Basteranno 50 mila euro – è questo il prezzo d’asta aggiudicato – per veder intitolato all’azienda Barton, di Mauro e Silvano Bartolini, il palasport di Pian di Massiano per i prossimi due anni.
PalaBarton Il cambio del nome entrerà effettivamente in carica a partire dal prossimo luglio, dopo che l’azienda avrà firmato il contratto di sponsorizzazione con il comune, in base al quale i Bartolini si impegnano a riqualificare e riordinare l’intero palazzetto dello sport. E se per gli amanti del volley la notizia è più che positiva, c’è chi vive il cambio di nome come una vera e propria offesa.
Società operaia «Un’offesa grave alla città e a uno dei suoi figli migliori». Con queste parole commentano la decisione di cambiare nome al palasport Primo Tenca e l’intera Società operaia di Mutuo soccorso. «Questo atto non solo è un’offesa alla città, ma dimostra anche un totale disprezzo per la sua storia e le sue tradizioni democratiche», lamentano. Dopo aver fatto scempio dei monumenti, spiegano, con la stessa noncuranza, si passa «ai nostri cittadini più illustri, speriamo che contro questa scelta, alta si levi la voce, di altre associazioni, partiti, sindacati, singoli cittadini che hanno a cuore la nostra storia patria».
Lo sportivo Di certo Giuseppe Evangelisti, pittore e decoratore perugino nato nel 1873 a Borgo Sant’Angelo, non può fare più molto in termini economici per la sua città. Eppure non è stato un caso che il suo nome sia stato legato al palazzetto dello sport. Fu vincitore di gare ciclistiche su strada e sulla pista in terra battuta di piazza d’Armi e, assieme a Carlo Brugnami, è considerato il più grande ciclista perugino. Fondatore, inoltre, del Veloce club perugino fece anche parte della Società operaia di mutuo soccorso, nella cui sede è ancora oggi custodita la sua camicia rossa.
Giuseppe Evangelisti Ma non è stato solo questo. Repubblicano fervente ed amico fraterno di Guglielmo Miliocchi, Evangelisti fu tra i primi perugini a rispondere all’appello di Ricciotti Garibaldi, secondogenito di Giuseppe Garibaldi e Anita, arruolandosi nel Corpo dei garibaldini accorsi in difesa della Grecia contro l’Impero Ottomano.Tornò sempre con i garibaldini a combattere nella penisola balcanica e nel 1914 contribuì con Paolo Angeloni, padre di Mario, e Miliocchi ad organizzare la spedizione alle Argonne a fianco dei francesi contro i tedeschi. Partendo poi volontario sempre con Miliocchi e Lamberto Duranti. Con il grado di maggiore si distinse così tanto che i francesi gli assegnarono la Legione d’Onore. Tornato in Italia è stato volontario nella Prima guerra mondiale.
Storia svenduta Morì nel 1935, povero ed esule, in Francia. «Ed è da considerare – prosegue Primo Tenca – per tutto quello che disinteressatamente ha fatto un eroe e padre della patria europea.Questa storia, questa vita generosa, la biografia di questo nostro concittadino, dovremmo custodire con orgoglio. L’abbiamo svenduta per una manciata di soldi. Speriamo si abbia il coraggio di tornare indietro o comunque trovare una soluzione che non cancelli per sempre la memoria di Giuseppe Evangelisti».