Riaperture da lunedì: «Una pagliacciata». Le partite Iva protestano

All’esterno dell’Agenzia delle entrate di Perugia e a due passi dall’Inps si riuniscono i ristoratori di Horeca e i gestori di palestre: «Come facciamo a portare gli attrezzi all’esterno?»

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di P.C.

Continuano le proteste in vista della riapertura di molte attività dal 26 aprile in virtù del decreto del governo Draghi, che è stato definito una ‘pagliacciata’, in virtù di vincoli e prescrizioni ritenuti inapplicabili.

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La palestre all’esterno?

Vi abbiamo già raccontato la protesta dei ristoratori contro coprifuoco e tavoli all’aperto, ma in quella di venerdì mattina all’esterno dell’Agenzia delle Entrate erano coinvolti anche i gestori di palestre. Se, infatti, per oltre la metà dei ristoratori umbri sarà in qualche modo possibile aprire almeno parzialmente, per le palestre è pressoché impossibile, per una doppia ragione.

IL DECRETO CHE RIAPRE I RISTORANTI ALL’APERTO

Periodo inadatto

In primis viene sottolineato come aprire a maggio una palestra sia molto rischioso in quanto il periodo estivo registra storicamente un calo di affluenza. In secondo luogo, si sottolinea come sia improponibile spostare le pesanti attrezzature all’esterno (sempre che se ne abbia la possibilità) di mattina per poi riportarle dentro la sera.

TUTTI I DETTAGLI SUL DECRETO RIAPERTURE 

«Le tasse arrivano, la cassa no»

Ovvio che il luogo scelto per la protesta non fosse casuale: «Gli F24 da pagare arrivano lo stesso nonostante il fermo delle attività mentre dall’Inps (le due sedi, a Perugia, sono distanti poche decine di metri; ndr) invece la cassa integrazione non arriva».

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