Non era a Terni il giorno dell’omicidio di Demir Hyseni, martedì 18 luglio (LE FOTO). Lui, Kujtim Beli, in Italia c’era sì arrivato il 10 luglio scorso – via traghetto Tirana-Bari – ma per raggiungere Padova per ragioni di lavoro. Conclusione: non è stato lui a freddare a colpi di pistola in via Galvani, il carpentiere 49enne, padre di tre figli.
I CARABINIERI: «COSÌ LO ABBIAMO INCASTRATO»
«Io non c’ero» Questa la difesa del 60enne albanese accusato di omicidio volontario aggravato e fermato dai carabinieri della Compagnia di Bari, martedì pomeriggio al porto del capoluogo pugliese, nell’ambito dell’indagine condotta dal pm Raffaele Pesiri e dall’Arma di Terni. Giovedì mattina l’uomo ha risposto alle domande del gip di Bari, Annachiara Mastrorilli, nel corso dell’udienza di convalida del fermo disposto dalla procura di Terni. Presente anche il pm Marcello Quercia. La decisione del giudice, alla luce dell’interrogatorio, è stata quella di convalidare il fermo e disporre la custodia cautelare in carcere, a Bari.
OMICIDIO VIA GALVANI: «RISPOSTA IMMEDIATA» – VIDEO
Lo ‘stub’ L’uomo è difeso dall’avvocato Francesco Colonna Venisti del foro di Bari che ha chiesto che venga effettuato lo ‘stub’ – il tampone per raccogliere eventuali tracce di esplosivo – sul proprio assistito. Un esame non ancora disposto né eseguito ma, evidentemente, ritenuto significativo ai fini dell’indagine.
OMICIDI A TERNI, UNA LUNGA SCÌA DI SANGUE
L’autopsia della vittima è prevista per venerdì mattina alle ore 11. Ad eseguirla sarà il medico legale Luca Pistolesi di Perugia, su incarico del pm Pesiri. Dopodiché la salma verrà restituita ai familiari di Demir Hyseni per il successivo rito funebre che verrà celebrato in Albania. Quest’ultimi sono assistiti dall’avvocato Cristina Rinaldi del foro di Terni che seguirà gli sviluppi giudiziari della vicenda, con l’obiettivo di ottenere giustizia per quanto accaduto.
