Ospedale Terni, gara acceleratore lineare: Tar annulla esito, esulta la Varian

Pasticcio nell’iter di aggiudicazione alla Elekta: accolti diversi motivi di ricorso della ricorrente, stop per la strumentazione da 2 milioni. Mirino sul lavoro della commissione

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di S.F.

Aggiudicazione annullata e ricorso della Varian Medical System Italia S.p.A. accolto. Niente via libera alla Elekta S.p.A. di Agrate Brianza per la fornitura del nuovo acceleratore lineare al ‘Santa Maria’ di Terni per la radioterapia oncologica: la direzione del ‘Santa Maria’ – il bando è stato indetto il 13 gennaio 2020 – aveva dato il semaforo verde alla società lombarda in avvio di 2021 ma ora la storia è cambiata. Si parla di una strumentazione dal valore di 2 milioni e 49 mila euro. C’è stato più di qualche problema nell’iter di valutazione.

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Gli atti impugnati

La società di Segrate ha messo nel mirino diversi atti della procedura ristretta: in particolar modo la delibera – a firmarla il direttore generale Pasquale Chiarelli – del 29 gennaio 2021 per l’aggiudicazione alla Elekta ed i provvedimenti per la valutazione delle offerte tecniche ed economiche, con richiesta di declaratoria di inefficacia del contratto – se sottoscritto – con contestuale via libera alla Varian, in questo caso mandataria con la Morviducci srl. Due in lizza ed esito a favore della Elekta con un punteggio complessivo di 73,94 contro i 72,94 della concorrente. Quest’ultima tuttavia ne aveva ottenuti 70 a livello tecnico, 30 in più. A ribaltare la situazione fu l’offerta economica.

L’ospedale di Terni

I motivi del ricorso e le mancanze

Ben sette i motivi di ricorso della Varian: «La mancata esclusione – si legge nella sentenza – di Elekta, nonostante la mancata indicazione, nell’offerta di quest’ultima, dei costi della manodopera, dovendo l’oggetto della procedura qualificarsi come fornitura con posa in opera; la mancata esclusione della controinteressata nonostante la mancata indicazione del costo unitario dell’attrezzatura offerta, essendosi quest’ultima limitata ad indicare l’importo offerto al netto del ribasso, oltre agli oneri per la sicurezza». Si passa poi al fatto che Elekta «avrebbe dovuto essere esclusa dalla gara per aver presentato un’offerta difforme dalle prescrizioni tecniche minime previste dalla legge di gara in ordine alle modalità di emissione fotonica, sistema di collimazione multilamellare e gantry ed imaging e IGRT, difformità pur riscontrate dalla commissione». Inoltre – a difendere la Varian gli avvocati Filippo Martinez e Davide Moscuzza, sponda ospedale c’è Alarico Mariani Marini – l’offerta di Elekta « avrebbe dovuto essere esclusa per l’ulteriore difformità, rispetto alle prescrizioni della legge di gara, costituita dalla necessità, per l’installazione dello strumento offerto dalla controinteressata, della modifica del bunker». Infine l’aggiudicazione «violerebbe l’articolo 72 del r.d. n. 827/1924, implicando l’accettazione, da parte della stazione appaltante, di un’offerta condizionata (alla possibilità di modificare il bunker nel quale la strumentazione avrebbe dovuto essere installata)». Contestati anche i punteggi per alcuni parametri e la valutazione sul lettino di trattamento. Cinque punti su sette sono stati accolti.

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Foto archivio

Il Tar accoglie: mirino sulla commissione dell’ospedale

In merito ai primi due motivi (focus sul costo della manodopera) il Tar spiega che dalle considerazioni esposte «discende l’illegittimità degli atti della stazione appaltante in relazione alla mancata esclusione di Elekta dalla gara per inosservanza dell’obbligo di cui all’art. 95, c. 10, d.lgs. n. 50/2016 e delle prescrizioni del disciplinare di gara concernenti il contenuto dell’offerta economica». Chiaro il discorso anche per il terzo (l’offerta difforme rispetto alle prescrizioni tecniche minime): «La commissione giudicatrice, anziché rilevare che per i succitati parametri l’apparecchiatura offerta da Elekta non possiede le caratteristiche tecniche richieste dalla stessa stazione appaltante con la conseguente esclusione dell’offerta della controinteressata, ha proceduto alla valutazione delle caratteristiche dell’acceleratore di Elekta, assegnando il giudizio di ‘insufficiente’ in relazione ai primi due parametri sopra citati e di ‘sufficiente’ per il terzo». Dunque gli atti della stazione appaltante «risultano, per la parte adesso in esame, illegittimi, perché si pongono in contrasto con i criteri ai quali la stessa amministrazione si era autovincolata in relazione alle caratteristiche dalla stessa ritenute minime ed essenziali». Problemi anche per la questione bunker: «La legge di gara era formulata in termini tali da precludere la possibilità di eseguire opere di modifica della struttura, senza che la circostanza che dette opere intervenissero o meno su elementi portanti assumesse rilevanza. Dalla documentazione presentata in gara da Elekta risulta evidente che l’offerta di quest’ultima, per l’installazione dello strumento offerto, prevede la demolizione (e non lo smusso) di una parete in cemento armato. Anche con riguardo al profilo adesso in esame, deve dunque ritenersi che la stazione appaltante, non escludendo l’offerta formulata da Elekta, è venuta meno all’autovincolo posto con il capitolato speciale». Gli ultimi motivi sono stati ‘assorbiti’ a causa dell’accoglimento dei primi cinque.

Via libera alla Varian

Il Tribunale amministrativo regionale ha dunque annullato l’aggiudicazione impugnata a favore della Elekta, condannando l’ospedale a procedere con il via libera alla Varian Medical System Italia S.p.A.. Non solo. Il ‘Santa Maria’ dovrà pagare 3.500 euro di spese di lite alla società ricorrente. Un bel pasticcio in definitiva. Ora la storia potrebbe proseguire al Consiglio di Stato.

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