Ospedale Terni, 94 assunzioni previste nel 2023. I fattori per la perdita di personale

Casciari firma il piano triennale provvisorio del fabbisogno 2023-2025: numeri, criticità e previsioni

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di S.F.

«Nell’azienda ospedaliera di Terni si è registrata nel tempo una contrazione del personale in servizio, frutto di molteplici fattori, anche connessi a dinamiche di mancate assunzioni. Collegate non solo a carenza di risorse, ma ad eventi che hanno condizionato negativamente lo sviluppo dell’azienda, anche per quanto riguarda le politiche di acquisizione del personale». È uno dei passaggi contenuti nella relazione illustrativa firmata dai vertici del Santa Maria per adottare in via provvisoria il piano triennale del fabbisogno di personale 2023-2025: la previsione per l’anno appena iniziato parla di 94 assunzioni tra azioni di reclutamento ordinario (36) e stabilizzazioni (58). Come noto le criticità non mancano. Nel contempo sono stati indetti due avvisi interni per manifestazioni di interesse: riguardano gli incarichi di sostituzione dei direttori di struttura complessa di otorinolaringoiatria e nefrologia/dialisi .

Manzi, Casciari e Mariani

Le stabilizzazioni

A metterlo nero su bianco sono il direttore generale Andrea Casciari, il direttore sanitario Pietro Manzi, la direttrice amministrativa Maria Mariani e la dirigente delle risorse umane Maria Rita Bruscolotti. In prima battuta viene sottolineato che nello sviluppare il piano è stata prestata particolare attenzione alla «valorizzazione delle professionalità che l’azienda intende confermare ed ulteriormente promuovere per l’arco triennale di interesse anche attraverso il completamento dei processi di stabilizzazione del personale in corso di attuazione». Sono 58 in tutto per il 2023:«Insistono su posti coperti con contratti a tempo determinato attivati per esigenze straordinarie e che, conseguentemente, costituiscono incremento del fabbisogno ma non rilevano in termini di spesa in quanto la stessa è già considerata per effetto dei contratti in essere». La maggior parte sono infermieri (48), poi risultano i dirigenti (4), un’ortottista, un tecnico sanitario di radiologia medica e quattro operatori socio-sanitari.

Il Santa Maria

Il nodo amministrativo: appena 4% sul totale

Dal Santa Maria ci tengono a puntualizzare un altro aspetto che, magari, rispetto al resto di norma passa in secondo piano rispetto al racconto mediatico:« Si tenga conto che, al di là delle endemiche carenze di personale infermieristico e del ruolo sanitario in genere, è necessario – si legge nel documento – superare le grandi criticità che nell’ultimo biennio hanno riguardato il personale del ruolo amministrativo, che si registra al di sotto del limite di riferimento previsto dalla vigente normativa per i presidi ospedalieri. Infatti è stabilito che ‘il rapporto percentuale tra il numero del personale del ruolo amministrativo e il numero totale del personale non può superare il rapporto del 7%’. A Terni si arriva invece al 4% circa. Il tetto di spesa generale su questo fronte per ora resta a quota 76 milioni 203 mila euro.

Il Santa Maria

Il 2022: alta, medio-bassa specialità ed extraregionale

Come di consueto c’è un riepilogo statistico su come sono andate le cose al Santa Maria nel corso dell’anno appena concluso. Si parte dalla medio-bassa specialità:«Si è registrata – il riepilogo – una lieve diminuzione del numero di ricoveri per residenti in Umbria, pari in termini percentuali al -3,3%». Poi si alza il tiro, l’alta specialità:« Il valore delle attività di per pazienti residenti in Umbria ha registrato una riduzione nei confronti dell’anno precedente (-4,4%), influenzato però tale valore dal maggior numero di pazienti affetti da Covid-19 gravi e quindi trasportati in terapia intensiva che si sono avuti nel 2021; rispetto al 2019 si assiste invece ad un forte incremento di attività (+11,9%). Tali dati evidenziano – il pensiero dei vertici – che, malgrado le forti ripercussioni causate dall’epidemia, l’azienda ospedaliera di Terni ha continuato ad essere un punto di riferimento per i cittadini dell’Umbria per le attività di elevata complessità». E l’extraregionale?«Nel 2022, in particolare nella seconda parte dell’anno, il volume dei ricoveri per pazienti provenienti da altre regioni ha registrato un elevato incremento rispetto al 2021 (+13,3%), facendo ipotizzare che la via verso il recupero del bacino di utenza extraregionale». Vedremo che tipo di trend si avrà nel 2023.

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