Operaio 55enne muore travolto dal treno

Città della Pieve – Tragico incidente sul lavoro martedì mattina a Ponticelli, lungo la ‘linea lenta’. La vittima è il campano Aniello Alaia

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Tragico incidente sul lavoro a Città della Pieve (Perugia) intorno alle ore 11.30 di martedì mattina, in località Ponticelli. Aniello Alaia, operaio 55enne originario del Napoletano e dipendente di una ditta privata della Campania, ha perso la vita dopo essere stato travolto dal treno regionale 4101 appena partito dalla stazione di Città della Pieve e in transito lungo la vecchia linea Firenze-Roma.

Morto sul colpo

L’uomo, che alloggiava a Fabro (Terni) insieme ai colleghi a seguito dell’appalto affidato da Rfi, stava svolgendo un intervento di manutenzione elettrica sulle canaline a lato della ferrovia, quando è stato investito dal convoglio che lo ha ucciso sul colpo. Sul posto si sono portati gli operatori sanitari del 118 – purtroppo per l’operaio non c’era già più nulla da fare -, gli agenti della Polfer di Orvieto, i carabinieri della Compagnia di Città della Pieve e i vigili del fuoco pievesi e del comando di Perugia.

Le indagini e le conseguenze sul traffico

Le indagini sull’accaduto sono coordinate dalla procura della Repubblica di Perugia e gli inquirenti, dopo l’accaduto, hanno sentito sia i colleghi dell’operaio napoletano che il macchinista del treno che lo ha travolto. Il traffico lungo la direttrice è stato sospeso per consentire gli accertamenti dell’autorità giudiziaria. Alle ore 14.36 è ripresa la circolazione: 3 Intercity e 4 Regionali hanno subito rallentamenti fino a 170 minuti; un treno regionale è stato cancellato.

Il cordoglio di Rete ferroviaria italiana

Rete ferroviaria italiana esprime «cordoglio e vicinanza ai familiari dell’operaio di una ditta appaltatrice esterna, deceduto mentre era impegnato in alcuni lavori lungo la linea storica Firenze-Roma, in prossimità della stazione di Chiusi. La dinamica di quanto accaduto è al vaglio delle competenti autorità alle quali Rfi sta offrendo tutta la necessaria collaborazione».

I sindacati scrivono a Rete ferroviaria italiana

«Abbiamo appreso la notizia che martedì, a distanza di qualche settimana da un altro evento, ancora una volta, nel nostro territorio è accaduto un incidente, questa volta purtroppo mortale, ad un lavoratore di una ditta in appalto operante in ambito manutenzione infrastruttura per conto di Rfi», scrivono le segreterie regionali della Toscana e dell’Umbria Filt, Fit, Uilt, Ugl, Fast e Orsa a Rete ferroviaria italiana. «Non abbiamo ancora avuto occasione di effettuare un incontro sull’evento passato per avere chiarimenti sulla dinamica e le eventuali responsabilità che hanno portato all’incidente e non siamo ancora in grado di conoscere i dettagli di questa nuova disgrazia, ma è assolutamente inaccettabile che, a distanza di poco tempo, nel territorio di competenza della Doit Firenze, in territorio Umbro, si siano verificati due incidenti di tale gravità, durante lo svolgimento di lavorazioni in ambito ferroviario. Nel sottolineare l’estrema pericolosità a cui si è esposti mentre si opera in ambito ferroviario, analizzando il fatto che entrambi gli incidenti hanno interessato lavoratori appartenenti a ditte esterne ed ancora prima di conoscere i dettagli dei tragici eventi sopra menzionati, ci sentiamo in dovere di richiamare e ribadire ancora una volta la massima attenzione, da parte della committenza (Rfi), nel controllare e vigilare sulle condizioni in cui questi lavoratori svolgono le proprie mansioni. Più volte abbiamo segnalato il fatto che i lavoratori di alcune ditte sono costretti ad operare con scarsa professionalizzazione o con ritmi eccessivamente elevati e prolungati senza un adeguato recupero psicofisico. Nell’attesa di ricevere approfondimenti e chiarimenti sull’accaduto da parte aziendale, le segreterie regionali chiedono a Rfi «di procedere ad una attenta verifica in merito alla corretta applicazione di tutte le regole indispensabili, per una ditta esterna, per poter operare in ambito ferroviario e verificare anche che i lavoratori siano in possesso delle abilitazioni necessarie, siano adeguatamente formati ed informati sulle corrette procedure applicative, abbiano fruito del riposo minimo di legge. Non riteniamo più tollerabile il ripetersi di incidenti sul lavoro che portano anche alla morte dei lavoratori e questi tragici eventi devono obbligatoriamente portare ad un approfondimento in merito all’effettuazione della attività di manutenzione della infrastruttura ferroviaria che si dimostra essere una attività altamente pericolosa e che necessita di una elevata professionalizzazione ed un adeguato recupero psico fisico dei lavoratori impiegati».

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