«Più negozi a Terni? Sì ma tante irregolarità e contratti ‘pirata’»

Sindacati in allerta anche per le nuove aperture: «In zona stadio 11 mila metri quadrati di negozi. Serve programmazione»

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di F.L.

«Il terziario ha visto una crescita abbastanza importante nel corso degli anni. Dal punto di vista della presenza delle imprese, i dati riscontrati dalla Camera di commercio rivelano infatti un aumento esponenziale. Nel commercio al dettaglio e all’ingrosso le imprese iscritte sono oltre 5 mila, molte di più di quelle del manifatturiero che non superano le 1.400 unità. Ma questa crescita non ha riscontri sul versante dell’occupazione». Lucia Rossi, segretaria della Filcams Cgil di Terni, traccia il quadro generale della situazione del settore in provincia, molto frammentato e contraddistinto da tante chiusure, altrettante aperture, ma ancora da poco lavoro e precario. Lo testimonia il fenomeno dei contratti ‘pirata’, che si stima rappresentino circa un 20% del totale del comparto, quelli cioè contraddistinti da meno salario e meno diritti.

Situazione complessa

«C’è una difficoltà oggettiva» ha detto Rossi nel corso di una conferenza stampa organizzata insieme a Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. «Durante la pandemia – ha spiegato – alcune attività hanno chiuso e non più riaperto. Altre, come generi alimentari e supermercati, hanno aumentato notevolmente l’attività. Quando ci siamo trovati ad affrontare gli accordi sugli ammortizzatori sociali, ci siamo resi conto in modo diretto che c’era una condizione del lavoro complessa. Persone assunte con contratti part time che facevano full time senza essere retribuite di conseguenza, una parte consistente di lavoro ‘grigio’ e lavoro ‘nero’». E poi appunto i contratti ‘pirata’, quelli cioè sottoscritti da organizzazioni sindacali poco o per nulla rappresentative, che presentano retribuzioni anche del 30% in meno rispetto agli altri. Per affrontare queste questioni, le organizzazioni sindacali hanno sollecitato un «tavolo di confronto per arrivare ad un patto per la legalità con le associazioni datoriali, attraverso il quale le imprese si assumano l’impegno a sottoscrivere un protocollo per definire le applicazioni contrattuali degli assunti». Al Comune è stato chiesto invece «di definire le linee di programmazione sul commercio, anche in vista dell’apertura di nuove attività localizzate nei pressi dello stadio, per un totale di 11 mila metri quadri di superficie». «Qualcuna è stata già autorizzata – ha aggiunto Rossi -, altre lo saranno. La concorrenza fra altre attività della stessa tipologia vicine, può generare difficoltà occupazionali. Inoltre bisogna considerare che il carrello della spesa dei ternani è cambiato, non c’è più il superfluo. Si può intervenire sulle nuove aperture anche per permettere l’occupazione di chi l’aveva persa».

Le potenzialità del turismo

«C’è necessità di affrontare il tema della terziarizzazione dell’economia» ha proseguito la segretaria della Filcams Cgil, che ha poi puntato l’attenzione sulla filiera di «cultura, turismo e ambiente». «Serve una specializzazione che può creare occupazione e dunque ricchezza del territorio. Inoltre non è più rinviabile un protocollo sugli appalti, sia con stazioni appaltanti pubbliche che private» ha concluso Rossi. Sergio Sabatini, della Fisascat Cisl, ha concentrato la sua riflessione sul tema del turismo. «Se tra luglio e ottobre 2021 è stato macinato un record in Umbria, tra presenze e arrivi – ha sottolineato -, bisogna capire il nostro territorio quanto ha influito. Il turismo viene considerato un settore periferico, invece potrebbe essere un piano B o C. Questo territorio è attrattivo e potrebbe generare nuova occupazione. Se dunque ci sono progetti del Comune, che vengano messi a terra. Si può fornire un mare di alternative al turista che viene in questo territorio. Bisogna fare rete, alleanza e complicità. Ma noi vogliamo avere ruolo attivo nelle scelte del Comune». Proprio a quest’ultimo è stato «chiesto un progetto della destagionalizzazione del turismo e in particolare della Cascata» e un incontro all’assessore al turismo. «C’è molto da fare e lavorare – ha aggiunto Massimiliano Ferrante, segretario della Uiltucs Uil – nella nostra regione e in particolare a Terni. C’è il turismo religioso, sportivo, quello legato all’aviosuperficie, ci sono potenzialità alte legate anche all’enogastronomia. Nell’ultimo periodo abbiamo assistito inoltre alle chiusure di diverse attività commerciali, non avevano tanti lavoratori ma si tratta comunque di posti persi. Speriamo che con l’apertura dei nuovi centri si possa ricreare buona occupazione e che le attività applichino i contratti rappresentativi. Perché oltre alle differenze economiche, ci sono anche differenze di diritti».

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