Perugia, Matarazzo tra Santopadre, il nuovo Curi e la salvezza: «Scacciamo la paura di non vincere»

Il direttore generale biancorosso lunedì sera è stato ospite di UmbriaTV: «Pur faticando lottiamo per mantenere la categoria. Non perdiamo di vista i veri obiettivi». Ufficiale Ekong

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di G.R.

Ultime ore di mercato invernale. In casa Perugia dopo le uscite è il momento delle entrate: già si è allenato con la squadra il centrocampista arrivato dalla Salernitana Leonardo Capezzi (1995) che ha firmato un contratto fino a giugno con opzione di rinnovo biennale, mentre per l’attacco il nome è quello del 2002 dell’Empoli Emmanuel Ekong: l’ufficialità in questo caso è arrivata martedì. Lunedì è stato ospite della trasmissione Fuori Campo condotta da Riccardo Marioni il direttore generale del Perugia Attilio Matarazzo che, come tipico del suo stile, non ha parlato molto di questioni di campo preferendo lasciare su quello parola ai diretti responsabili dell’area tecnica ovvero l’allenatore Fabrizio Castori e il direttore sportivo Renzo Castagnini.

Vicinanza alla squadra

Una vita nel mondo del turismo (ben 12 anni) prima di entrare in quello del calcio. Ora si trova a viaggiare per le trasferte dei grifoni: «Viviamo un momento che dobbiamo affrontare tutti insieme. Ero a Parma e, come ha detto il mister, si è visto che quando questa squadra non riesce ad andare a mille va in difficoltà. Abbiamo sofferto all’inizio ma abbiamo perso solo per due eurogol. A Bari e Benevento invece abbiamo fatto due grandi partite». Matarazzo ha poi parlato del rapporto con alcuni singoli: «In diversi hanno fatto molto per me quando sono arrivato. Andavo a vedere Rosi e Angella quando si allenavano a parte. Di Carmine mi dà coraggio quando mi vede leggermente abbattuto. E’ un giocatore che si sacrifica tanto in una squadra che veramente dà il massimo».

Matarazzo

Una stagione travagliata

«Siamo partiti con un campo di gioco in pessime condizioni e uno stadio di ristrutturare. A questo si è aggiunto che non arrivavano i risultati. Siamo partiti molto male fino allo sbandamento di Terni con l’errore dal dischetto» Matarazzo non dimentica i problemi che il Perugia ha vissuto a inizio stagione. Il direttore generale però guarda con fiducia al presente: «Se stiamo in condizione diventa complicata per tutti. Noi siamo nel pieno della tempesta, ora dobbiamo fare quel salto di qualità che finora abbiamo faticato a farlo. Si vede ancora un po’ la paura di non vincere. Non è facile stare in quella zona di classifica. Con il Palermo dopo il gol subito siamo un po’ andati nel pallone, a Bari stava pesando non riuscire a sbloccarla». La tranquillità arriva anche dal mister: «Castori sa essere un motivatore per tutti. Con la sua grinta e il suo essere generoso trasmette grande sicurezza. Se in conferenza a volte lo vedete nervoso è solo per l’adrenalina del dopo partita». Occhio però a illudersi guardando i buoni risultati recenti: «Non dobbiamo perdere di vista i veri obiettivi. Pensiamo alla salvezza senza dimenticare gli errori fatti a inizio campionato».

Lo stadio

Matarazzo aggiorna la situazione relativa al nuovo Curi: «E’ uno dei progetti a lungo termine. Siamo ancora in fase di documentazione e trattandosi di soldi pubblici richiede determinate tempistica. La società sta creando questa Srl per presentare il progetto in maniera definitiva ed è normale che dentro ci sia anche il club». Confermata l’impossibilità di giocare a Perugia durante i lavori: «Il problema è che il campo verrà spostato di trenta metri. Non si potrà fare come a Parma dove chiuderanno lo stadio il primo anno di lavori mentre il secondo lo utilizzeranno. Abbiamo chiesto di fare a settori come fatto a Udine ma non si può. Continuare a giocare inoltre rallenterebbe molto». Un aneddoto che fa capire quanto le persone coinvolte nel progetto tengano al Perugia: «Domenica mattina la prima chiamata mi è arrivata dall’architetto che ha fatto anche lo Juventus Stadium. Era contento per la vittoria di Bari».

Il suo ruolo

Non è stato immediato l’ingresso nel mondo del calcio per Matarazzo: «Il calcio per la mia famiglia era una forzatura rispetto ai valori del basket che rappresenta la loro passione. Alla fine hanno accettato e condiviso questo mio percorso». I primi passi da dirigente li ha mossi nella Beretti del Benevento che nell’anno del suo arrivo (2009) si è laureata campione d’Italia: «Incontrare Ciro Vigorito è stata una grande fortuna. Rispetto a qua sono due mondi diversi ma io sono contento di essere a Perugia e non mi va di giudicare il passato. Vedendoci con gli stessi punti in classifica dico solo che non sempre spendere tanti soldi è sinonimo di vittoria». Sulle sue mansioni: «Mi piacere molto la gestione del personale. Abbiamo per esempio Massimiliano Rossi che è un grandissimo team manager e rappresenta il Perugia al cento per cento». Un commento anche sul rapporto con Santopadre e la sua gestione: «Abbiamo due caratteri molto diversi ma grande rispetto uno dell’altro. Lavoro in modo molto oculato e rispetto ad altre società rischia molto meno. Costa molto oggi fare un campionato di Serie B perché c’è una bolla di prezzi assurdi e anche fare mercato non è facile. L’Ascoli ha comprato Forte che veniva da un periodo non positivo e lo ha pagato un milione e mezzo. Noi dobbiamo lottare pur soffrendo per mantenere la categoria». Chiusura sui tifosi: «Io qua mi trovo benissimo, devo capire se loro mi accettano. Mi rimproverano sempre di aver usato in fase di presentazione il termine clienti che riconosco essere sbagliato».

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