Lui le chiama «pattuglie di volontari disarmati», ma quando Paolo Crescimbeni, consigliere comunale ternano del Gruppo misto, ne parla, il pensiero vola subito a quelle ‘ronde’ di cui, periodicamente, si parla in giro per il Paese.
La proposta Crescimbeni prende evidentemente spunto dall’omicidio di David Raggi e lancia una proposta destinata a far discutere. E molto.
Le telecamere Crescimbeni ricorda «il progetto di ‘Terni città video sorvegliata’, che già nel programma della campagna elettorale del maggio scorso definii ‘mille occhi sulla città» e che «è oramai un dato acquisito come le aree video sorvegliate, con una idonea centrale operativa, costituiscano un deterrente fortissimo alla criminalità di ogni tipo ed un supporto straordinario alle indagini effettuate quando il crimine è stato commesso». Se questa, dice l’avvocato, «è una realtà incontestabile e la sicurezza è un bene sociale di indubbio valore, anche economico, oltre che un diritto dei cittadini, si ritiene che questa amministrazione debba da subito mettere in campo questo progetto per passare alla fase esecutiva nel più breve tempo possibile».
Il progetto Altre realtà urbane, che hanno proceduto in tal senso, insiste Crescimbeni, «già ne stanno constatando i benefici». Il progetto, quindi, «dovrà essere di alto profilo, e non limitato ad alcuni punti sensibili del tessuto urbano, in quanto quale sarà la scena di un crimine futuro nessuno è in grado di prevedere in anticipo; pertanto esso comporterà una spesa significativa, cui seguiranno le spese di gestione per le quali, tuttavia, il comitato per la sicurezza potrà e dovrà individuare un soggetto unico integrato, espressione unitaria dei corpi di polizia già operanti sul territorio nel settore».
Lo ‘sportello’ Ma il consigliere comunale di opposizione dice poi che, «espressione della stessa filosofia e della stessa struttura integrata, dovrà essere uno ‘Sportello unico per la sicurezza’ raggiungibile in varie forme (telefono, mail, fisicamente) operante 24 ore su 24, cui il cittadino si possa agevolmente rivolgere, senza incappare in lungaggini e ostacoli burocratici inutili, segnalando eventi criminosi in corso realisticamente temuti o in corso, elementi di grave sospetto, timori e disagi causati da dati oggettivi. Anche in ordine a questa iniziativa dovrà essere la nostra amministrazione a prendere l’iniziativa per concertarla con gli organi deputati alla sicurezza e all’ordine pubblico nel quadro del Protocollo per la sicurezza di recente sottoscritto.»
Le ronde Poi, però, l’uomo che voleva diventare sindaco di Terni, va oltre: «Stante la evidente carenza o insufficienza delle forze dell’ordine addette al pattugliamento del territorio urbano – è l’affermazione – si ritiene matura la situazione per favorire la costituzione di pattuglie di volontari disarmati, con compito di rilevamento e segnalazione di situazioni di pericolo per la pubblica sicurezza ed incolumità. Le pattuglie – specifica Crescimbeni – dovrebbero essere costituite da almeno 3 o 4 volontari, non giovanissimi, di circa 40-50 anni, ben riconoscibili, dotati di ricetrasmittente per collegamenti con le centrali operative delle forze dell’ordine». Per pagarle, le ronde, secondo Crescimbeni, l’amministrazione comunale dovrebbe «valutare con attenzione la concreta possibilità di accedere ai fondi europei esistenti, diretti o indiretti, destinati alla sicurezza urbana».