Ospedale Terni in crisi? «Qualcosa è migliorato e ora ‘aggrediamo’ le criticità peggiori»

Casciari da tre mesi è tornato al vertice del ‘Santa Maria’: «Presa la direzione giusta». I nodi restano pronto soccorso, ‘appoggi’ e liste d’attesa

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di Fra.Tor.

«I mesi di settembre, ottobre e novembre hanno segnato un’inversione di tendenza e tracciato una strada virtuosa sotto tutti i punti di vista. Gli obiettivi su cui stiamo lavorando in maniera più decisa sono l’aumento dei volumi di attività, in particolare l’alta specialità, il recupero della mobilità extraregionale, la riduzione del sovraffollamento dei posti letto, il miglioramento dell’attività di pronto soccorso. I numeri sono in miglioramento, stiamo tracciando una strada virtuosa nonostante le difficoltà, anche di questi giorni, dovute all’aumento dei casi Covid. Ringrazio tutto il personale, amministrativo e sanitario, per lo sforzo compiuto anche in questi mesi, in cui tutti hanno lavorato al massimo, seppur in condizioni complicate dal ritorno del Covid e dalle sindromi influenzali». Giovedì mattina il direttore generale dell’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni, Andrea Casciari, che ha assunto l’incarico il 12 settembre scorso, insieme al direttore sanitario Pietro Manzi e al direttore amministrativo Maria Mariani, ha tracciato un bilancio di questi primi tre mesi e le linee guida per il 2023.

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Revisione organizzativo-gestionale

«Siamo consapevoli – ha detto Casciari – delle problematiche che l’azienda ospedaliera deve affrontare: i numeri di questo periodo ci danno ragione e, se non ci fossero state le difficoltà dovute all’incremento dei casi Covid, passati da 23 pazienti del 12 settembre a 51 del 30 novembre, il bilancio sarebbe stato ancora più efficiente. Per quanto riguarda i ricoveri e gli interventi chirurgici, al 30 novembre i numeri sono praticamente sovrapponibili a quelli dello stesso periodo del 2019, quindi possiamo dire che stiamo riportando i valori al pre-Covid. La direzione giusta è stata imboccata e vogliamo proseguire lungo questa strada. Anche nel rispetto del mandato della Regione Umbria sulle liste d’attesa, abbiamo inteso aumentare gli interventi non solo attraverso prestazioni aggiuntive e l’integrazione con l’ospedale di Narni, ma soprattutto attraverso una revisione organizzativo-gestionale dell’intero percorso chirurgico in elezione, in quanto il massimo utilizzo delle sale operatorie passa soprattutto da una corretta gestione della programmazione e organizzazione».

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Le sale operatorie

In particolare in un’ottica di gestione per processi, «si stanno ripristinando le singole fasi e gli strumenti del percorso chirurgico che sono state ‘travolte’ dall’emergenza pandemica: la preospedalizzazione centralizzata, la programmazione mensile e l’assegnazione delle sedute operatorie da parte della direzione sanitaria, la programmazione settimanale delle liste operatorie. Si è provveduto a riattivare il ‘comitato buon uso delle sale operatorie’, un gruppo di lavoro presieduto dal direttore sanitario, coadiuvato dai vari professionisti che partecipano alle attività interventistiche, con l’incarico di valutare settimanalmente la congruità della programmazione delle sale, con l’obiettivo di ottimizzare le ore di sala operatoria assegnate. Inoltre è stata introdotta la figura del ‘facilitatore clinico di sala operatoria’, un dirigente medico con l’incarico di facilitare il percorso del paziente nel blocco operatorio, superando eventuali criticità organizzativo-gestionali. Tutto questo ci permetterà di ridurre le liste d’attesa, anche per gli interventi oncologici».

Integrazione pronto soccorso-medicina d’urgenza e riduzione del sovraffollamento

«Per procedere a un miglioramento del percorso del paziente in emergenza/urgenza con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa in pronto soccorso per il ricovero e fornire una migliore risposta assistenziale in termini di appropriatezza del ricovero, evitando giornate di degenza non appropriate, e di efficacia del percorso di cura», la direzione aziendale, oltre alla riattivazione dei posti letto di osservazione breve, ha «rafforzato e sta rafforzando – ha aggiunto Casciari –  l’integrazione del pronto soccorso con la medicina d’urgenza anche attraverso la copertura di turni del pronto soccorso/osservazione breve da parte di medici della medicina d’urgenza. Nel trimestre settembre-novembre 2022, rispetto al medesimo trimestre 2021, si è registrato un notevole incremento degli accessi in pronto soccorso: nel mese di settembre, si è passati da 3.073 dell’anno 2021 a 3.431 dell’anno 2022 (+358 accessi pari a +11,65%), così come rispetto al mese di ottobre si è passati da 3.307 a 3.725 (+418 accessi, pari a +12,64%) e rispetto al mese di novembre da 3.129 a 3.630 accessi (+501, pari a +16,01%). Nonostante l’incremento degli accessi in pronto soccorso, dell’attività programmata, finalizzata soprattutto alla riduzione delle liste d’attesa chirurgiche, anche grazie alla riattivazione dell’osservazione breve, con riduzione percentuale dei ricoveri da pronto soccorso e alla riduzione della degenza media, è stato possibile contenere il fenomeno del sovraffollamento, in particolare nel periodo considerato si è registrata una riduzione di circa il 40%».

Posti letto e personale medico-sanitario

Una situazione che sarebbe potuta essere migliore se i numeri relativi al Covid non fossero aumentati. «Questa crescita ha evidentemente determinato ulteriori criticità rispetto al progetto di riduzione/eliminazione del fenomeno del sovraffollamento – ha chiarito il direttore generle – in quanto la gestione in sicurezza di pazienti positivi e di contatti stretti nelle aree di degenza, con l’allestimento di aree dedicate alla vestizione/svestizione degli operatori e la creazione di coorti dedicate, ha ridotto inevitabilmente la disponibilità di posti letto per pazienti no-Covid. I posti letto aggiuntivi vanno tolti, non c’è altro da dire e il nostro impegno deve essere solo ed esclusivamente in questa direzione. C’è, infine, necessità di personale medico e sanitario. In ogni struttura manca il personale e dobbiamo assolutamente rivedere gli assetti, ovvero assumere dove indispensabile e rivedere alcuni spostamenti dove possibile. A gennaio sicuramente ci saranno nuove assunzioni a medicina».

Il futuro

Riguardo le prospettive future, ha detto in conclusione Casciari, «l’ospedale deve assurgere a Dea di secondo livello e per fare questo è necessaria una maggiore integrazione del territorio, su cui stiamo lavorando, sia per ridurre l’afflusso in entrata, sia garantendo una presa in carico dei pazienti da dimettere più tempestiva, per la quale occorre anche un incremento di posti nelle strutture intermedie e ospedaliere dell’azienda sanitaria locale. Ma per questo abbiamo già un progetto che presenteremo a breve».


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