di M.L.
Dopo incendi e paure, per i rifiuti a Perugia non è ancora tempo di calma; e se in apparenza la situazione di Gesenu sembra non destare problemi, a detta dei sindacati la realtà non è proprio tranquila, a partire dai tanti dubbi che girano intorno ad alcune questioni di bilancio.
PARLA GIANLUCA GIORGI (FIT CISL) – L’INTERVISTA
Vertenza I sindacati, con tutte le sigle, hanno deciso di andare oltre con una vertenza che mette in condizioni l’azienda almeno di doversi sedere ad un tavolo per un confronto concreto: «Da tempo chiediamo un confronto perché si faccia chiarezza sulla reale situazione economica dell’azienda, abbiamo forti dubbi sulla sua solidità economica».
Crediti esigibili? Le preoccupazioni dei più 500 operai impiegati in Gesenu hanno delle fondamenta che fanno capo alla situazione di alcuni crediti di diversi milioni che l’azienda deve percepire in varie zone di Italia e non solo: «ci sono crediti in Sicilia, Campania e in Egitto, di cui ad oggi non sappiamo se siano esegibili o meno. Sono diversi milioni e questo potrebbe mettere in crisi l’azienda che di fatti nell’ultimo periodo ha obbligato diversi dipendenti alle ferie forzate».
Riorganizzazione del lavoro Per i sindacati poi, il problema sta nell’organizzazione aziedale, nell’uso dei turni – Gesenu lavora su un turno a diferenza delle concorrenti in altre città che lavorano anche su due o più turni -, ad una riorganizzazione del lavoro che dovrebbe servire ad aumentare la produttività e la qualità del servizio erogato ai cittadini».
Piano industrale I dubbi poi, sono legati anche al piano industriale presentato dall’azienda ad inizio 2015 ma che secondo i sindacati sarebbe superficiale ed incompleto: «praticamente non esiste – specificano i sindacati – non possiamo ancora aspettare, bisogna capire come si vuole andare avanti e che strada intraprendere: a partire dalle ragione che hanno portato ad assunzioni tra i dirigenti a dove e come investire, oltre a migliorare il rapporto delle consociate».