Operata per un carcinoma al seno: «Breast Unit Perugia, umanità e bravura»

Lettera di una lettrice che rivolge i complimenti alla struttura del ‘Santa Maria della Misericordia’: «Grazie davvero a tutti»

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Lettera firmata

Ottobre è il mese rosa della prevenzione contro il tumore al seno. A tal proposito colgo l’occasione di raccontarvi la mia esperienza, affinchè serva quale aiuto alle persone che, come me, si trovano ad affrontare una malattia in un contesto regionale come il nostro, spesso scavalcato a favore di altre realtà ben più blasonate.

Da una mammografia fatta per caso, mi hanno evidenziato micro calcificazioni diffuse nel seno destro, rivelatesi poi essere un carcinoma mammario multifocale. Presa dalla disperazione, con l’aiuto di una mia cara amica medico in servizio presso l’ospedale ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia, mi sono rivolta al reparto di breast unit dello stesso ospedale, dove ho avuto la fortuna di conoscere la dottoressa Ambra Mariotti, con la quale ho pianificato l’intervento chirurgico di mastectomia con studio intraoperatorio del linfonodo sentinella e contestuale immediata ricostruzione mediante impianto di protesi.

Questo tipo di approccio chirurgico permette, in un’unica seduta, di eseguire sia la parte demolitiva di asportazione della mammella, sia la fase di ricostruzione con l’immediato impianto protesico, con tutti i vantaggi che potete immaginare. Questa tecnica chirurgica così vantaggiosa per noi pazienti è pienamente utilizzata presso l’ospedale di Perugia già dall’anno 2017.

Oggi, dopo 23 giorni dall’operazione che mi dicono perfettamente riuscita, mi trovo a ringraziare la dottoressa Mariotti nonchè il suo staff, a partire dalla dottoressa Alessandra Servoli fino alla dolce e preparata infermiera Silvia. Rivolgo alla dottoressa Mariotti il mio più profondo ringraziamento, in primis perchè mi sento bene fisicamente e psicologicamente, merito dell’ottima chirurgia prestatami, ma soprattutto per la grande forza e il coraggio che mi ha dato grazie alla sua professionalità, sensibilità e dolcezza ‘femminile’: ingredienti necessari e indispensabili per affrontare una malattia femminile come questa.

Concludo con l’auspicio che, visto l’aumento d’incidenza di queste malattie nelle persone, anche giovani come me, la sanità regionale prosegua nel lavoro di miglioramento di queste strutture, in cui lavorano persone valide sia tecnicamente che umanamente.

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