Bar esterno ospedale Terni, la ‘minaccia’ del Santa Maria va al Tar

La lite con l’attuale gestore prosegue a colpi di delibere e ricorsi: richiesta la sospensiva sul provvedimento forzoso dell’azienda ospedaliera. Si avvicina scadenza ultimatum

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di S.F.

Non se ne esce, anzi, si va avanti a colpi di delibere e successivi ricorsi. È tutt’altro che finita la storia legata al bar esterno dell’ospedale di Terni: lo scontro tra la direzione ospedaliera e l’attuale gestore, la Mebar srl, torna di nuovo al Tar Umbria. Questa volta al centro dell’attenzione non ci finisce il bando per l’affidamento quinquennale, bensì il provvedimento del ‘Santa Maria’ firmato lo scorso 2 settembre dal dg Pasquale Chiarelli. Vale a dire quello che impone alla società di lasciare i locali entro il 15 ottobre, pena «l’immissione coattiva mediante l’ausilio della forza pubblica che sarà messa a disposizione dalle competenti autorità inibendo l’accesso ai locali da parte di terzi».

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L’istanza cautelare per bloccare tutto

La delibera dell’ospedale è del 2 settembre ed il ricorso è stato notificato sei giorni dopo. In estrema sintesi dal ‘Santa Maria’ hanno dato un ultimatum per liberare i locali e, in questo modo, consentire ai vincitori del bando – la Pianeta Food srl – di poter iniziare l’attività. In caso negativo ingresso di forza con tanto di forze dell’ordine, non il massimo per terminare un rapporto pluriennale di questo tipo: la Mebar, difesa dall’avvocato Fabrizio Garzuglia, ha impugnato l’atto in quanto ritenuto privo di fondamento giuridico. Dovesse essere accolta l’istanza cautelare si dovrà attendere il giudizio di merito: salvo sorprese se ne discuterà in camera di consiglio il 12 ottobre.

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L’affidamento

Sponda ospedaliera è stato affidato l’incarico per poco più di 6 mila euro all’avvocato Alarico Mariani Marini del foro di Perugia. A quasi due anni dall’indizione del bando di gara l’iter è ancora da ultimare e la sensazione è che, in un modo o nell’altro, sarà complicato che ci sia un accordo pacifico tra le parti. Palla ancora in mano al Tribunale amministrativo regionale. Il valore stimato della concessione quinquennale che ha scatenato tutto il bailamme è stimato in 2 milioni di euro.

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