Regione prime spine per la presidente Tesei

Le scaramucce Salvini-Meloni su base nazionale si riverberano anche in Umbria, con mal di pancia sia interni al Carroccio sia in Fratelli d’Italia. Il caso delle case popolari

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di Red. Pg 

Non è cominciato nel migliore dei modi il primo anno da presidente della Regione per Donatella Tesei. A poco più di due mesi dalle elezioni, la governatrice dell’Umbria deve già fare i conti con una variegata fronda interna che la tira per la giacchetta e – quel che più preoccupa – non disdegna di rendere pubblici i mal di pancia.

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I mal di pancia interni alla Lega

Aveva cominciato sin da subito – seppur in sordina – Valerio Mancini, leader delle preferenze, che come Nanni Moretti fa notare la sua assenza più della sua presenza. Dopo il balletto sulla necessità di lasciare lo scranno da consigliere, che sembrava la causa della sua esclusione, il consigliere tifernate è rimasto fuori dalla giunta nonostante poi, alla fine, il criterio salviniano sul doppio ruolo non sia passato. Un po’ strano considerando i suoi risultati elettorali.

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Le nomine di Capodanno

Da allora il consigliere ha fatto un po’ il battitore libero, non disdegnando uscite pubbliche abbastanza fragorose, come l’ultima sulle ‘nomine di Capodanno’ alla Usl 2, nella quale minaccia addirittura l’invio di un fascicolo alla procura della Repubblica. «Abbiamo intenzione di andare fino in fondo ad una vicenda dalle dinamiche ancora tutte da comprendere, soprattutto riguardo alle tempistiche e alle procedure – scriveva in una nota Mancini – quanto accaduto in Usl 2 con la stabilizzazione di sei dirigenti amministrativi nel giorno del 31 dicembre 2019, getta più di un’ombra sulla corretta interpretazione delle norme vigenti e ancora una volta, dopo il recente scandalo di Concorsopoli che ha visto decapitati i vertici del PD, pone la sanità umbra al centro di polemiche che nulla giovano al miglioramento dei servizi o al bene dei cittadini, fine ultimo che il nuovo governo regionale intende perseguire. Se ben ricordo, è stato sospeso il concorso pubblico per ricoprire queste posizioni, procedendo mediante stabilizzazione peraltro facoltativa, procedura che non consente di reclutare tutte le professionalità possibili, utilizzando una norma che entrava in vigore il giorno dopo».

Aggiornamento
Stando a quanto emerge da notizie di stampa, la delibera della Asl 2 che il 31 dicembre ha stabilizzato sei dirigenti a tempo indeterminato sarebbe stata sospesa: accertamenti in corso da parte del neo commissario straordinario Massimo Di Fino.

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I mal di pancia di Fdi

Non meno fragorose le uscite di Fratelli d’Italia, che, perso il ticket più volte sbandierato che avrebbe dovuto portare Marco Squarta alla vicepresidenza, ora ci tiene a sottolineare che, nonostante la sua punta di diamante sia stato eletto presidente dell’assemblea regionale e nonostante Michele Fioroni, considerato vicino a Fdi, sia stato fatto assessore, il partito della Meloni si sente fuori dalla giunta, così come dalle successive nomine (che non sono piaciute) e pertanto chiede – anzi pretende – di contare di più. «Sennò ci incazziamo», dice senza mezzi termini Franco Zaffini.

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Case popolari, doppia proposta di legge

A testimoniare come gli equilibri interni alla maggioranza siano al momento di là da venire, c’è la situazione kafkiana di una doppia proposta di legge, sul medesimo argomento (l’edilizia residenziale), presentata dai due principali partiti di maggioranza: Lega e Fratelli d’Italia.

La proposta della Lega

Ha esordito il Carroccio con la proposta a firma dei consiglieri regionali Stefano Pastorelli (capogruppo) e Paola Fioroni (vicepresidente dell’assemblea legislativa dell’Umbria). «Si tratta – spiegavano i due in una nota – di una riforma complessiva ed organica della materia che rivede i criteri per l’assegnazione degli alloggi e questo ci consentirà di rispondere alle esigenze dei cittadini umbri con particolare attenzione agli anziani, alle famiglie fragili e a particolari categorie sociali».

«Tra i punti fondamentali della nuova legge, in primo luogo, c’è un nuovo sistema di programmazione regionale degli interventi per ambiti territoriali coincidenti con le zone sociali, in cui sono protagonisti i Comuni ai quali competerà la rilevazione dei fabbisogni abitativi e del patrimonio edilizio disponibile. Inoltre vengono introdotti criteri di temporaneità e mobilità nel patrimonio di edilizia residenziale sociale per garantire una casa a chi ne ha più bisogno, salvaguardando per alcune categorie la necessaria stabilità del contesto territoriale e sociale di appartenenza».

«Sul fronte dei criteri di assegnazione – proseguono Fioroni e Pastorelli – viene reintrodotto quello della residenza da almeno due anni nel comune che pubblica il bando, congiuntamente all’ulteriore requisito della residenza in ambito regionale da almeno cinque anni. Inoltre chi presenta la domanda dovrà dimostrare di non possedere immobili né in Italia né all’estero e, congiuntamente ai componenti del suo nucleo familiare, non dovrà aver riportato condanne penali per particolari tipologie di reati (ad esempio spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione, furto aggravato, rapina). Si potrà presentare una sola domanda per comune e la permanenza dei requisiti per l’assegnazione dell’alloggio sarà verificata con cadenze temporali prestabilite».

La proposta Fdi

Risponde a stretto giro lo stato maggiore umbro di Fratelli d’Italia, che si presenta in conferenza stampa con i parlamentari Zaffini e Prisco. «La nostra proposta verrà già dalla prossima settimana calendarizzata per iniziare la discussione ed arrivare quanto prima a licenziare un testo che va in favore degli ultimi e delle famiglie più povere dell’Umbria», ha spiegato il capogruppo di Fratelli d’Italia Eleonora Pace, che punta sull’appoggio del presidente Squarta in assemblea.

Proprio Marco Squarta ha spiegato che «i sette punti su cui si articola la proposta mirano a riportare equità e giustizia sociale nell’assegnazione delle case popolari, prendendo spunto da quanto è stato fatto dai Comuni di Perugia e Foligno in materia di regolamentazione degli accessi all’edilizia residenziale pubblica, per evitare discriminazioni al contrario. Non è una proposta contro qualcuno, ma per dare risposte ai cittadini più fragili, colpendo coloro che non rispettano le regole e le leggi, sia che si tratti di italiani che di stranieri. Vengono previste limitazioni per coloro che hanno commesso reati, a vantaggio delle famiglie in difficoltà, senza alcun tipo di discriminazione. Non ci sono differenze basate sulla nazionalità dato che viene valorizzata solo la presenza prolungata sul territorio regionale. Si tratta di una legge innovativa, il cui testo è stato studiato per evitare ogni tipo di impugnativa».

«È nostro interesse – ha spiegato il parlamentare Emanuele Prisco – far rispettare le regole e soprattutto utilizzare al meglio le risorse sociali, come le case popolari, a chi veramente ha bisogno e a chi ha la piena titolarità di questo sostegno. In questa maniera riportiamo, come è giusto che sia, anche le famiglie umbre nella ripartizione degli alloggi popolari dopo anni di parametri che abbiamo sempre definito ingiusti».

A pensar male…

Tutti si sono affrettati a chiarire che le due proposte non sono in contrapposizione ma sono dei contributi al dibattito e che anzi hanno – come in effetti hanno – molti punti in comune. Resta la perplessità sui tempi e sui modi della doppia proposta che, unita alle scaramucce Meloni-Salvini su base nazionale e alle guerre di posizione cui abbiamo assistito finora su base regionale certo non danno la sensazione di un clima sereno.

Per la Tesei gli unici sorrisi arrivano… dai sindacati

Paradossalmente, le uniche ‘gioie’ per la governatrice sono arrivate dai sindacati, con i quali venerdì scorso c’è stato un incontro che dagli uffici di Palazzo Donini fonti molto vicine alla presidente hanno veicolato come ‘storico’, visto che segna il ‘disgelo’ con i rappresentanti dei lavoratori.

Regione Umbria, disgelo sindacati-Tesei

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