Un pugno tra l’occhio destro e la tempia nei confronti di un agente della polizia penitenziaria in seguito ad una colluttazione con un detenuto italiano. Ancora violenza nel carcere di Capanne a Perugia: a denunciare l’accaduto è il Sappe per voce del segretario Fabrizio Bonino, che parla di «gravità inaudita e sconcertante».
Il problema
L’episodio nel pomeriggio di sabato: «Erano circa le 16.50 quando il collega – spiega Bonino – si accingeva ad iniziare le operazioni di socialità alla sez 3A del reparto circondariale. Arrivato vicino alla stanza detentiva di un detenuto italiano, nel momento che la apriva per farne entrare un altro di colore nella cella, brandendo una mazza della scopa in mano minacciava il collega che gli avrebbe spaccato il bastone in testa. Contestualmente cercava di uscire dalla cella, riuscendoci in parte. L’agente immediatamente cercava di farlo rientrare, ma lo stesso imprevedibilmente gli dava un cazzotto colpendolo tra l’occhio destro e la tempia; dopo il colpo lo afferrava per l’avambraccio e lo tirava all’interno della cella».
Ancora un sos
L’agente – prosegue Bonino – si è poi divincolato riuscendo ad uscire dalla stanza. «Lo stesso detenuto si è reso protagonista qualche settimana fa di un ennesimo episodio e con le stesse modalità colpendo con un pugno un altro assistente di polizia». L’agente è stato soccorso e accompagnato in ospedale per le cure del caso: «Solo la prontezza e la lucidità del collega che era da solo in sezione ha scongiurato il peggio. Crediamo ci si renda conto che così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. E purtroppo non vediamo azioni decise da parte di ministero della Giustizia e dipartimento amministrazione Penitenziaria tese a tutelare i poliziotti, come ad esempio la fondamentale necessità di istituire le camere di sicurezza presso gli ospedali ed ogni altra iniziativa finalizzata a contrastare le aggressioni, le colluttazioni e i ferimenti che si verificano costantemente. Con poliziotte e poliziotti contusi, offesi e feriti e addirittura colpiti dal lancio di feci e urine dei detenuti, con celle devastate ed incendiate. Basta».