di S.F.
Il decreto sindacale del Comune di Narni – 2017 – per l’approvazione dell’accordo di programma relativo alla realizzazione del nuovo ospedale del comprensorio Narni-Amelia. La delibera di Imolo Fiaschini, ex direttore generale dell’Usl Umbria 2, per il ‘sì’ al progetto definitivo della struttura. Il documento sottoscritto tra Regione Umbria, Usl, Provincia di Terni, Comune di Narni e Amelia per l’attuazione dell’iter. Sono i principali atti impugnati al Tar dell’Umbria da parte di uno dei proprietari dei terreni da espropriare per la nascita del nosocomio territoriale – 58 milioni e 56 mila euro l’investimento – che prevede 140 posti letto. La ‘contesa’ è sul valore economico e non è ostativo ai fini della procedura.
L’AFFIDAMENTO DELLA PROGETTAZIONE ESECUTIVA
Il ricorso
I documenti messi nel mirino da M.V. – da ricordare che, se tutto dovesse filare liscio, l’ospedale sorgerà in località Camartana, tra Fornole e la cava di San Pellegrino – sono molti e tutti per un motivo: in ognuno c’è il riferimento anche al terreno di suo proprietà, d’altronde per procedere alla realizzazione occorre che il soggetto attuatore – l’Usl Umbria 2 – ne prenda possesso. Il 16 aprile 2019 gli è stato comunicato attraverso una nota del Comune di Narni che i suoi immobili sarebbero ‘passati di mano’ due settimane dopo, ad anni di distanza dalla delibera di approvazione del vincolo preordinato all’esproprio degli immobili (21 marzo 2012). M.V. – la sua versione – ne è venuto a conoscenza solo lo scorso 26 marzo perché contenuto nel decreto dirigenziale apposito per ultimare la procedura. Risultato: ricorso al Tar Umbria e accoglimento dell’istanza cautelare (26 aprile) in attesa del giudizio collegiale. «L’effettiva immissione nel possesso degli immobili espropriati può determinare a carico del ricorrente un danno grave ed irreparabile», fu specificato nel decreto di Raffaele Potenza. Come detto il problema è per lo più legato alla valutazione economica.
IL BANDO PER LA PROGETTAZIONE ESECUTIVA
L’interesse pubblico e il finanziamento
La situazione si rovescia nella camera di consiglio del 10 maggio. «I provvedimenti gravati attengono all’espropriazione – si legge nell’ordinanza cautelare collegiale – e all’immissione in possesso di soli terreni attualmente destinati ad attività agricola e non interessano gli edifici di proprietà di parte ricorrente. Tali terreni costituiscono solo una porzione di una più vasta area, in parte già acquisita dall’amministrazione procedente, interessata dal progetto per la realizzazione del nuovo ospedale di cui all’accordo di programma del 13 marzo 2012 tra Regione Umbria, Usl 4 Terni, Provincia di Terni, Comune di Narni e Comune di Amelia». La richiesta è respinta: «Nel ricorso non è evidenziato un danno specifico – sottolineano i magistrati – al di là del pregiudizio patrimoniale comunque economicamente ristorabile e valutata, nel bilanciamento degli opposti interessi, la prevalenza del pubblico interesse all’immissione in possesso dei terreni per consentire la canteriabilità dell’opera, anche al fine dell’acceso ai finanziamenti statali per la realizzazione».

Giudizio di merito. Progettazione esecutiva: «In chiusura»
Ora si passa al giudizio di merito, in un primo momento fissato per il 18 giugno. Martedì mattina a Perugia ne parleranno i vari legali coinvolti: si tratta di Fabrizio Garzuglia e Giovanni Ranalli per il ricorrente, Fabio Marini per il Comune di Narni, Massimo Marcucci per l’Usl Umbria 2 e Luciano Ricci per la Regione Umbria. Da ricordare che la progettazione esecutiva del nuovo ospedale sta coinvolgendo un raggruppamento temporaneo di professionisti composto dalla mandataria padovana Steam srl, la teramana Promedia srl, il geologo Paolo Paccara e l’ingegnere Valter Catasti, quest’ultimi entrambi con sede a Terni: il contratto è stato stipulato il 5 novembre del 2018 e l’elaborazione – la deadline è scaduta da un bel po’ – prevedeva un tempo massimo di 96 giorni. «È quasi conclusa, stiamo ultimando la progettazione strutturale e credo che, al massimo, per fine anno il discorso possa essere chiuso. L’opera è complessa e si lavora su una cava in sostanza, è stata svolta anche un’indagine geologica e le cose vanno fatte per bene. Un impegno professionale di rilievo, faticoso e stimolante: abbiamo dovuto rivedere un po’ tutto rispetto al progetto definitivo, si tratta anche di definire il quadro di spesa», il commento in merito del 68enne ingegnere. Dei 140 posti letto del progetto 60 sono per la riabilitazione intensiva con servizio territoriale, 20 per residenza sanitaria assistenziali e i restanti 60 per la medio-bassa specialità con ricovero ordinario; a ciò se ne aggiungono 4 per l’osservazione breve intensiva, 14 per la dialisi ambulatoriale e 16 ‘tecnici’ per trattamenti ambulatoriali. Intanto c’è da risolvere il nodo esproprio al Tribunale amministrativo regionale. E la storia va avanti.