Ospedale Terni, blatte in cucina «dalle fogne»

Dopo la chiusura e la bonifica, parla Massimo Piacenti di All Food: «Garantiti pasti di qualità e igienici. Il problema è strutturale»

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Blatte nelle cucine dell’azienda ospedaliera di Terni, quelle deputate alla preparazione dei pasti per centinaia di persone fra pazienti e personale del nosocomio. La brutta scoperta – fatta mercoledì – ha portato alla chiusura degli spazi da parte della Usl Umbria 2, alla ‘sanificazione’ messa in atto dalla ditta appaltatrice – la ternana All Food – e ad un ritardo nella somministrazione del pranzo di giovedì: disagio che ha fatto emergere pubblicamente la problematica. Ora, dopo che l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ nella giornata di giovedì ha diffuso un comunicato in cui lascia intendere, dal proprio punto di vista, di non essere ‘della partita’ – se non come soggetto danneggiato, stante il capitolato d’appalto che impone all’impresa privata di garantire la salubrità delle cucine – a parlare è Massimo Piacenti, patron della All Food.

Massimo Piacenti

Cosa è accaduto

«Tutto è iniziato mercoledì – spiega – con il ritrovamento di una blatta in una delle numerose trappole presenti nella cucina. Dopo la segnalazione alla Usl 2 ci siamo messi a completa disposizione dell’azienda sanitaria che ha chiuso il locale disponendone la ‘bonifica’. Per questo, nella notte fra mercoledì e giovedì, accanto agli interventi ordinari che abbiamo sempre messo in atto, è scattata un’operazione straordinaria doverosa, di ripristino delle condizioni di salubrità degli spazi. Ci attendevamo che giovedì mattina la Usl desse il via libera per tornare a preparare i pasti lì, ma non è stato così. E comprendiamo benissimo l’esigenza, anche alla luce di ciò che è stato scoperto poi».

«Situazione di nuovo normale»

La situazione emergenziale di giovedì ha portato all’attuazione di un piano di emergenza basato su cucine diverse da quelle solitamente utilizzate: «C’è stato un evidente ritardo nella distribuzione del pranzo del giovedì – spiega il titolare della All Food -, del quale ci scusiamo, anche se poi sin dalla cena la situazione è tornata alla normalità. Posto che i pasti forniti sono di assoluta qualità, sani e posso garantire che nessun insetto è mai entrato a contatto con piatti o altro. In questo senso le garanzie di igiene sono totali ed ora anche le procedure quotidiane, grazie allo sforzo di tutti i nostri addetti, sono tornate a pieno regime».

«Fatto l’ordinario e lo straordinario»

Il punto, sulle blatte, è che non sarebbero di stretta pertinenza della cucina: «La Usl 2 (alla giornata di venerdì, ndR) non ha ancora dato l’ok al riutilizzo delle cucine. Questo perché l’azienda sanitaria intende procedere con un’accurata analisi della situazione e con l’individuazione chiara della provenienza di questi insetti. Che non ‘albergano’ in cucina ma molto probabilmente provengono dall’impianto fognario e da altri spazi anche distanti. Ciò – afferma Massimo Piacenti – potrà portare ad interventi strutturali per risolvere il problema alla radice. Anche perché sarebbe inutile avere cucine ‘sterilizzate’, visto che gli scarafaggi continuerebbero ad infestarle. Ora le trappole piazzate sono quasi raddoppiate, siamo a circa trenta, e ciò che potevamo fare lo abbiamo fatto, con l’intervento di tecnici privati specializzati. Di più, per quelle che sono le nostre competenze, non possiamo». Palla, pertanto, all’azienda ospedaliera e alla Usl.

L’ospedale: «Possibili azioni di risarcimento»

Nel primo pomeriggio arriva la nota della direzione del ‘SantaMaria’, che lascia nuovamente intendere azioni legali: «Dopo l’inconveniente del pranzo di giovedì – si legge -, i pasti per i degenti dell’azienda ospedaliera di Terni sono stati distribuiti regolarmente sin dalla stessa serata. Ma i controlli sui servizi erogati stanno continuando per avere la certezza che tutto il processo di preparazione avvenga nel pieno rispetto dei parametri previsti dal capitolato speciale d’appalto. Altri accertamenti, inoltre, stanno andando avanti anche da parte della Usl Umbria 2 in quanto, attraverso la struttura della cucina dell’ospedale, la ditta All Food prepara pasti anche per altre strutture sanitarie del territorio. Nel capitolato, infine, è prevista la corretta igiene dei locali della cucina così come la corretta qualità e quantità dei pasti preparati, che debbono essere serviti nei tempi corretti e tutte queste funzioni sono in carico alla ditta appaltatrice. Sono in corso, quindi, ulteriori indagini, anche con l’ausilio dei legali dell’ospedale, per individuare possibili azioni di risarcimento da parte dell’azienda ospedaliera in quanto parte lesa in questa vicenda».

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