di Perugia durante le precedenti elezioni a quelle tenute nel 2019», come ha dichiarato il capo della squadra Mobile di Perugia, Carmelo Alba. E da fonti di stampa inizia anche a trasparire il nome di esponenti politici in forza all’attuale maggioranza. Spero che i fatti smentiscano le voci di una così stretta aderenza tra criminalità organizzata e politica, altrimenti per Perugia e per l’Umbria sarebbe un colpo devastante. Di certo però stando a quello che emerge dalle intercettazioni, la ‘Ndrangheta ha proiettato la sua ombra inquietante sulle elezioni per il Comune di Perugia. Il sindaco Romizi ci ha messo tre giorni per decidere una debole presa di distanze dal post razzista del consigliere leghista. Che farà ora con questo materiale ben più scottante?».

M5S: «Lo dicevamo da tempo»

«L’importante operazione condotta dalla polizia ci pone, ancora una volta davanti alla presenza pervasiva del fenomeno criminale mafioso in Umbria, come da noi da anni denunciato in Parlamento»: è quanto affermano in una nota i parlamentari del M5s Tizia Ciprini, Filippo Gallinella, Emma Pavanelli riguardo all’operazione contro la ‘ndrangheta di oggi. «Decine di arresti e sequestri per diversi milioni che testimoniano come le cosche si siano infiltrate in modo significativo nel sistema economico regionale». Parla anche il consigliere regionale De Luca: «Le cosche della ‘Ndrangheta hanno messo le mani sull’Umbria, ormai ci troviamo di fronte ad un fatto compiuto, non vengono ad uccidere, vengono a fare affari. Per dare risposte concrete in materia, la nuova assemblea legislativa dovrà prioritariamente approvare una nuova legge sugli appalti, che renda il territorio umbro ostile ed immune ad ogni forma di permeabilità alla criminalità organizzata».

Verini: «Lo dicevamo da tempo»

«L’operazione conferma quanto fosse giusto tenere alta la guardia contro ogni sottovalutazione – così in una sua nota il deputato Pd Walter Verini, membro della commissione parlamentare antimafia – nessuna zona del Paese, infatti, è al riparo da questi rischi e negli ultimi anni, pure in presenza di un tessuto sociale reattivo e con ‘anticorpi’ significativi, anche in Umbria più di un segnale di allarme si era manifestato. All’azione di magistratura e forze della sicurezza occorre perciò accompagnare una costante vigilanza e una forte, quotidiana battaglia per la trasparenza, per il rispetto delle regole, contro opacità, corruzione e consorterie varie. Una battaglia per la diffusione della cultura della legalità che deve riguardare tutti: istituzioni, politica, forze sociali, luoghi della formazione e dell’ educazione».

Sgalla (Cgil Umbria): «Respingere le mafie è una precondizione per lo sviluppo»

«Legalità e sicurezza sul lavoro sono le due ‘password’ per lo sviluppo dell’Umbria. Lo abbiamo detto e ripetuto fino alla nausea, lo abbiamo messo nero su bianco nella piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil per la nostra regione. Come Cgil, consapevoli del fatto che il contrasto alle infiltrazioni mafiose non sia una questione che interessa solo polizia e magistratura, ci siamo costituiti parte civile nel processo Quarto Passo. In Emilia Romagna il Patto per il Lavoro siglato da sindacati, imprese e amministrazioni pubbliche dedica grande attenzione a questo straordinario problema. Dobbiamo una volta per tutte capire che anche in Umbria c’è bisogno di fare muro e respingere questo attacco alla nostra economia e alla nostra coesione sociale. Seguiremo con attenzione gli sviluppi dell’operazione odierna contro la ‘ndrangheta che coinvolge anche aziende del territorio e vogliamo ribadire da subito la nostra vicinanza e il nostro sostegno alla magistratura e alle forze dell’ordine, perché accanto all’azione repressiva dello Stato serve una forte presa di coscienza da parte di tutta la società».

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