Pnrr sanità Terni, Casa comunità da oltre 3 milioni: affidata la progettazione

Via libera al raggruppamento guidato dalla Ea Group per oltre 125 mila euro: maxi restyling in viale Trieste. Coinvolte due palazzine

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di S.F.

Maxi restyling delle palazzine ex Cim in viale Trieste, a Terni, dove c’è la sede della Croce rossa italiana. La Usl Umbria 2 ha affidato la progettazione definitiva, esecutiva ed il coordinamento della sicurezza dopo una ‘rivisitazione’ di un precedente appalto: ora c’è di mezzo il Pnrr, i tempi sono stretti e l’azienda sanitaria locale ha avviato l’iter per arrivare a chiudere l’intervento da 3,4 milioni di euro entro il dicembre 2025. Palla in mano al raggruppramento temporaneo di professionisti guidato dalla Ea Group ed il coinvolgimento di Aps srl, Giovanni Moscato e Federica Perugini, quest’ultimi ingegneri. Si parla di una spesa complessiva da oltre 125 mila euro per l’elaborazione progettuale.

L’AFFIDAMENTO DELL’ESTATE 2021 PER VIALE TRIESTE

La palazzina 1

Le due palazzine nel mirino: una si demolisce

Tecnicamente si tratta di un intervento – di mezzo anche i due moduli spoke, non oggetto dell’articolo – di ristrutturazione e nuova costruzione. La Casa di comunità sarà un luogo fisico di prossimità e «di facile individuazione, punto di ‘primo contatto’ dell’utente con il sistema di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale». Bene. Che si fa a Terni? In sostanza la Usl Umbria 2 mette mano a due palazzine ex Cim risalenti al 1973 e realizzati dall’impresa Vigevano di Roma. Si inizia dalla palazzina 1, quella a sinistra rispetto all’incrocio per l’accesso: «Si tratta di fabbricato con schema planimetrico ad L di tre piani fuori terra con struttura in cemento armato». La seconda è invece più problematica, il motivo è semplice: «In stato di abbandono, mai entrato in esercizio, realizzato fino alla fase del rustico». Anche in questo caso sono tre piani e tutto in cemento armato: «L’area esterna è coincidente con un piazzale veicolare a cui si accede dalla viabilità principale. La struttura, rimasta abbandonata fin dall’epoca della sua costruzione, evidenzia un marcato deterioramento. Il telaio strutturale e il rudere è stato quasi totalmente invaso dalla vegetazione che ne ha colonizzato facciate e coperture danneggiando in maniera quasi irreversibile la sua funzionalità». Di mezzo anche atti vandalici e danneggiamenti nel corso del tempo. Quindi? Soluzione drastica: «Viste le condizioni del fabbricato, caratterizzate da una riduzione evidente della capacità resistente e/o deformativa della struttura o di alcune sue parti, si è ritenuto di non procedere a una valutazione della sicurezza per accertare il livello di adeguatezza dell’opera rispetto agli standard definiti dalle norme tecniche vigenti. Una preliminare analisi costi benefici ha, inoltre, condotto ad escludere da subito di effettuare interventi di adeguamento per aumentarne la sicurezza strutturale; tale operazione unitamente alla ristrutturazione pesante dell’intero fabbricato con importanti opere complementari e finiture, si ritiene maggiormente onerosa, a seguito di stime preliminari, rispetto ad una demolizione/ricostruzione integrale del fabbricato». Per l’esecuzione dei lavori è previsto un anno e per sviluppare il progetto esecutivo ci sono trenta giorni di tempo.

L’OSPEDALE DI COMUNITÀ AL CENTRO LE GRAZIE

Il problema parcheggio

Altro tema tirato in ballo, la disponibilità di aree per la sosta auto. Nel documento – il responsabile unico del procedimento è il geometra Francesco Silvani della Usl Umbria 2 – viene specificato che si studierà l’area «individuando delle zone nelle quali poter sviluppare una idonea superficie di parcheggio. L’area esterna è coincidente con un piazzale veicolare a cui si accede dalla viabilità principale». Nella struttura in sviluppo i medici di base ed i pediatri di libera scelta lavoreranno in équipe in collaborazione con infermieri di famiglia e di comunità, specialisti ambulatoriali ed altri professionisti (ad esempio dietologi, logopedisti, fisioterapisti ecc.). Con loro anche gli assistenti sociali. In sostanza – si legge – diventerà «lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti sul territorio, in particolare rivolti ai malati cronici e sarà il punto di riferimento continuativo per la popolazione, anche attraverso una infrastruttura informatica e la strumentazione polispecialistica necessaria». C’è da correre e non poco.


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