Sanità e ospedale Terni: «Convocare subito Coletto»

Lunga commissione consiliare lunedì pomeriggio per parlare delle numerose criticità del ‘Santa Maria’: «No penalizzazioni»

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di S.F.

I parcheggi, gli ascensori, la carenza di posti letto, i pazienti nei corridoi, le liste di attesa infinite, il pronto soccorso ‘intasato’, le aggregazioni funzionali/territoriali che non vanno, il blocco dei concorsi, le infrastrutture, il grave deficit di personale e la faticosa ripartenza post lockdown per l’emergenza epidemiologica covid-19. Una lunga serie di criticità – già ampiamente note e discusse più volte, si ha sempre la sensazione che si parli abbastanza e ben poco di concreto si faccia – dell’azienda ospedaliera di Terni e, allargando l’orizzonte, la situazione provinciale: se ne è parlato in una lunga II° commissione consiliare – oltre due ore e trenta minuti – lunedì pomeriggio con l’intervento del sindaco Leonardo Latini. Due input in particolar modo: la ‘chiamata a rapporto’ dell’assessore regionale Luca Coletto e la necessità di progettare una «visione d’insieme», senza perdersi nei particolarismi.

«TERNI HA BISOGNO DI UN NUOVO OSPEDALE»

L’ospedale di Terni

Gli atti sul tavolo

La discussione si è sviluppata sulla base di tre atti di indirizzo del Gruppo Misto, Fratelli d’Italia e Senso Civico, quest’ultimo inserito all’ordine del giorno direttamente durante la seduta. In linea di massima i temi, seppur con diverse sfaccettature, sono gli stessi: la situazione attuale del ‘Santa Maria’, guai, gestione dell’emergenza, sostegno e programmazione della ripresa. «Sono tante le criticità dell’ospedale, molti cittadini – ha esposto Doriana Musacchi – lamentano le difficoltà ed è diritto dei cittadini avere una struttura efficace. Il pronto soccorso è sempre pieno per i pochi medici, c’è carenza di posti letto, le persone lungo i corridoi». Rita Pepegna e Alessandro Gentiletti hanno poi dato delucidazioni sui rispettivi documenti, quindi dopo una buona mezz’ora è scattata la discussione.

OSPEDALE TERNI: «USCIAMO DALLA PRIMA FASE»

Luca Coletto

«Coletto venga a parlarne»

Il focus si sposta subito sulla Regione. D’altronde in materia sanitaria è da palazzo Donini che partono gli input di una certa rilevanza: «Trovo corretto – le parole di Michele Rossi di Terni Civica – che ci sia Coletto qui, a fronte di tanti problemi e delle possibilità che si presentano nel post covid-19 con i fondi europei. C’è il problema delle liste, molte persone sono in attesa. Come vuole intervenire la Regione?». C’è chi ha chiesto direttamente un consiglio straordinario sul tema: «Uniti per Terni – il pensiero di Valdimiro Orsini – ha richiesto a Latini e Ferranti la convocazione alla presenza della presidente della Regione e dell’assessore alla sanità. Possiamo fare tutte le discussioni che vogliamo, ma serve un consiglio ‘aperto’ per parlare dei problemi della sanità ternana. Ci sono alcune opportunità con la programmazione dei fondi europei, se non ora quando lo facciamo il nuovo ospedale?».

IL BILANCIO 2019 DELL’OSPEDALE DI TERNI: GUAI ALTA SPECIALITÀ , CONCORSI, ANESTESISTI

Sergio Armillei

«Istanze ternane talvolta nemmeno arrivano a Perugia»

I due consiglieri che parlano più a lungo sono coloro che ben conoscono il contesto vecchio e odierno, Sergio Armillei (Lega) e Claudio Fiorelli (M5S), entrambi professionisti impegnati in ospedale: «Gli atti d’indirizzo – ha puntualizzato l’esponente del Carroccio – mettono in evidenza alcune problematiche di oggi e altre del passato che, purtroppo, non sono mai state risolte definitivamente. Raccolgono le responsabilità di tanti enti: Regione, Usl Umbria 2, azienda ospedaliera e comprensorio. Sono d’accordo sul fatto che sarà necessario far venire in audizione gli enti interessati. Per quel che mi riguarda c’è la richiesta ufficiale di un tavolo permanente con la Regione perché l’assessorato geograficamente è distante da Terni. Le varie istanze del territorio ternano arrivano molto spesso un po’ in sordina, in alcuni casi non giungono per niente. L’interlocuzione – ha proseguito – deve essere un elemento fondamentale e continuativo nel tempo». Poi l’elenco di ciò che non va: «Il pronto soccorso ‘intasato’ non è dovuto al covid, situazione pregressa. Nel territorio non c’è una risposta adeguata a quelle che possono essere le esigenze per alcune specializzazioni. Ci sono delle insufficienze prestazioni distrettuali: l’assistenza ambulatoriale è molto scarsa in tal senso. Le aggregazioni funzionali e territoriali (vale a dire  i gruppi di medici curanti) non funzionano, hanno orari fuori da ogni logica (dalle 12 alle 14, aggiunge). Anche questo poteva essere un elemento di scarico per il PS. Non c’è la comprensione del fatto che l’azienda ospedaliera di Terni è stata tarata per ricevere un quantitativo di pazienti in base al territorio: in realtà non è così, accoglie ben altro bacino d’utenza (alto Lazio, Viterbo e Rieti). Abbiamo moltissima affluenza dall’extra Ternano, serve ritarare il personale e le strutture del pronto soccorso. Carenza personale? Cronica. I concorsi sono stati bloccati dalla Regione vuoi per il covid o altre motivazioni. Un discorso che è un po’ comune a tutti gli ospedali. L’azienda di Terni ha perso anche il dirigente del personale, deve essere sostituito al più presto. In generale il ‘Santa Maria’  ha un carico di lavoro eccessivo perché purtroppo il territorio non supporta in modo adeguato l’azienda. Servirebbe seguire le linee guida del 2015: alta specialità/complessità a Terni, agli altri la bassa complessità per alleggerire. L’integrazione con gli ospedali comprensoriali Narni-Amelia non è mai partita, Orvieto è un discorso a parte. Posti letti? Indicazioni ministeriali, si è registrato un depauperamento anno per anno ed è un grande problema. La mobilità passiva è aumentata, liste di attese enormi: per l’oculistica – l’esempio – si arriva a due anni per la cataratta. Sono insufficienti le sedute di sala operatoria perché manca personale medico e infermieristico, specie a livello di anestesisti. Regione interloquisca con noi».

OSPEDALE NARNI-AMELIA, AFFIDAMENTO INDAGINI: L’EFFICACIA DELL’AGGIUDICAZIONE

Claudio Fiorelli

Fiorelli: «Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire»

Molto chiaro anche il collega pentastellato: «Sono atti genuini e apprezzabili nella forma, nella sostanza li vedo difficili da realizzare. Carichiamo sindaco e giunta di un’attività che in realtà secondo me non so quanto possa concretizzarsi. Dobbiamo chiamare Coletto, ok, ed i direttori che non ci sono: vi dico subito che i commissari straordinari sono in scadenza, dubito che da qui a qualche mese vengano convocati. Poi chi arriverà ci dirà che non conosce nulla della situazione. Lo stesso vale per l’assessore: già lo vedono poco in Regione, figuriamoci se viene a Terni a rispondere a noi. Se venisse sarei contento, non vedo l’ora di averlo qua. L’11 giugno – ha continuato – ci è arrivata una comunicazione per le nuove linee guida della Regione sulla ‘fase 3’ in cui si parla di riattivare le sedute operatorie. Si danno delle tempistiche. Tante belle parole, ma di fatto se non andiamo a toccare i reali problemi questi resteranno tali. Ci possiamo fare il titolo di giornale, ma il problema permane. Manca personale: senza come facciamo ad aprire le sale? E se la Regione blocca le assunzioni come facciamo a portare altre persone? Li vogliamo mandare in ferie coloro che hanno lavorato fino ad ora? C’è grave deficit di personale. Se non fai i concorsi come fai a dire che mancano gli anestesisti? Ho tante persone che conosco di Terni e lavorano fuori, loro verrebbero qui. Ma se non apriamo i concorsi non si può fare nulla. Bisogna cambiare il modo di pensare». Capitolo pronto soccorso: «Se mi ritrovo i PS di Amelia-Narni chiusi e Spoleto a mezzo servizio, dove vanno questi pazienti? Qui, necessariamente. Ricordo che di recente è arrivato un uomo da Città di Castello, possibile che a Perugia non avessero un posto? Ciò fa capire della problematica che c’è dietro. Come facciamo a far ripartire gli ambulatori? Parliamo di ospedali che ancora non hanno l’agibilità, o meglio, non si sa se ci sono le autorizzazioni per poter operare. Queste strutture non hanno la rianimazione. Tutte queste cose a Perugia, in Regione si sanno. Sono anni che le diciamo queste cose, non c’è peggior sordo – attacca – di chi non vuol ascoltare. Se davvero volessero puntare su Terni, ci sarebbe la possibilità di coprire circa 2/3 di tutti gli introiti sanitari dell’Umbria con l’attrattività che abbiamo. Se non si investe è normale che la gente vede allungarsi le liste d’attesa, prende e va dal privato. O in altre regioni. La cardiochirurgia ha solo quattro cardiochirurghi, come si pensa di poter aumentare l’attività? Nel mio reparto dovremmo essere in dodici e siamo in otto. La Regione non fa nulla su cose che già conoscono».

CITTÀ DELLA SALUTE SEMPRE AL PALO

Alessandro Gentiletti

La lista della spesa e la visione

Si passa dagli interventi tecnici a quelli più di stampo politico: «Continuo a considerare propedeutico – riprende Rossi – capire l’intento, e spero nuovo, dell’assessorato regionale. Dobbiamo pretendere che venga a Terni. Il sindaco si faccia portavoce, lui per primo, per comprendere qual è la considerazione della sanità ternana all’interno del sistema regionale. C’è anche la Città della Salute di cui parlare. In generale dobbiamo cambiare approccio, andare con il cappello in mano a questa giunta regionale lo trovo deprimente. E l’elenco della spesa lo trovo superfluo, seppur importante». Un passaggio condiviso anche da Lucia Dominici (FI): «Sono due le problematiche da affrontare: la visione della nostra sanità in provincia e il percorso che si deve fare per far sì che si realizzi. Lo sappiamo già che le infrastrutture non vanno bene. Abbattimento liste d’attesa? Ha ragione Armillei, i protocolli non sono mai stati attuati. La Usl non può smaltire le liste d’attesa dell’azienda ospedaliera. Serve avere un’idea da portare avanti ed essere uniti». Gentiletti tira in ballo un’altra questione: «Mi trovo d’accordo con ciò che è stato detto da Armillei e Fiorelli. Ci vuole tavolo permamente, non estemporaneo. Per noi devono venire prima gli interessi della città. Aggiungo anche le mancate nomine a livello di primari, ne va anche dell’autonomia e della specializzazione dell’ospedale. Importante convocare l’assessore Coletto».

Comunardo Tobia

«Sanità ternana penalizzata»

Il filone è lo stesso per tutti: mirino puntato sul 59enne assessore veneto. «La sanità del sud dell’Umbria – il nuovo intervento della Musacchi – non può sempre essere messa nel dimenticatoio. Il mio atto è abbastanza provocatorio: è vero che non vanno a buon fine spesso, ma se non se ne parla e non si insiste le cose vengono sminuite. D’accordo sul potenziamento di Narni-Amelia». Altro giro anche per Orsini: «Inutile fare atti di commissione sulla sanità. La Regione deve avere una visione e non possiamo prescindere da questo. Per l’edilizia ospedaliera non c’è momento più propizio per la nuova struttura di Terni che possa essere al servizio di altri centri per la conca. La città si deve esprimere». Stesso discorso per Comunardo Tobia del M5S: «Non ho contribuito all’elezione della precedente giunta e anche questa non mi piace, per essere chiaro. Però mi trovo molto d’accordo, per la prima volta, con il consigliere Dominici: la visione d’insieme è importante perché la sanità ternana è stata penalizzata. L’altro argomento è l’aspetto politico, ci vuole un cambiamento: le carenze le conosciamo tutti. Poi c’è un problema generale. Secondo me non c’è stata la separazione dei compiti tra la grande azienda ospedaliera e quelli territoriali, spesso sovraccaricando uno o l’altro. L’azienda ospedalierà deve fare l’alta chirurgia e operare sui pazienti critici, gli altri quella di media-bassa intensità. Ora c’è caos totale, c’è stata la ripresa piano piano. Ci vorrà tempo e ci sono problemi enormi. I punti di primo soccorso a Narni e Amelia non riaperti, c’è molto da fare. Gli atti saranno sempre poco efficaci, dobbiamo metterci insieme e lottare – ha concluso – per far sì che la sanità ternana sia presa in considerazione dall’altra parte della regione. C’è disparità enorme».

Latini durante la commissione

Il sindaco: «Non dobbiamo essere penalizzati»

Dopo oltre un’ora tocca a Latini dire la sua: «Intanto un grazie a tutti gli operatori sanitari, hanno fatto i salti mortali nelle condizioni che avete ben descritto. Il ‘Santa Maria’ è stato uno degli ospedali con più bassi contagi a livello nazionale, è un dato oggettivo che dovrebbe farci partire da una considerazione. Le potenzialità di alto livello la nostra sanità le ha. Chiaro che ci troviamo ad operare in un contesto di estrema precarietà ora, data da tutte le vicende che hanno investito la sanità regionale. Non ci sono i direttori generali ora, ma sono commissari precari e a scadenza: non sappiamo se saranno rinnovati. Nel marasma fare chiarezza su ciò che sarà il futuro della sanità ternana è fondamentale: bisogna mettere in campo una visione sulla nostra sanità iniziando da questioni infrastrutturali e organizzative, parlando di numeri del territorio e di quelli della nostra azienda ospedaliera, attrattiva per chi arriva da fuori l’Umbria. Ciò consente alla sanità regionale di fare performance elevate dal punto di vista del fatturato. Ho sempre avuto interlocuzioni periodiche con l’attuale commissario per la gestione delle varie fasi e della ripartenza. L’integrazione tra medicina di territorio e azienda ospedaliera è quella da cui partire per un discorso più ampio. Raccolgo l’appello – ha proseguito – sull’unità di vedute sul tema. La sanità ternana non deve essere penalizzata dalla riorganizzazione generale: lo è stata in passato, ha bisogno di interventi infrastrutturali seri senza spreco di soldi pubblici. Deve essere affrontato con serietà il tema infrastrutturale, dire di fare un ospedale nuovo è facile. Trovare risorse ed un posto è diverso. Credo che sia interesse di tutti avere una sanità pubblica efficiente e che punti sull’alta specialità. E che operi in un contesto di struttura moderna. La città deve puntare sui servizi: se andiamo a vedere i piccoli pezzetti perdiamo la visione d’insieme. Dobbiamo recuperarla in modo innovativo. Ho percepito in molti interventi la necessità di accantonare le questioni più contingenti per occuparci di altre più ‘alte’, spostando l’asticella degli obiettivi. Il più grande è il potenziamento della sanità di Terni e del nostro territorio. La volontà personale c’è, serve superare le logiche di campanile del passato perché andavano a danneggiare la sanità umbra nel suo complesso. La giusta allocazione delle risorse comporta un miglioramente su base regionale. Noi siamo molto più attrattivi rispetto ad altre realtà».

Michele Rossi

«Trattiamo»

A rifarsi sotto è Fiorelli: «D’accordo nell’istituire un tavolo permamente sulla questione sanità a Terni. Considero la sanità al di fuori degli schieramenti politici: a Terni se ci ammaliamo questo è l’ospedale dove saremo ricoverati. Le malattie non guardano all’appartenenza politica. In passato ho avuto l’impressione di una regia regionale cui il livello locale si doveva prostrare: davano le direttive, qui si eseguivano. Non vorrei che la cosa si ripetesse cambiando colore. Trattiamo a prescindere dall’appartenenza politica, non possono essere loro a gestire Terni perché hanno altre problematiche». Per Rossi «il tempo del contentino è finito, occorre altro. Se la Regione non ha visione sulla sanità locale, la sollecitiamo noi. Non siamo alla posta del cuore: Coletto venga a dirci le intenzioni che ha». Ultimo intervento per Gentiletti: «Mi sarebbe piaciuto sapere dal sindaco cosa ha fatto in questi mesi».

Il progetto Narni-Amelia

L’ipotesi Irccs

Armillei fa un accenno anche all’Irccs: «Una visione in generale ci sarebbe pure, ho parlato più volte con Coletto. Chiaramente sarà invitato qui per interloquire e confermarci determinati tipi di possibilità. Sono contrario all’azienda unica, magari si potrebbe parlare dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, come il San Raffaele di Milano: hanno regolamentazioni particolari e possono avere fondi sia dal ministero che da privati. Questa era un’ipotesi, un pourparler di molto tempo fa. Riconvertire gli ospedali di Narni e Amelia per la riabilitazione». Rita Pepegna (FdI) difende infine il proprio atto di indirizzo dopo che qualcuno lo ha definito lista della spesa: «Servono delle risposte ai cittadini. I posti letto nei corridoi non sono legali, non si possono avere. Gli interventi programmati hanno liste d’attesa lunghissime. Il territorio deve sapere adesso perché la sanità non è un lusso di pochi, ma un diritto di tutti. Mi impegno a convocare una commissione con l’assessore e tutti coloro che sono disponibili a venire. La Regione dovrà parlarci dei medici di base e le prospettive». Attesa per Coletto, se mai verrà a stretto giro.

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