Commercio illecito testi universitari: 2,3 milioni di sanzione

Perugia – Tre persone denunciate dalla Finanza: sequestrati un intero locale e olte 11 mila testi in fomato digitale

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Riproduzione e commercializzazione illecita di testi universitari protetti dal diritto d’autore. Questa l’accusa della Finanza di Perugia che ha portato alla denuncia di tre persone – due delle quali titolari di copisterie attive nella zona universitaria – nel capoluogo regionale: sequestrati oltre 11 mila testi in formato digitale oltre che un intero locale commerciale, materiale informatco, supporti di memoria, pc, cellulari e fotocopiatrici.

Il tentativo

Uno dei due titolari, per non essere scoperto, aveva memorizzato i files ottenuti su un hard-disk nascosto in un’intercapedine all’interno della copisteria, collegato in rete al pc: il supporto era protetto da una complessa chiave di cifratura e il contenuto poteva essere consultato solo attraverso l’inserimento di una pendrive con codice di decriptazione. Complessivamente ai tre è stata comminata una sanzione pecuniaria da oltre 2,3 milioni di euro e ora rischiano il carcere da sei mesi a tre anni; c’è anche un’ulteriore multa che varia da 2.582 a 15.493 euro.

La slealtà

I militari sottolineano che queste attività generano «un giro di affari che lede i diritti degli autori e delle case editrici. Nel caso in questione, i libri in formato digitale sequestrati, essendo quasi esclusivamente testi universitari, venivano venduti agli studenti ad un prezzo considerevolmente inferiore rispetto a quello di copertina, consentendo ai titolari delle copisterie di conseguire, nel tempo, ingenti introiti in maniera illecita. La pratica, oltre che illegale e gravemente dannosa per la proprietà intellettuale, costituisce una pratica commerciale sleale per le case editrici e le librerie, che ne subiscono gravi conseguenze economiche dovute alla diminuzione degli acquisti di opere originali». La legge sul diritto d’autre consente infatti solo la riproduzione parziale di opere dell’ingegno commercializzate con un limite massimo del 15% ed esclusivamente per uso personale e «previo pagamento di un compenso forfettario che ciascun punto di riproduzione deve corrispondere alla Siae».

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